Il periodo delle vacanze estive si avvia alla fine e le decisioni prese nelle prossime settimane saranno decisive per la pace e la cooperazione internazionale. Nel mondo transatlantico vi sono molti pericoli dietro l’angolo. Il più pressante è quello di un nuovo crac finanziario che sarà sicuramente peggiore di quello del 2008. Esso potrebbe essere innescato dall’inversione del “carry trade” dai Paesi emergenti verso il dollaro dovuto all’uscita dal QE da parte della Federal Reserve, ma al di là di ciò, l’intero sistema costruito su una bolla di milioni di miliardi di derivati finanziari è marcio e destinato a crollare, in un modo o nell’altro.

Questo fattore aiuta a capire perché l’Alleanza Nordatlantica intensifichi le provocazioni militari contro la Russia nel tentativo di mantenere gli attuali equilibri di forze. In autunno si terranno le più grandi manovre dal dopoguerra al confine con la Russia, con circa quarantamila truppe. A dispetto dell’intenzione, affermata da Trump, di migliorare le relazioni con Mosca, queste sono peggiorate a causa del “partito della guerra” che domina entrambi i partiti negli Stati Uniti e tenta disperatamente di rovesciare la Presidenza di Trump. Presto entreranno in vigore nuove e più dure sanzioni contro i funzionari e le istituzioni russi, sulla base di accuse prive di ogni fondamento. Membri del governo, tra cui il Primo Ministro russo Medvedev, definiscono le misure una mossa di “guerra economica” e minacciano rappresaglie.

I rapporti tra la Cina e l’Europa sono tesi a causa dei timori, questi fondati, che la cooperazione “win-win” spazzerà via il vecchio ordine geopolitico.

Tuttavia in Europa sta crescendo la rivolta contro le politiche di austerità dettate da Bruxelles a favore delle grandi banche e contro la politica tipica della guerra fredda. Al riguardo, l’orientamento del governo italiano a favore della cooperazione con la Cina per gli investimenti e lo sviluppo dell’Africa offre una via d’uscita dalla camicia di forza imposta dall’UE.

In questa cornice lo Schiller Institute ha lanciato la petizione che abbiamo pubblicato nel numero precedente, indirizzata ai leader di Stati Uniti, Russia, Cina e India affinché indicano un vertice allo scopo di organizzare una “Nuova Conferenza di Bretton Woods”. Come ha spiegato Helga Zepp-LaRouche (foto) il 23 agosto, i pericoli derivanti dal crac imminente potrebbero essere evitati tornando a un sistema di cambi stabili e a un sistema creditizio per “facilitare la cooperazione nel contesto del Nuovo Paradigma e con l’Iniziativa Belt and Road”.

È questa una prospettiva realistica?, si è chiesta. “Penso di si, perché Russia, Cina e India stanno già cooperando su queste linee, e Trump ha dimostrato, stabilendo rapporti iniziali, di essere in grado di muoversi in questa direzione”.

Un’alleanza delle quattro potenze non sarebbe esclusiva, ha spiegato la fondatrice dello Schiller Institute, ma la combinazione sarebbe abbastanza potente da effettuare il necessario cambiamento.