Mentre continuano ad aumentare le perdite ed i licenziamenti a Wall Street, ottengono sempre più sostegni le iniziative per porre un freno alle megabanche, che oggi sono più potenti di sei anni fa. Il disegno di legge per il ripristino della legge Glass-Steagall, ripresentato il 15 gennaio dalla congressista democratica Marcy Kaptur (col numero H.R. 381) ha già 24 co-firmatari.

Un nuovo sondaggio condotto da GBA Strategies per conto del Progressive Change Institute indica una pluralità di sostegni per il ripristino della legge Glass-Steagall, come riferisce il 21 gennaio The Hill. Lo stesso sondaggio indica che Wall Street non piace né ai repubblicani né ai democratici, e che è probabile che entrambi gli schieramenti sosterrebbero misure per un repulisti del settore finanziario invece di opporvisi.

Nel frattempo Robert Reich, ex ministro del Lavoro di Clinton, ha scritto in un blog che qualsiasi candidato (o candidata) presidenziale credibile dovrà proporre “di limitare le dimensioni delle più grosse banche di Wall Street, di ripristinare il Glass-Steagall Act (che separava le banche d’affari dalle banche commerciali); di definire l’insider trading nello stesso modo in cui lo fa la maggior parte dei paesi, e cioè l’uso di informazioni che ogni persona ragionevole sa non disponibili alla maggior parte degli investitori; e chiudere le porte scorrevoli tra Wall Street e il Tesoro americano.

Significa anche non dipendere da Wall Street per i finanziamenti alla propria campagna elettorale

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Anche su questo Lyndon LaRouche è stato il più esplicito, insistendo più volte che Wall Street va chiusa, nessuno ha bisogno di una bisca finanziaria.