Nella sua prima uscita pubblica internazionale, il nuovo Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte (nella foto col Premier giapponese Abe) ha mosso un piede fuori della nave che affonda. Quando il Presidente Trump ha espresso il desiderio di vedere tornare la Russia al G7 (facendone nuovamente un G8), Conte ha scritto su twitter.com: “Sono d’accordo con il Presidente Donald Trump: la Russia dovrebbe rientrare nel G8. È nell’interesse di tutti”.
Conte è stato uno dei pochi leader che Trump ha voluto incontrare personalmente in Canada. I due hanno parlato per circa un’ora, dopodichè Trump ha scritto su twitter.com che Conte “sarà presto onorato a Washington, alla Casa Bianca. Farà un buon lavoro – il popolo italiano ha scelto bene!”.

Al termine del G7, Conte ha dichiarato che “il sistema del commercio internazionale, basato sull’Organizzazione Mondiale del Commercio è un po’ datato e richiede un adeguamento, rispetto alle mutate realtà sociali ed economiche”.

È troppo presto per parlare di un asse Washington-Roma, ma il nuovo governo italiano sta cercando di rompere il contenimento esercitato dalle politiche liberiste globali e dell’UE. L’Italia non intende lasciare l’euro o l’UE, ha dichiarato Conte durante il voto di fiducia al Parlamento, ma rifiuterà l’austerità come metodo di equilibrio dei conti e punterà sulla crescita. Conte ha anche menzionato l’intenzione del governo di esplorare la possibilità della separazione bancaria (Glass-Steagall), come stipulato nel contratto di coalizione. “Stiamo già maturando consapevolezza, che è nel contratto, e la valutazione che sia opportuno distinguere fra banche che erogano credito e soprattutto caratterizzate a livello territoriale e banche di investimento votate più alla speculazione”, ha dichiarato nella sua replica alla Camera.

Il nuovo ministro dell’Economia Giovanni Tria ha autorizzato la pubblicazione di stralci di un paper accademico in cui sostiene con forza la necessità di aumentare gli investimenti pubblici, che in dieci anni (dal 2009 al 2019) sono crollati del 28% in tutta l’Eurozona. “È improbabile che ciò avvenga nell’ambito del piano Junker a livello europeo, ma ogni Stato membro dovrebbe cercare di prevedere il proprio investimento pubblico alla luce del mercato europeo, o addirittura globale, cercando di attirare significativi finanziamenti privati a livello globale attraverso la garanzia di rendimenti più sicuri a lungo termine. In questi termini, e per questi scopi, anche un temporaneo aumento del deficit destinato a far partire questi programmi dovrebbe essere considerato accettabile”, si legge nel documento.

E ancora: “Queste considerazioni tendono anche a evocare la vecchia idea che la spesa in conto capitale debba essere trattata in modo diverso dalle spese correnti nella contabilità del disavanzo. La riassegnazione delle spese e quindi la stessa idea di revisione della spesa ricevono una prima e abbastanza semplice applicazione nell’idea che la spesa corrente debba essere ridotta, mentre la spesa in conto capitale dovrebbe essere ampliata, soggetta a una qualità programmata e a rigorosi controlli, e finanziata in modo indipendente con uno stretto legame tra la spesa immediata e risultati attesi” (vedi http://formiche.net/2018/06/piu-crescita-gli-investimenti-pubblici-scandizszo-tria-spiegano/).

L’ex Commissario dell’UE ed ex Presidente del Consiglio Mario Monti ha accusato il governo Conte di avviare l’Italia su una china che condurrà alla gestione da parte della Troika, come accaduto alla Grecia. Ma Marco Zanni, europarlamentare indipendente vicino a Salvini, ha ammonito l’UE a non tentare di mettere l’Italia con le spalle al muro. “Questo governo non perseguirà politiche volte a uscire dall’euro. Noi chiediamo un nuovo approccio, totalmente differente: più spazio per promuovere la crescita, l’occupazione e gli investimenti”, ha dichiarato Zanni al programma radiofonico “Hanging with Harley” dell’emittente statunitense “Rogue Money”. “Se le istituzioni europee cercheranno di ricattarci, minacciando di chiudere il nostro sistema bancario, reagiremo nel miglior interesse dei cittadini italiani. Se bisognerà scegliere tra uscire dall’euro o accogliere la Troika a Roma, è chiaro che il governo sceglierà la prima opzione” (vedi

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