La maggior parte dei nostri contemporanei nel mondo transatlantico ricorderà il 2020 come un annus horribilis. La diffusione apparentemente inarrestabile del COVID-19, che alimenta la disoccupazione di massa, l’ulteriore collasso economico e l’insicurezza generale sul futuro, ha diffuso un profondo sentimento di sventura e disperazione e ha portato ad una sfiducia senza precedenti nei confronti dei governi e di chi si trova in posizioni di potere.
In questa situazione, Helga Zepp-LaRouche ha scelto di dedicare il suo webcast internazionale del 26 dicembre al tema dell’arte dello Stato e alla necessità di elevare a questo livello quella che viene comunemente intesa come “politica”. Lo Schiller Institute fu fondato quasi 37 anni fa, ha ricordato, non come un normale centro studi o una ONG, ma come un organismo per la promozione dell’arte dello Stato.
La chiave di lettura del concetto, ha spiegato Helga Zepp-LaRouche, è offerta da Friedrich Schiller, in particolare nelle sue Lettere sull’Educazione Estetica, scritte in gran parte in risposta al fallimento della Rivoluzione Francese, quando “un grande momento trovò un piccolo popolo”. Schiller si chiede perché la società si trovi “in una condizione così terribile”, in cui “i governi sono depravati e corrotti e le masse popolari sono passive”. Che cosa serve per liberare la società da un sistema oligarchico che calpesta il bene comune? La risposta, per Schiller, sta nella grande arte, nell’educazione estetica necessaria per elevare tutti i cittadini a una maggiore qualità di pensiero. Egli afferma esplicitamente che la più alta forma d’arte è “la costruzione di una vera libertà politica” tra i cittadini. In questo senso, ha sottolineato Helga Zepp-LaRouche, il ruolo dell’arte dello Stato è quello di migliorare il carattere della popolazione, in modo tale da garantire “che le repubbliche funzionino veramente”.
Questo principio va applicato indubbiamente alle sfide che ci attendono nel nuovo anno, ha proseguito Helga Zepp-LaRouche. Ci troviamo di fronte, ad esempio, al tentativo dell’oligarchia finanziaria di attuare il “Grande Reset”, alla questione dei brogli elettorali negli Stati Uniti, all’urgenza di creare i mezzi per combattere l’attuale pandemia, alla catastrofe delle carestie “di proporzioni bibliche” che minacciano il mondo.
Ha proseguito: “Ci sono molte altre cose che accadranno nel corso di quest’anno, ma la più urgente è tornare a questa idea di arte dello Stato. Dobbiamo farci un’idea completamente diversa di cosa sia la politica, che non può essere fatta di accordi burocratici; non può essere solo mantenere il potere per il potere, tenere la popolazione a bada con stupidi divertimenti. No, deve accadere il contrario. Tutta la popolazione del mondo deve essere elevata dalla cultura classica e messa in grado di trovare le radici della propria creatività. Questo deve anche guidare i rapporti tra le nazioni”. La fondatrice dello Schiller Institute ha sottolineato che dobbiamo passare ad un paradigma completamente nuovo, incentrato sul rispetto per la creatività di ogni individuo e sulle potenzialità di ogni nazione, per evitare la catastrofe.
Per questo Helga Zepp-LaRouche ha suggerito di iniziare il nuovo anno con la lettura dei maestri dell’arte dello Stato quali Shakespeare e Schiller, con lo studio di Leibniz, Platone, Lyndon LaRouche e in particolare del Licurgo e Solone di Schiller, “dove si discute la differenza tra una repubblica e un’oligarchia”. “Penso che il compito più urgente per noi sia elevare il livello della discussione nella popolazione, se vogliamo far sì che il prossimo anno sia migliore di questo”.