Le piogge torrenziali che hanno provocato quasi 200 vittime nella Germania occidentale e in Belgio e sommerso interi paesi in vere e proprie alluvioni-lampo, sono state immediatamente attribuite al “cambiamento climatico causato dall’uomo”, con la richiesta di misure ancora più energiche per frenare le emissioni di CO2. Ma il fatto è che le alluvioni si sono sempre verificate nei secoli precedenti, così come siccità e altri eventi meteorologici estremi, e continueranno a verificarsi in futuro, cambiamento climatico o no.
Ad esempio, la più grande catastrofe naturale finora in Germania è stato l’uragano che colpì Amburgo nel 1962 e che provocò oltre 300 vittime, che sarebbero state molte di più se il futuro cancelliere Helmut Schmidt, allora ministro degli Interni della città-stato, non avesse preso il comando e mobilitato l’esercito, violando la Costituzione. Schmidt chiese anche l’intervento delle truppe americane e riuscì a salvare molte vite con l’impiego degli elicotteri.
Il compito immediato ora, naturalmente, è quello di fornire soccorso alle vittime della catastrofe e sbloccare i fondi necessari per ricostruire le infrastrutture distrutte, così come le aziende e le imprese colpite dalle alluvioni, in modo che le popolazioni locali abbiano di nuovo un lavoro e possano guadagnarsi da vivere. L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare per la popolazione condizioni migliori di quelle che esistevano prima.
Ma soprattutto, sottolinea il settimanale tedesco Neue Solidarität, “dobbiamo trarre le giuste conclusioni dal disastro per essere meglio preparati ad affrontare situazioni simili in futuro. Se questi eventi naturali, che sono sempre da aspettarsi, si trasformano in catastrofi, dipende dal fatto che le infrastrutture necessarie ad affrontarli non sono state costruite in tempo. Non abbiamo bisogno di discorsi vaghi sulla ‘protezione del clima’, ma piuttosto di misure concrete per proteggere le persone”.
Il direttore Alexander Hartmann sottolinea inoltre che proteggere le persone significa trasformare la natura per migliorare le condizioni dell’uomo e diventare sempre più indipendenti dalle “catastrofi naturali”. “Proprio su questo abbiamo fatto troppo poco negli ultimi decenni, specialmente sotto l’influenza dell’ideologia verde, ma anche sotto l’influenza degli apostoli dell’austerità e del ‘pareggio di bilancio’, i profeti della ‘libera economia di mercato’, gli speculatori finanziari e i miliardari di Davos. Invece di costruire, i bilanci sono stati tagliati e strutture essenziali – come le centrali nucleari – sono state abbandonate e distrutte nel nome della protezione dell’ambiente e del clima e sostituite da centrali eoliche e solari, che mettono il nostro approvvigionamento energetico ancora più in balia dei capricci della natura”.
Infatti, un guasto diffuso e duraturo della rete elettrica avrebbe conseguenze molto più drammatiche delle piogge record della scorsa settimana. Eppure, dopo l’uscita dal nucleare, il governo tedesco intende chiudere anche tutte le centrali a carbone ed espandere invece le fonti di energia “rinnovabile”, notoriamente inaffidabili.