Il piano approvato dal Bundestag e del Bundesrat la scorsa settimana prevede 400 miliardi di euro di spese per la difesa (da finanziare a debito) e 500 miliardi di investimenti, in gran parte legati alla difesa. La spesa, come abbiamo scritto, necessitava una modifica della Costituzione e, per assicurarsi il sostegno dei Verdi, indispensabile per raggiungere la maggioranza di due terzi, il candidato cancelliere della CDU Friedrich Merz è stato costretto ad accettare che 100 miliardi di euro del fondo per le infrastrutture venissero destinati a progetti di “protezione del clima”, piuttosto che per modernizzare le infrastrutture civili che stanno collassando. Questo non può che accelerare la fuga delle imprese produttive all’estero, lasciando il Paese sempre più deindustrializzato.
Tuttavia, nonostante il momentaneo accordo sull’abolizione del “freno al debito” imposto dalla Costituzione, i futuri partner di governo CDU-CSU e SPD sono in disaccordo su molti aspetti di politica industriale, oltre che su fiscalità, clima, migrazione, questioni sociali e del mercato del lavoro. Le differenze sono abbastanza fondamentali, tanto da spingere la Neue Zuercher Zeitung a scrivere che i colloqui di coalizione potrebbero fallire, rendendo impossibile per Merz guidare una coalizione rossonera.
Altri hanno avvertito che, anche se i due partiti dovessero concludere positivamente i colloqui di coalizione, Merz potrebbe comunque non ottenere la fiducia, a causa dell’opposizione nelle file dei socialdemocratici e del suo stesso partito. Se non riuscisse a ottenere per due volte la fiducia, la terza votazione richiederebbe solo la maggioranza semplice e a quel punto i Verdi, la SPD e la Sinistra si unirebbero per eleggere Cancelliere il socialdemocratico Lars Klingbeil, scrive il solitamente ben informato Tichys Einblick nel numero del 23 marzo (https://www.tichyseinblick.de/tichys-einblick/merz-kandidat-ohne-koennen/).
La rivista liberal-conservatrice dice che Merz ha già sparato tutte le sue cartucce nei negoziati; ora che il freno al debito è passato, che i Verdi hanno ottenuto ciò che volevano, cioè l’obiettivo climatico inserito nella Costituzione, il presunto cancelliere in pectore ha già fatto il suo lavoro e teoricamente non è più necessario. Questa è un’interpretazione estrema, ma in effetti, per i grandi gruppi di investitori speculativi come Blackrock, di cui lo stesso Merz è stato un top manager in passato, il leader democristiano potrebbe essere sacrificabile, perché ha già assicurato, con il voto della scorsa settimana, che centinaia di miliardi di euro saranno pompati in progetti di riarmo improduttivi che andranno a loro vantaggio. Dopodiché, chiunque sarà scelto come Cancelliere, dovrà portare avanti questa politica iperinflazionistica. In ogni caso, ha commentato la fondatrice dello Schiller Institute Helga Zepp-LaRouche (foto), “è la fine della democrazia in Germania, perché il modo in cui l’hanno fatto, usando il vecchio Parlamento che era già stato sciolto, per legare le mani al nuovo Parlamento, è una situazione insostenibile e non mi sorprenderebbe se presto si verificasse un’enorme esplosione sociale in Germania”.