Alla conferenza dello Schiller Institute che si è tenuta il 26 e 27 giugno, il capo della redazione economica dell’EIR, Paul Gallagher, ha tracciato un efficace parallelo tra le strategie messe in campo dal ministro del Tesoro di Hitler, Hjalmar Schacht, e l’attuale piano delle banche centrali noto col nome di “Grande Reset”. Alla riunione annuale dei banchieri centrali a Jackson Hole, nel Wyoming, nell’agosto 2019, il piano fu discusso e approvato come mezzo per realizzare un “cambiamento di regime” negli affari finanziari. L’ex capo della Banca d’Inghilterra Mark Carney (attualmente “Mister Clima” delle Nazioni Unite) e Philipp Hildebrand, ex capo della banca centrale svizzera e attuale numero due di BlackRock, spiegarono come i loro colleghi dovessero impadronirsi dei poteri fiscali dei governi e gestire direttamente la spesa pubblica, mentre il dollaro dovesse essere sostituito da una moneta sintetica globale.
Parlando nella terza sessione della conferenza dello Schiller Institute il 26 giugno, Gallagher ha spiegato che successivamente, nel settembre 2019, fu compiuto il primo passo in quella direzione, quando la Federal Reserve intervenne nel mercato interbancario sostituendosi ad esso nel ruolo di finanziatore “overnight” delle banche. Gallagher ha usato dei grafici per mostrare come il Quantitative Easing su larga scala da parte della Fed e della BCE ha portato ad una crescita ipertrofica delle già grandi megabanche, ma a zero la crescita del credito all’economia. Successivamente, col lancio ufficiale della politica del Grande Reset a Davos all’inizio del 2020, seguito dal “Next Generation EU” e dal “Green Deal” di Joe Biden, le basi per il cambiamento di regime erano state poste.
Il precedente per l’attuale irreggimentazione dell’economia sotto le banche centrali è la politica che mise in atto Hjalmar Schacht in qualità di banchiere centrale del Reich nel 1923 e come ministro dell’economia di Hitler un decennio più tardi. Nella prima fase, Schacht pose fine al regime di iperinflazione rendendo il denaro scarso; nella seconda fase fece esattamente il contrario per finanziare la macchina bellica del nazismo.
L’iperinflazione del 1922-1923 nella Germania di Weimar fu deliberatamente provocata dalla banca centrale, ha affermato Gallagher, “stampando denaro per cercare di eliminare il debito di guerra della Germania e le riparazioni”. Poi arrivò Schacht e “usò l’introduzione di una nuova moneta, che rese estremamente scarsa, per stroncare l’inflazione. Lungo un decennio, Schacht e il governo usarono la scarsità monetaria per imporre un’austerità economica brutale, respingendo ogni proposta di elargire credito produttivo”.

Il paragone con la politica UE del pareggio di bilancio non è sbagliato

Nel 1933, Schacht tornò alla Reichsbank e fu chiamato al ministero dell’Economia. Ora “egli stampò denaro come non mai. Spinse le grandi banche e i produttori di armi a formare un’impresa di facciata che emise cambiali (i famosi MeFo) a più non posso, acquistate dalla Reichsbank con denaro fresco. Nel far ciò, prese il controllo dei poteri fiscali del governo nazista, mettendo la spesa pubblica nelle mani della banca centrale.

Schacht dunque operò un “cambiamento di regime finanziario il cui scopo era una gigantesca riconversione dell’attività economica della nazione. In due anni, dal 1933 al 1935, Schacht portò la spesa militare dal 2% al 20% del PIL. Altre industrie (ad esempio, il tessile, l’agroindustriale e l’edilizia) furono strozzate. Nel contesto di quella svolta fu introdotto il sistema dei campi di lavoro che gradualmente si evolverono nell’orrore del XX Secolo”.

Come Schacht, le banche centrali oggi usano il potere di emissione monetaria e di controllo per una grande svolta verso una bolla “verde” da 30-40 mila miliardi di dollari, che sperano li traghetti oltre il collasso del debito globale. Il cosiddetto “Grande Reset”.

“Ciò deve essere fermato. È come l’iperinflazione di Weimar o il preludio al collasso deflazionistico? Le banche centrali hanno creato entrambi. L’importante è fermarlo e lo si fa con la separazione bancaria, secondo il modello Glass-Steagall, in ogni nazione e la nazionalizzazione delle banche centrali, per creare istituzioni creditizie che finanzino posti di lavoro produttivi”.