Pubblichiamo l’appello per una Nuova Bretton Woods lanciato il 24 giugno da Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, e sottoscritto finora da 100 personalità da tutto il mondo.
24 giugno 2022 – Il sistema neoliberista è irrimediabilmente in bancarotta. Ma i governi occidentali, invece di trarne le conseguenze e di riorganizzare radicalmente il sistema, hanno intensificato lo scontro con i loro presunti concorrenti sistemici, Russia e Cina. Questo ha portato, come risultato della quintuplice espansione della NATO verso est, a una crisi missilistica di Cuba al contrario e ad una guerra nel mezzo dell’Europa che potrebbe potenzialmente degenerare in una terza guerra mondiale nucleare.

Molte persone hanno paura di una nuova guerra mondiale, e a ragione. Ma sono le cause del pericolo che vanno eliminate! Non siamo forse testimoni di come non funzioni più nulla? Le catene di approvvigionamento non si stanno interrompendo ovunque? I prezzi di cibo ed energia non stanno forse aumentando vertiginosamente? Il governo tedesco vuole razionare il gas, mentre in Polonia e in Lituania si torna a riscaldarsi con la legna.

No, questo non ha quasi nulla a che fare con la politica cinese “Zero Covid” e solo indirettamente con la guerra in Ucraina. Ma ha molto a che fare con il modello neoliberista, in tutti i suoi aspetti. L’idea neoliberista di portare la produzione industriale nei Paesi a basso salario è sbagliata, perché distrugge i posti di lavoro produttivi nei Paesi industriali e sfrutta la manodopera nei Paesi in via di sviluppo. Altrettanto sbagliata è l’idea di una “società fondata sul valore azionario”, in cui l’unico obiettivo il profitto a breve termine del mercato azionario, ed in cui non serve l’aumento a lungo termine della produttività economica fisica. Altrettanto sbagliata è l’idea che “il denaro fa guadagnare”, come se il denaro avesse un valore intrinseco di per sé, o l’idea del just-in-time, in cui le scorte non sono più necessarie, dato che i camion possono consegnare pezzi semilavorati all’ultimo minuto. Ma soprattutto, ciò che è totalmente sbagliato è l’idea che il denaro sia sinonimo di ricchezza sociale. Questa favola ha portato solo a un aumento esplosivo del numero di miliardari e milionari, mentre cresce anche la schiera dei poveri e scompare la classe media.

L’incredibile crollo delle infrastrutture negli Stati Uniti e in Europa – che si tratti di ponti pericolanti, di treni merci che attendono per giorni sui binari, di tempi assurdi per le riparazioni, di carenza di manodopera qualificata o di scomparsa di prodotti dagli scaffali dei negozi – è la prova inconfutabile del fallimento del modello neoliberista. L’inflazione galoppante, in particolare, non è il risultato della “guerra in Ucraina”, ma dell’eccessiva stampa di moneta da parte delle banche centrali dal 2008, nel tentativo di nascondere la crisi sistemica.
Con il sistema finanziario transatlantico di oggi, ci troviamo di fronte a ciò che accadde nella Germania di Weimar nel 1923: l’iperinflazione, che minaccia di divorare tutti i risparmi di una vita della popolazione. I tentativi delle banche centrali di combattere l’inflazione con aumenti dei tassi d’interesse potrebbero scatenare un crollo a catena delle imprese indebitate e dei Paesi in via di sviluppo. Il distacco aggressivo dalla Russia e il tentativo di muoversi contro la Cina porteranno alla rovina tutte le nazioni.
L’effetto sul mondo in via di sviluppo è micidiale. Secondo le Nazioni Unite, già ora 1,7 miliardi di persone rischiano la carestia, aggravata dalle sanzioni autodistruttive contro la Russia e altri Paesi. Il modello neoliberista non ha fatto nulla per combattere la povertà nel Sud del mondo, in cui 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo non ha un sistema sanitario efficace, lasciandoli indifesi di fronte alla pandemia di Covid e altre malattie. I sistemi sociali di molti Paesi sono già al collasso. Se l’inflazione sfuggirà al controllo o se si verificherà un crollo improvviso, ampie zone del mondo potrebbero precipitare nel caos sociale più totale. Inoltre, è inaccettabile usare le preoccupazioni climatiche e ambientaliste per giustificare la deindustrializzazione e lo spopolamento radicale, come fece Malthus ai suoi tempi.
Anche se i governi del mondo occidentale non lo ammettono, il sistema neoliberista oggi è in bancarotta come lo erano i Paesi comunisti nel periodo 1989-1991. Invece di riconoscere questo fatto, continuano a prendere decisioni senza riflettere sulle loro conseguenze, portando la società al collasso. Invece di razionare il gas e lasciare che i prezzi dei beni di prima necessità aumentino in modo incontrollato, dovrebbero revocare le sanzioni – una forma brutale di guerra contro le popolazioni dei Paesi presi di mira – e affidarsi alla diplomazia per risolvere i conflitti.
I firmatari chiedono pertanto che venga convocata immediatamente una conferenza internazionale di emergenza che dia il via alle seguenti misure:
Primo: La riorganizzazione del sistema finanziario mondiale in bancarotta e la sua sostituzione con un nuovo sistema di Bretton Woods. L’obiettivo dichiarato di questo nuovo sistema creditizio deve essere il superamento della povertà e del sottosviluppo in tutto il mondo, ma soprattutto l’innalzamento del tenore di vita nei Paesi in via di sviluppo, rendendo possibile a tutti gli abitanti del pianeta il pieno sviluppo delle proprie capacità potenziali.
Secondo: una riorganizzazione fallimentare delle banche commerciali, ponendole sotto la protezione dai creditori, in modo che possano fornire credito all’economia reale. Le banche d’affari e le altre entità finanziarie dovranno arrangiarsi senza il denaro dei contribuenti, mettendo in ordine i loro conti da sole e, se necessario, dichiarando bancarotta.
Terzo: la messa al bando del commercio dei derivati nell’ambito di accordi tra governi.  Dovranno essere rigorosamente vietate anche tutte le speculazioni sull’energia e sui prodotti alimentari.
Quarto: l’attuazione immediata di un sistema di tassi di cambio fissi, che possano essere modificati periodicamente dai governi entro certi limiti.
Quinto: la riorganizzazione fondamentale del debito dei Paesi e delle imprese e, ove necessario per la loro esistenza produttiva, la cancellazione del debito.
Sesto: l’istituzione in ogni Paese di una Banca Nazionale nella tradizione di Alexander Hamilton, in modo che la creazione del credito venga posta sotto il controllo dei governi sovrani. In questo modo si potrà ottenere la piena occupazione produttiva attraverso investimenti in infrastrutture di base e innovazione.
Settimo: accordi a lungo termine tra le banche nazionali per crediti a bassi tassi di interesse per consentire investimenti in un programma internazionale di infrastrutture e in progetti del ponte terrestre mondiale, come quelli illustrati nello studio “La nuova Via della Seta diventa il ponte terrestre mondiale” e quelli che sta attuando la Cina con l’Iniziativa Belt and Road.
Ottavo: L’espansione del ponte terrestre mondiale, che crea vantaggi economici comuni per tutti i Paesi, che a loro volta diventano la base di una nuova architettura di sicurezza internazionale, che tenga conto degli interessi di sicurezza di tutte le nazioni su questa Terra. Lo sviluppo è il nuovo nome della pace.
Noi, firmatari di questo appello, siamo convinti che il sistema della “globalizzazione”, con il suo brutale capitalismo avvoltoio, sia fallito dal punto di vista economico, finanziario e morale. Dobbiamo fare delle persone la priorità dell’economia, che non è un negozio self-service per miliardari e milionari, ma deve servire il Bene Comune. Il nuovo ordine economico deve garantire i diritti inalienabili di tutti gli abitanti della Terra.
Primi firmatari:
Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute
Liliana Gorini, presidente di Movisol (Milano)
Argentina: Juan Francisco Soto, costituzionalista, ex docente di diritto costituzionale all’Università di Buenos Aires
Alejandro Yaya, Argentina. Vicepresidente dell’Istituto Civile di Tecnologia dello Spazio
Enrique Juan Box, Argentina. giornalista
Roberto Fritzsche, Argentina. Docente del Dipartimento di Scienze Economiche, Università di Belgrano
Bolivia: Gen. Edwin de la Fuente Jeria, ex comandante in capo delle forze armate in Bolivia
Brasile: Jairo Diaz Carvalho, Docente di Filosofia della tecnologia, Università Federale di Uberlandia
Canada: Julian Fell, Biologo, condirettore Area F, Regional Government of Nanaimo, British Columbia
Dr. Graham Fuller, Canada. Ex funzionario della CIA, ex vicepresidente dello U.S. National Intelligence Council; scrittore, studioso
Colombia: Pedro Rubio, Presidente dell’Associazione di funzionari di contabilità generale della Colombia
Santo Domingo: Marino J. Elsevyf Pineda, avvocato
Ramón Gross, Santo Domingo. Docente all’Università Cattolica di Santo Domingo
Luis González, Santo Domingo. Direttore del Centro di Analisi degli Studi Internazionali, Università dei Caraibi
Francia: Jacques Cheminade,Presidente di Solidarité et Progrès
Col. Alain. Corvez, Francia. Consigliere internazionale
Odile Mojon-Cheminade, Francia. Direttrice del sito dello Schiller Institute in Francia
Germania: Dr. Uwe Behrens, Manager Logistica, scrittore
Grecia: Leonidas Chrysanthopoulos, Ambasciatore Ad Honorem, ex segretario generale della Black Sea Economic Cooperation Organization (BSEC)
George Tsobanoglou, Grecia. Docente di sociologia, Università dell’Egeo
Ucraina: Natalia Vitrenko, economista, parlamentare ucraina dal 1995 al 2002, candidata alla Presidenza nel 1999 e 2004.

Volodymyr Marchenko, parlamentare ucraino dal 1990 al 2002.

Ungheria: Andrea Szabó, docente di economia in pensione
Italia: Vincenzo Romanello, ricercatore nucleare e direttore di progetto presso l’Istituto di Protezione dalle Radiazioni (SURO), Repubblica Ceca
Alessia Ruggeri, Italia. Sindacalista, Comitato per la Repubblica
Nino Galloni, Italia, economista, Roma

Carlo Pettirossi, Italia, ingegnere nucleare, Atomi per la Pace
Federica Mancini, Italia. Ingegnere nucleare, Atomi per la pace, Milano
Prof. Bruno Brandimarte, Italia, docente di misurazioni elettroniche, Roma .
Gaetano Santoro, Italia. Sindacalista, UPI (Unione Partite IVA)
Luca La Bella, Italia. Analista finanziario
Davide Donateo, Italia. Editore, fondatore di Database Italia
Paola Ghedini, Italia, Manager consulenza internazionale, Roma
Gianmarco Landi, Italia. Manager finanziario
David Baccini, Italia. Chief Executive Officer, Supranext, New York
Guido Grossi, Italia. Presidente di Sovranità Popolare
Mariano Jodice, Italia. Biologo molecolare e giornalista
Luca Russo, Italia, segretario di Italexit, Lecce
Filippo Rossi, Italia, giornalista
Lino Mungari, Italia, Presidente dell’Accademia Progetto Uomo, Roma
Antonio Grazia Romano, Italia, avvocato
Malaysia: Mohd Peter Davis, PhD, biotecnologo, biochimico, architetto, consulente su agricoltura tropicale, Universiti Pertanian Malaysia
Mali: Adam Ouologuem, Giornalista a Washington
Messico: Alberto Vizcarra Ozuna, Coordinatore del Movimento Cittadini per l’Acqua
Simón Levy, Messico. Fondatore della Cátedra México-China, Università Autonoma del Messico (UNAM)
Olanda: Dr. A. J. (Guus) Berkhout, docente emerito di geofisica, Politecnico di Delft; Presidente di CLINTEL; membro della Reale Accademia Olandese di Arti e Scienze
Nigeria: Adeshola Raheem Kukoyi, fndatore, Equilibrium Perspectives, University of Lagos
David Ajetunmobi, Nigeria. Leader sindacale
Norvegia: Thore Vestby, ex sindaco e parlamentare, cofondatore della ICHI Foundation
Perù: Roberto Vela Pinedo, presidente dell’Associazione degli Economisti del Perù
José Antonio Benllochpiquer Castro, Perù. Vice Presidente del Partito Democristiano del Perù
Dino Gavancho Cilliani, Perù. Segretario generale per l’Educazione politica della DC del Perù
Fernando Fauché, Perù. Segretario generale della DC del Perù
Carlos Francisco Gallardo Neyra, Perù. Presidente della DC del Perù
Adrián Flores Konja, Perù. Ex Rettore del Dipartimento di scienze amministrative e di contabilità dell’Università di San Marcos
Fabiola María Morales Castillo, Perù. Parlamentare del Partito di Renovación Popular
Víctor Raúl Orihuela Paredes, Perù. Presidente della Fondazione dell’Università di San Marcos
Sud Africa: Kelvin Kemm, AD, Stratek Business Strategy Consultants; ex presidente della South African Nuclear Energy Corporation
Princess Mthombeni, Sud Africa. Specialista in comunicazioni nucleari e fondatrice di Africa4Nuclear
Spagna: Juan José Torres Núñez, giornalista freelance, poeta
Regno Unito: Mike Robinson, direttore di The UK Column
Stati Uniti: Sam Pitroda, inventore, imprenditore, presidente dell’Indian Overseas Congress
Frederick Weiss, Stati Uniti. Musicista professionista
Christopher Fogarty, Stati Uniti. Presidente di Friends of Irish Freedom (Chicago)
Dr. James George Jatras, Stati Uniti. Ex diplomatico, ex consigliere della leadership repubblicana al Senato USA, analista politico
William F. Reid, MD, Stati Uniti. Primo afro-americano eletto al Parlamento della virginia dalla ricostruzione
Dr. Bennett Greenspan, Stati Uniti. Ex presidente del SNMMI (Society of Nuclear Medicine and Molecular Imaging); membro dell’American College of Radiology
James Moore, Stati Uniti. Ex presidente dell’Alaska Trollers Association; membro del comitato esecutivo di NSRAA ed AKI (aquaculture)
John Shanahan, Stati Uniti. Ingegnere civile, presidente di Go Nuclear, Inc.; direttore di allaboutenergy.net
Dr. George Koo, Stati Uniti. Presidente della Burlingame Foundation; ex consulente per i rapporti USA-Cina
Zaher Wahab, Stati Uniti. Docente emerito di educazione, ex consulente del Ministero afgano dell’Istruzione, ha insegnato alla American University of Afghanistan, 2013-2020
James Benham, Stati Uniti. Presidente del sindacato degli agricoltori in Indiana, membro del consiglio della National Farmers Union
Wilbur Kehrli, Stati Uniti. Membro del consiglio della American Blue Cattle Association;
Don Diehl, Stati Uniti. scrittore; ex direttore del Sapulpa Daily Herald, presidcatore battista
Dr. Clifford Kiracofe, Stati Uniti. Presidente del Washington Institute for Peace and Development
Neil Brown, Stati Uniti. Ingegnere nucleare, Portland, OR
Paul D. Chamberlin, Stati Uniti. Metallurgista estrattivo, esperto di reattori nucleari, Highlands Ranch, CO
Venezuela: Román Rojas Cabot, ex ambasciatore del Venezuela presso la Comunità Europea
Zimbabwe: Munashe Chiwanza, ingegnere civile

Firma l’appello per una Nuova Bretton Woods al seguente link dello Schiller Institute:

https://schillerinstitute.nationbuilder.com/call_for_an_ad-hoc_committee_for_a_new_bretton_woods_system