Parlando al pubblico della sua teleconferenza settimanale, Helga Zepp-LaRouche ha passato in rassegna gli elementi della crisi strategica in atto, assieme alle spaventose dichiarazioni di molti dirigenti politici in tutto il mondo, concludendo che la mobilitazione per una soluzione di pace e prosperità tocca ai cittadini, i quali sono chiamati a insistere in ogni situazione affinché abbia luogo un vertice tra le grandi potenze mondiali. Le recenti conferenze dello Schiller Institute e del LaRouche Political Action Committee hanno dato l’idea di quanto grande sia il pericolo costituito dagli effetti combinati del tentato golpe contro il Presidente degli Stati Uniti e del bellicoso tam-tam di personaggi come l’attuale Segretario di Stato Mike Pompeo.

Mentre Trump parla di pace e compie mosse di avvicinamento al Presidente russo Putin, la macchina bellica globale opera – recentemente anche tramite l’orchestrazione del caso Naval’nyj quale ultimo argomento della retorica russofoba – per impedire un simile vertice, al contempo guastando i rapporti tra Mosca e Berlino. La dichiarazione di Ursula “von der Lyon”, aggressiva anche nei confronti della Cina, è stata di fiancheggiamento di una rivoluzione colorata in Bielorussia, oltre a proporre, ancora una volta, l’incubo ecologista. Da una parte l’UE fa proclami a favore dei diritti umani, dall’altra ignora la situazione, che è realmente di vita o di morte, dei migranti, tra i quali le persone intrappolate a Lesbo.

Rivolgendosi ai suoi ascoltatori, li ha esortati a non desistere, a “continuare a battersi per un vertice” tra le potenze, uno dei passi fondamentali della traiettoria delineata dal movimento di Lyndon LaRouche per risolvere le crisi globali.

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