Il 16 settembre, la liquidità è improvvisamente scomparsa dal mercato “repo” statunitense, un’arteria vitale per il sistema bancario, costringendo la Federal Reserve a iniettare 75 miliardi di dollari per i prestiti overnight. Poiché la paralisi continuava, la Fed ha iniettato la stessa cifra per quattro giorni consecutivi, finché non ha annunciato, il 20 settembre, che avrebbe ripetuto l’operazione ogni giorno lavorativo per le prossime tre settimane. Questo significa prestiti a 24-48 ore alle banche ottenendo titoli del tesoro e delle parastatali Fannie/Freddie o da queste garantiti. Inoltre, la Fed comincerà a estendere questi prestiti a due settimane.


La Fed specifica che l’Open Market Trading Desk “offrirà tre operazioni ‘repo’ a 14 giorni per un valore aggregato di almeno 30 miliardi l’una [la prima il 24 settembre]… Il Desk offrirà anche operazioni ‘repo’ a un giorno per un valore aggregato di almeno 75 miliardi di dollari l’una, fino a giovedì 10 ottobre 2019”.


Mentre la Fed eseguiva il primo intervento sul mercato overnight dal 2007, sull’altra sponda dell’Atlantico la BCE era alle prese con il fallimento clamoroso del “bazooka” di Draghi. La prima asta del nuovo programma TLTRO (prestiti agevolati triennali alle banche) è andata quasi deserta, nonostante a determinate condizioni il tasso d’interesse fosse stato portato al -0,50%. Contro una domanda prevista tra 20 e 100 miliardi di Euro, le banche ne hanno chiesti solo 3,4 miliardi. Il motivo è che le banche commerciali, che già faticano a liberarsi delle vecchie sofferenze, non vedono prospettive di impiego in un’economia in piena contrazione.


Ciò che accomuna la Fed e la BCE è che i loro timonieri non hanno la più pallida idea di che cosa stia accadendo. Wall Street vede che sta arrivando la crisi della “bolla omnibus” e si trova sprovvista di riserve adeguate. Per questo, le banche se la prendono con la Fed, che ha ridotto il proprio bilancio e di conseguenza le riserve bancarie presso la Fed sono diminuite di 1600 miliardi. L’accusa non è del tutto sbagliata, perché la bolla ha bisogno di essere “sfamata” con una liquidità in perpetua espansione. Interrompere l’espansione di liquidità provoca lo scoppio della bolla.
Wall Street e la City di Londra hanno già chiesto denaro a pioggia su vasta scala, come nella proposta “go direct” del fondo Blackrock e in effetti questa è l’unica opzione in mano alle banche centrali nell’attuale sistema. L’alternativa è morire di insolvenza o di iperinflazione.


L’attuale periodo è simile a quello segnato da una data, il 25 luglio 2007, quando Lyndon LaRouche denunciò in un video l’imminente crisi finanziaria globale. Il 22 agosto, egli diede seguito a quella denuncia con la proposta di legge per proteggere i proprietari di case e le banche (con la separazione bancaria e una sospensione degli espropri) dal crac imminente. Oggi come allora è urgente proteggere le famiglie e l’economia produttiva con la “soluzione LaRouche” prima che sia troppo tardi.