Helga Zepp-LaRouche, fondatrice e presidente dello Schiller Institute, è intervenuta al Forum Economico del’Accademia di Mosca, indetto sul tema “Trasformazione globale delle società moderne e obiettivi di sviluppo nazionale della Russia” (26-27 maggio 2021). Traduciamo per i lettori italiani il suo intervento così introdotto dal moderatore:

Vi presento la presidente dello Schiller Institute, la signora Helga Zepp-LaRouche, una personalità rinomata In Europa e nel mondo. Ha accettato di condividere con noi la propria esperienza e la propria visione sull’economia, più che con l’approccio “verde” che va tanto di moda oggi, con un approccio più “classico”. La parola a Lei, Helga.


Il discorso di Helga Zepp-LaRouche

Grazie mille: voglio ringraziare gli organizzatori di questa conferenza molto importante per avermi invitata.

E’ passato quasi un anno e mezzo dall’inizio della pandemia di Covid-19: che cosa abbiamo imparato dal confronto tra i diversi modelli di governo e di economia, da una parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, dall’altra parte della Cina e di altre nazioni asiatiche, nel rispondere adeguatamente a questa crisi? Conosciamo la risposta: benché la pandemia non sia ancora sotto controllo nel cosiddetto “Occidente” e si stia rafforzando in molte nazioni latinoamericane, asiatiche e africane, la situazione è sotto controllo in Cina in quasi due mesi, al pari di quelle nazioni asiatiche che, nel proprio sistema di valori, antepongono il bene comune all’esasperato individualismo riscontrato in Occidente.

La pandemia ha messo anche a nudo le falle fondamentali dei sistemi sanitarî privatizzati occidentali e le vulnerabilità delle catene di fornitura dei dispositivi medici, causata dalle privatizzazioni nelle nazioni “a basso costo di manodopera”, determinando un forte contrasto con l’efficienza del modello cinese.

Un sistema finanziario mondiale in bancarotta

Sono state le nazioni in via di sviluppo a pagare il prezzo più alto, essendo state private di qualunque degno sistema sanitario da parte del sistema neo-liberista.
Già nel 1973 il mio defunto marito Lyndon LaRouche mise in guardia il mondo intero dalle condizioni imposte dal FMI al cosiddetto Terzo Mondo, affinché i debiti fossero pagati con priorità sugli investimenti in sanità, istruzione, infrastrutture, ecc.; egli avvertì che questa politica avrebbe causato l’emergenza di nuove e vecchie pandemie, poiché non si può impunemente debilitare per lungo tempo i sistemi immunitarî degli abitanti di interi continenti.

Dopo la crisi finanziaria del 2008 nulla è stato fatto per intervenire radicalmente sulle sue cause. Le banche centrali, invece, hanno perseverato nella politica del cosiddetto Quantitative Easing e dei tassi di sconto nulli, e addirittura negativi, favorendo la speculazione finanziaria alle spese dell’economia reale. I risultati sono stati un ulteriore divario tra i ricchi e i poveri, l’erosione della produttività dell’economia fisica e il rigonfiamento della bolla speculativa, sottaciuta per un certo tempo.

Quando hanno colpito la pandemia di Covid-19 e le chiusure, i vari “stimoli” e “programmi di ripresa” sono serviti come comodo pretesto per continuare con lo schema dei salvataggi di un sistema finanziario di già in bancarotta.

I titoli totali della Federal Reserve americana sono cresciuti dai mille miliardi del 2018, ai 4100 miliardi del settembre 2019, fino ai 7800 miliardi della fine del 2020. La contabilità della Banca Centrale Europea è cresciuta nel medesimo periodo, da 1500 a 4600, quindi a 7500 miliardi (questo valore in aprile 2021). Siamo di fronte ad una inedita crescita del 75% della massa monetaria su base annua, che prefigura un collasso provocato dall’iperinflazione, come ammette anche un recente rapporto della Bank of America, dal ridicolo titolo di “iperinflazione transitoria”.

Le banche centrali stanno proprio cercando di rinviare gli effetti di questa bancarotta del sistema transatlantico tramite il “Great Reset”, o il “Green New Deal” o il “Green Deal”, uno schema di saccheggio di decine di migliaia di miliardi di dollari della produzione agricola e industriale e di investimenti diretti nella bolla della “finanza verde”. L’abbandono delle industrie legate ai carburanti fossili e l’approdo alle produzioni, alle costruzioni e all’architettura “carbon-neutre” (cioè il regresso al legno e al bambù) rappresentano un gigantesco passo all’indietro tecnologico. Per le nazioni del cosiddetto settore avanzato ciò significherebbe un’impennata enorme dei prezzi, un crollo dei livelli di vita e il caos sociale. Per la nazioni in via di sviluppo ciò significherebbe non soltanto la perpetuazione della povertà e del sottosviluppo, ma anche – nelle attuali condizioni di pandemia e carestia – lo spopolamento di massa.

Con la sua concezione della scienza dell’economica fisica, Lyndon LaRouche sviluppò il criterio di giudizio necessario, definendo la correlazione esatta tra la densità del flusso energetico nei processi produttivi nel loro complesso e la densità demografica relativa potenziale che può essere mantenuta a ciascun livello tecnologico. Poiché le fonti solare ed eolica permettono un accesso a basse densità di flusso energetico e molte nazioni, tra le quali la Germania, stanno abbandonando il settore nucleare, il “Grande Reset” potrebbe provocare un genocidio nell’ordine dei miliardi di individui, il che è un risultato desiderato dai fautori neomalthusiani della “finanza verde”. Il “Green New Deal” è l’opposto del “New Deal” di F. D. Roosevelt: è, infatti, una riedizione dello schema economico-finanziario di Hjalmar Schacht, con tutti i risultati annessi: genocidio e guerra.

Un vero New Deal globale

Il recente accordo sino-russo di stretta cooperazione nel settore nucleare è provvidenzialmente un polo che va nella direzione opposta. Pensando in modo più generale, il modello economico cinese, responsabile dell’emancipazione di 850 milioni di persone dalla povertà, ha permesso alla Cina di svilupparsi in quarant’anni, da Paese povero e sottosviluppato a Paese con una grande dotazione di infrastrutture (impressionante è la rete di treni superveloci), con la capacità di muoversi nello spazio extraterrestre (arrivando a collocare, prima e unica, una sonda sull’emisfero nascosto della Luna) e con un ruolo pionieristico nella ricerca sulla fusione nucleare controllata.

L’Iniziativa Belt and Road offre sulla scena mondiale per la prima volta una prospettiva concreta di sviluppo per le nazioni povere e sottosviluppate: questo è il motivo dell’adesione di quasi centocinquanta nazioni. È il più grande programma infrastrutturale della storia e rappresenta la soluzione potenziale ai bisogni urgenti delle regioni del mondo, Asia Sudoccidentale, Africa e America Latina, minacciate ora dalla pandemia e dalla carestia di “dimensioni bibliche”, come l’ha caratterizzata David Beasley del Programma Alimentare Mondiale.
Il rischio di iperinflazione nel sistema finanziario transatlantico sottolinea l’urgenza di un vero New Deal globale, che ci tuteli, insieme alla netta separazione bancaria prefigurata dal Glass-Steagall Act di Roosevelt, dall’impatto di questa esplosione. La separazione bancaria porrebbe fine una volta per tutte all’economia da casinò e consentirebbe la nascita di un nuovo sistema creditizi basato sull’esperienza storica delle banche nazionali statunitensi nella tradizione di Alexander Hamilton. Parlo di un nuovo sistema di Bretton Woods, secondo le intenzioni di F. D. Roosevelt e non seguendo quanto fecero Truman e Churchill, capace di fornire un credito a lungo termine a tassi di interesse agevolati, destinato in particolare alle nazioni arretrate, per renderne possibile la vera industrializzazione.

Questa pandemia e la minaccia di nuove pandemie, che abbiamo colto nelle parole del direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineano la necessità urgente di adottare immediatamente un sistema sanitario mondiale, ovvero la garanzia che ciascuna nazione sia dotata di un sistema sanitario moderno, come quello mobilitato a Wuhan dai cinesi.

La specie umana è l’unica specie capace di ragione creativa e lo sviluppo dell’umanità raggiunto finora è prova della giustezza della concezione elaborata da Vladimir Vernadskij sulla crescente influenza della noosfera quale legge universale. V’è dunque la speranza che lo scontro geopolitico lasci spazio a un nuovo paradigma di cooperazione orientato agli obiettivi comuni dell’umanità, che includono la cooperazione sulla fusione nucleare e nell’esplorazione spaziale, campi che dimostreranno la presenza di guadagni maggiori per tutti grazie all’accesso a una nuova era per la civiltà. Il vertice dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU proposto dal Presidente Putin potrebbe essere l’inizio di tale paradigma. Dobbiamo dare vita ad un’alleanza internazionale anti-malthusiana per dare l’abbrivio a questo nuovo paradigma!

Importanza del Forum Economico dell’Accademia di Mosca

Il Forum è una rilevante conferenza per il dibattito e la discussione sull’economia rivolto a economisti russi, esperti internazionali e professionisti di diversi campi scientifici. Quest’anno il Forum del 26-27 maggio ha il titolo “Trasformazione globale delle società moderne e obiettivi di sviluppo nazionale della Russia”. Salutando i partecipanti, il Presidente russo Vladimir Putin ne ha sottolineato la missione: “Il vostro Forum, che unisce rinomati scienziati ed economisti, rappresentanti di enti governativi, di società private e organizzazioni pubbliche, è chiamato a discutere di un ampio ventaglio di problemi correlati allo sviluppo dinamico dell’economia russa, al rafforzamento del potenziale scientifico nazionale; insomma, di compiti nazionali strategici”.

Centinaia i partecipanti, presieduti da Alexander Sergeyev, Presidente dell’Accademia delle Scienze e professore di matematica e fisica, e da Sergei Bodrunov, Presidente della Libera Società Economica di Russia e Presidente dell’Unione Internazionale degli Economisti.
Al Forum hanno parlato anche il Ministro degli Esteri russo Lavrov, il Presidente della Camera di Commercio e Industria della Federazione Russa S. N. Katryn (il quale ha fatto notare che “Quest’anno il Forum è tenuto in condizioni difficili per la nostra nazione e per l’economia del mondo intero. Giammai, prima d’ora, il mondo è stato messo così alla prova da una crisi di dimensioni colossali e con conseguenze inedite. V’è un interesse naturale nei lavori e nei risultati del Forum, nella forma di raccomandazioni e conclusioni di scienziati e esperti pratici in fatto di sviluppo dell’economia russa e dell’economia mondiale, di criterî e valutazioni delle azioni intraprese dalle autorità e dalle imprese odierne”).

Da ciò deriva l’importanza dell’intervento di Helga Zepp-LaRouche per presentare agli studiosi e agli esperti riuniti il pensiero di Lyndon LaRouche in merito alla “metrica di sviluppo” con la quale giudicare delle azioni intraprese: deve crescere la densità del flusso energetico disponibile alla tecnologia (ovvero deve crescere il flusso di energia disponibile per il lavoro attraverso una determinata superficie e un determinato intervallo di tempo in correlazione con tale attività lavorativa), in modo da accrescere la densità demografica relativa potenziale delle società umane.