Sia la Federal Reserve che la BCE stanno studiando la possibilità di introdurre una moneta digitale, una mossa ufficialmente giustificata da apparenti buone intenzioni (“offrirebbe una maggiore scelta e un accesso più facile ai pagamenti”). In realtà, la nuova valuta è concepita per agevolare i movimenti speculativi e facilitare l’inflazione. Gli economisti neoliberisti, per cui la separazione bancaria è come l’acqua santa per il diavolo, vedono l’inflazione come unico modo per ridurre il debito globale del sistema.
Nell’agosto 2019 l’allora governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney (foto), che oggi è inviato speciale dell’ONU per l’Azione Climatica e la finanza per il “green new deal” globale, lanciò la proposta di una valuta digitale emessa dalle banche centrali per sostituire il dollaro negli scambi internazionali. Il motivo: da dieci anni le banche centrali cercano di inflazionare il dollaro emettendo denaro fiat e hanno fallito del tutto. Perciò, il dollaro dovrebbe essere sostituito da una valuta digitale internazionale che le banche centrali possano inflazionare o deflazionare a volontà, creandola o distruggendola.
Nel processo tuttavia, come ha concluso uno studio della Federal Reserve di Filadelfia pubblicato nel luglio scorso, una simile valuta porterebbe alla distruzione delle banche commerciali private (https://www.euronews.com/2020/10/02/a-digital-euro-european-central-bank-assessing-safe-alternative-to-cryptocurrencies).