Helga Zepp-LaRouche è stata invitata a partecipare alle “sessioni tematiche sugli scambi tra i think-tank”, tenutesi ai margini del Forum Belt and Road. Il primo giorno, ella è stata tra i relatori alla sessione su “Belt and Road per facilitare un’economia globale forte, equilibrata, inclusiva e sostenibile”, e il secondo giorno ha partecipato alla tavola rotonda dedicata alla “Nuova situazione della globalizzazione: nuove sfide, nuove occasioni e nuove contromisure”.

La fondatrice dello Schiller Institute ha affrontato il tema dal punto di vista culturale superiore degli scopi comuni dell’umanità, affermando: “C’è stata una dinamica mozzafiato della Nuova Via della Seta nei tre anni e mezzo trascorsi da quando essa fu annunciata dal Presidente Xi Jinping nel 2013. L’Iniziativa Belt and Road (BRI) contiene l’ovvio potenziale per divenire rapidamente un Ponte Terrestre Mondiale, collegando tutti i continenti con le infrastrutture come gallerie e ponti, rafforzato dalla Via della Seta Marittima. Come tale, essa rappresenta una nuova forma di globalizzazione, non determinata dal criterio della massimizzazione dei profitti del settore finanziario, ma dallo sviluppo armonioso di tutti i Paesi partecipanti sulla base della cooperazione win-win.

“È quindi importante che non si guardi alla BRI dal punto di vista di un contabile che proietta il suo punto di vista statistico di costi/benefici nel futuro, ma da quello che chiamiamo ‘una visione per un futuro condiviso’ di tutta l’umanità. Dove vogliamo che sia l’umanità tra dieci, cento o persino mille anni? Non è destino dell’umanità quale unica specie creativa dell’universo finora nota, quello di costruire centri abitati sulla luna, sviluppare una comprensione più profonda delle migliaia di miliardi di galassie del nostro universo, risolvere i problemi di malattie ancora incurabili, o quello della sicurezza energetica e delle risorse da raggiungere con lo sviluppo della fusione termonucleare? Focalizzandoci sugli scopi comuni dell’umanità saremo in grado di superare la geopolitica e stabilire un livello superiore di ragione a beneficio di tutti”.

Gli Stati Uniti, ha rimarcato la signora LaRouche, dovrebbero trarre vantaggio dalla BRI e “diventare parte integrante del Ponte Terrestre Mondiale”.
Per riuscire, “la Nuova Via della Seta deve – come faceva quella antica – portare a uno scambio delle espressioni più belle della cultura di tutti i Paesi partecipanti per avere successo”. Accanto allo sviluppo infrastrutturale e industriale, dobbiamo “fare la felice scoperta della bellezza di musica, poesia e pittura classica di altre culture e, conoscendole, rafforzare il nostro amore per l’umanità nel suo insieme”.

“Nel costruire il Ponte Terrestre Mondiale, tutte le nazioni coopereranno nello studio di come applicare le leggi della noosfera per stabilire forme durevoli di autogoverno. Lo sviluppo dei poteri mentali creativi di tutti i popoli in tutte le nazioni darà a tutta l’umanità il senso di unità e di scopo che renderà la nostra specie veramente umana. Se organizziamo le nostre società attorno alla scoperta scientifica e artistica, perfezioneremo la nostra conoscenza di come far avanzare continuamente il processo di autosviluppo dell’umanità, intellettualmente, moralmente ed esteticamente, e troveremo finalmente la nostra libertà nella necessità – compiendo il nostro dovere con passione”.

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