L’incubo dell’effetto domino dopo la sentenza della Corte Costituzionale tedesca del 5 maggio comincia a materializzarsi: il sen. Tony Iwobi (Lega) ha depositato un disegno di legge per modificare l’articolo 117 della Costituzione che subordina assolutamente la legge italiana a quella europea. La proposta (DDL S.1838) consiste di una riga che afferma: “All’articolo 117, primo comma, della Costituzione, le parole: «, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali» sono soppresse”.

Il DDL è stata depositato presso la presidenza del Senato il 3 giugno ed è firmata da tutto il gruppo della Lega al Senato. Nella spiegazione, il testo afferma tra l’altro che “Nessuna riforma efficace e «su misura» per il nostro Paese potrà mai attuarsi senza una rivisitazione dell’efficacia dei Trattati europei nel nostro ordinamento e senza ripristinare la preminenza dei diritti fondamentali.
Per tutelare gli interessi dei cittadini rispetto a norme imposte dall’Europa, che spesso si sono rivelate controproducenti per gli interessi economici e sociali della nostra Repubblica, è fondamentale far riacquistare rilevanza alle norme costituzionali italiane e porre un argine alla sudditanza acritica ai Trattati internazionali, sulla scorta di quanto già previsto nella Costituzione tedesca”.

Il testo prosegue sostenendo la necessità dell’Art. 117 della Costituzione, che di fatto subordina l’Italia “ad interessi che il più delle volte non corrispondono affatto a quelli dei cittadini”, come quando impone l’austerità e il rispetto dei decimali di bilancio (vedi http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/53047.pdf).

È difficile che il DDL ottenga i due terzi dei voti parlamentari necessari per un cambiamento alla Costituzione, ma ne prenderà certamente più di quelli dell’opposizione e stanerà molti falsi patrioti.

Il sen. Iwobi, originario della Nigeria, è noto per la battaglia intrapresa per un vero sviluppo dell’Africa, per esempio per il Progetto Transaqua (vedi https://movisol.org/memorandum-dintesa-italo-africano-sul-progetto-transaqua/), assicurando che i fondi inizialmente promessi dall’Italia per lo studio di fattibilità fossero iscritti a bilancio nel 2021. Egli è anche tra i numerosi firmatari della petizione per la separazione bancaria che il collega europarlamentare Marco Zanni presentò al Congresso statunitense nel dicembre 2018.