Oggi i leader delle due Coree, del Sud e del Nord, si incontreranno nella zona smilitarizzata (DMZ) per colloqui tesi a ravvicinare le posizioni in vista di un accordo per eliminare tutte le armi nucleari e le strutture di produzione della bomba dalla penisola coreana. Questi colloqui Nord-Sud, se coronati dal successo, dovrebbero essere seguiti a maggio o giugno da colloqui diretti tra il Presidente americano Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un (nella foto).

I negoziati intercoreani sono stati il tema principale dei colloqui tra Donald Trump e il leader giapponese Shinzo Abe tenutisi a Mar-a-Lago il 17-18 aprile. Trump ha riassicurato Abe che i colloqui diretti tra Washington e Pyiongyang salvaguarderebbero pienamente gli interessi di sicurezza nazionale del Giappone.
Mentre Trump ha positivamente risposto all’annuncio di Kin Jong-un del 21 aprile secondo il quale la Corea del Nord congela i collaudi futuri di armi nucleari e missili a lungo raggio, i giapponesi sono scettici sul fatto che il leader nordcoreano sia genuinamente deciso ad abbandonare tutte le armi di distruzione di massa. Abe perciò ha sollecitato Trump ad assicurare che ogni accordo comporti l’eliminazione di tutte le armi chimiche e biologiche come pure delle armi nucleari.

Il direttore della CIA e Segretario di Stato in pectore Mike Pompeo si è recato segretamente nella Corea del Nord durante le vacanze di Pasqua per un incontro faccia a faccia con Kim e per discutere dei preparativi dell’incontro al vertice. Le opzioni sulla località del vertice si sono ristrette a cinque.
Gli incontri tra il Presidente americano e i leader coreani potrebbero essere l’inizio di un processo lungo mesi, prima di giungere a completamento. Dopo l’esperienza di accordi falliti nel passato, tutte le parti esigeranno rigide verifiche.

Un tema collegato, che potrebbe essere risolto prima del previsto incontro Trump-Kim è lo stato del Joing Comprehensive Plan Of Action, l’accordo P5+1 con Teheran, che ne congela il programma nucleare per un decennio in cambio dell’abrogazione delle sanzioni e il ritorno degli investimenti esteri in Iran. Trump deve decidere entro il 12 maggio se rinnovare la deroga alle sanzioni prevista dal JCPOA o se gli Stati Uniti si ritireranno dall’accordo. Il segretario alla Difesa James Mattis e il Capo degli Stati Maggiori Riuniti gen. Joseph Dunford hanno sollecitato il Presidente a non disdire l’accordo.

Il 23 aprile il Presidente francese Emmanuel Macron è giunto a Washington per una visita di tre giorni. Il 27 aprile sarà la volta di Angela Merkel alla Casa Bianca. Entrambi discuteranno il KCPOA e la questione coreana. L’esito dell’accordo con l’Iran avrà indubbiamente un impatto sui colloqui con le due Coree.