La guerra economica contro la Russia delle ultime settimane era in programma da molto prima dell’attuale “crisi ucraina”, come hanno confermato funzionari “anonimi” della Casa Bianca il 25 gennaio. La loro dichiarazione, pubblicata sul sito della Casa Bianca, dà ragione a Putin quando dice che la Federazione russa sarebbe stata sottoposta a dure sanzioni a prescindere dal corso che avrebbero preso i negoziati con l’Ucraina.
Ma, mentre vari leader americani si compiacciono in modo arrogante del danno fatto e mentre il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha minacciato il 14 marzo a Roma Yang Jiechi, il responsabile di politica estera del partito comunista cinese, affermando che la Cina affronterà sanzioni altrettanto dure se aiuterà la Russia, non si deve trascurare il ruolo britannico in tutta la faccenda. Dopo tutto, la guerra economica è nel DNA dell’impero britannico da secoli (ricordiamo il ruolo dei neoliberisti malthusiani della Compagnia Britannica delle Indie Orientali nella morte di uno o due milioni di irlandesi nella carestia delle patate tra il 1845 e il 1852, e le ondate di carestie che hanno spazzato l’India dal XVIII al XX secolo, con decine di milioni di morti).
La brutta faccia di questa nuova politica maltusiana è il ministro degli esteri britannico Liz Truss. In un discorso pronunciato il 10 marzo all’Atlantic Council, un think tank anglo-americano finanziato dalle corporations del complesso militare-industriale, ha delineato come l’attuale guerra contro la Russia potrebbe essere usata per creare una nuova architettura di sicurezza e struttura economica globale imperiale. Ha definito la crisi in Ucraina “un cambiamento di paradigma paragonabile all’11 settembre” e “come rispondiamo oggi stabilirà il modello per questa nuova era”. Non possiamo semplicemente permettere che “l’espansionismo di Putin” rimanga incontrastato, ha detto, aggiungendo che “non stiamo ancora facendo abbastanza”. “Vogliamo una situazione in cui loro [i russi] non possano accedere ai loro fondi, non possano eseguire pagamenti, il loro commercio non possa fluire, le loro navi non possano attraccare e i loro aerei non possano atterrare… E dobbiamo fare di più per fornire armi difensive [all’Ucraina]… Faremo tutto questo e daremo forma a questa nuova era globale per la sicurezza globale”.
Solo un giorno prima, il guru delle sanzioni dell’Atlantic Council, Daniel Fried, era stato cofirmatario di un articolo dal titolo “Cosa resta da sanzionare in Russia? Portafogli, azioni ed investimenti esteri”. Fried, che ha stilato le sanzioni originali contro Mosca ai tempi del golpe ucraino del 2014 per mano dell’amministrazione Obama, conclude che rimuovere o sospendere le sanzioni dopo la fine della guerra sarebbe “complesso”, poiché “semplicemente non ci si può fidare” delle promesse di Putin.
In altre parole, in un mondo dominato dall’impero anglo-americano, lo sviluppo della Russia come nazione sovrana sarà impedito da un regime di sanzioni permanenti!