Il 20 novembre, in quella che definisce la “prima lista verde del mondo” la Commissione Europea ha pubblicato una bozza di linee guida per determinare quali attività economiche possano essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale in base alla sua cosiddetta “regolamentazione tassonomica”. Lo scopo è quello di indirizzare gli investitori privati verso le imprese che hanno “un impatto positivo sul clima e sull’ambiente”, stabilendo soglie dettagliate per le emissioni di carbonio. Fino al 18 dicembre si svolgerà una consultazione pubblica sui criteri.
Secondo Mairead McGuinness, Commissario per i Servizi Finanziari, il Regolamento sulla Tassonomia dell’UE “è un atto legislativo fondamentale centrale per il Green Deal europeo. Esso sarà fondamentale per incanalare gli investimenti verso progetti verdi e sostenibili”. I progetti non sostenibili non saranno promossi, ad eccezione di quelli che fungono da “transizione” verso un’economia completamente verde. Fondamentalmente tutti i settori economici produttivi sono interessati dalle linee guida, come l’agricoltura, la silvicoltura, l’industria manifatturiera, la plastica, l’energia, l’approvvigionamento idrico, la gestione dei rifiuti, i trasporti, l’edilizia, l’efficienza energetica, le attività di comunicazione e di ricerca.
Con questo, la Commissione UE ufficializzerà quella che è diventata da tempo la prassi delle banche e dei fondi privati. Infatti, la “Rete per rendere più verde il sistema finanziario”, un “club climatico delle banche centrali”, di cui fa parte anche la Banca Centrale Europea, opera per costringere il settore finanziario a rendere obbligatorio quello che finora era il finanziamento volontario solo di progetti “sostenibili”. Questa Rete, a cui ha aderito da poco anche la Federal Reserve americana, si vanta di rappresentare oltre 1.000 miliardi di dollari di finanza globale.
A seguito delle pressioni di questo “super cartello della sostenibilità”, le banche private hanno tagliato le linee di credito, in particolare alle aziende produttive tradizionali, come hanno denunciato, tra l’altro, le piccole e medie imprese tedesche. Questo costringe gli imprenditori a continuare a lavorare senza finanziamenti esterni, oppure a rinunciare al loro tradizionale profilo aziendale e ad intraprendere progetti “ambientali”.
Alla vigilia della pubblicazione della bozza di linee guida della Commissione Europea, Larry Fink, AD di BlackRock, ha esortato il settore bancario a rendere obbligatori i criteri di rilevanza climatica nel considerare gli investimenti. In altre parole, sostituire il carattere finora “volontario” dei codici di condotta finanziaria con decisioni legislative chiare. Per il momento, però, il Green Deal della Commissione, che prevede di spendere diverse centinaia di miliardi di euro in progetti ecocompatibili da qui al 2027, è bloccato, poiché i governi di Polonia e Ungheria hanno posto il veto al bilancio UE. Il calendario originario per l’entrata in vigore delle linee guida verdi era marzo/aprile del prossimo anno.