La Cancelliera Merkel, inaugurando il semestre tedesco dell’Unione Europea l’8 luglio, ha dichiarato che sarà sua “somma priorità” che “l’Europa esca più forte dalla crisi”. In interviste precedenti e seguenti quel discorso, la Merkel ha sollecitato la rapida approvazione del piano “Next Generation EU” da 750 miliardi e lo sportello speciale del MES per la pandemia, gli strumenti che secondo lei dovrebbero servire per raggiungere l’obiettivo prefissato.
In realtà, quando i leader dell’UE parlano di “Europa” non intendono con ciò i popoli europei, ma l’artificiale costruzione chiamata Euro, o Unione Monetaria Europea. A sua volta, “salvare l’Euro” è un pretesto per salvare il sistema finanziario in bancarotta. Questo è il vero scopo del
piano “Next Generation EU”, comunemente chiamato “Recovery Fund”. L’idea è quella di costringere gli Stati membri a deviare dai propri obblighi (quelli finanziari in primis) nei confronti dei cittadini a quelli nei confronti dei mercati finanziari. Invece di ricorrere al credito nazionale, il Recovery Fund emetterebbe titoli di debito che le banche acquisterebbero con soldi presi in prestito dalla BCE a tassi negativi. Le stesse banche poi li ripasserebbero alla BCE nell’ambito dei vari programmi di acquisto dei titoli. Alla fine, le banche guadagnerebbero due volte dal carosello: prima dai tassi negativi dei prestiti della BCE e poi dai rendimenti delle nuove obbligazioni targate UE.
La spinta per il Recovery Fund è venuta da Emmanuel Macron e Angela Merkel ed è stata primariamente motivata dal timore che l’Italia si trovi costretta dalle circostanze a lasciare l’Euro. Non ci vuole un esperto per capire che, con una prognosi di crollo del PIL a due cifre nel 2020, l’Italia ha bisogno di un piano di investimenti massiccio che non può non essere ottenuto se non in deficit. Dunque, siccome l’Italia deve essere tenuta nell’Euro a tutti i costi, poiché senza l’Italia l’Euro salterebbe, ecco che in fretta e furia si imbastisce la promessa di aiuti dall’UE.
Solo che Olanda, Austria, Danimarca e Svezia si oppongono al Recovery Fund così come proposto dal duo Merkron, metà prestiti e metà soldi a fondo perduto. Solo prestiti, esigono quelli, e per di più legati a condizioni. Sembra che il Premier olandese Rutte abbia esplicitato a Conte che tra le condizioni dovrà esservi un taglio alle pensioni.