Il veto posto dal Presidente Obama sulla legge S.2040, per la Giustizia Contro gli Sponsor del Terrorismo (JASTA), è stato annullato grazie al voto di entrambe le Camere del Congresso USA, dove era richiesta una maggioranza dei due terzi. Il Senato ha espresso 97 voti a favore ed uno contrario mentre alla Camera dei Rappresentanti i voti a favore erano stato 348 contro 77.


Le implicazioni sono profonde ed estese


Con l’approvazione del JASTA, sono state rimosse le scappatoie che impedivano ai sopravvissuti ed alle famiglie delle vittime dell’11 settembre di citare in giudizio, presso un Tribunale Federale americano, il Regno dell’Arabia Saudita. A novembre è già prevista un’audizione nella Corte Federale del Distretto Meridionale di New York, nella quale sarà finalmente consentito alle famiglie dell’11 settembre di citare in giudizio la Monarchia saudita, presentando nuove prove del sostegno dato dal governo saudita ai dirottatori, quindici dei quali erano cittadini sauditi.


L’opportunità di dimostrare il coinvolgimento saudita è stata fornita dalla pubblicazione, il 15 luglio 2016, delle 28 pagine secretate dal rapporto originale del 2002 della Commissione d’Inchiesta del Congresso sull’11 Settembre. Nel rapporto viene descritto il ruolo dell’ex ambasciatore saudita presso gli Stati Uniti, il Principe Bandar bin-Sultan, nell’aiutare almeno due dei terroristi dell’11 settembre; vengono inoltre smascherati i legami tra gli attentatori e diversi membri della Famiglia Reale, oltre che di funzionari di vari livello del governo saudita.


Il ruolo del principe Bandar è di particolare rilevanza visti i suoi legami con la famiglia Bush e con la Corona britannica. Bandar fu il mediatore, insieme all’ex Primo Ministro britannico Margaret Thatcher, del patto di Al-Yamamah, ovvero di quell’accordo per il quale i sauditi fornivano petrolio in cambio di armi. Un noto membro del Parlamento britannico, il quale ha ricoperto incarichi presso il Ministero della Difesa, in giugno avevo ammonito che se fosse stata approvata la legge JASTA, sarebbero potuti finire sul banco degli imputati anche la Corona ed il governo britannico, insieme ai sauditi.


Una vittoria storica


Lyndon LaRouche, il cui Comitato di Azione Politica (LPAC) si è abbondantemente adoperato per raggiungere questo risultato, ha descritto il voto come “Una vittoria storica. E’ motivo di giubilo; ha cambiato le pagine della storia. Il potenziale a livello globale è enorme”. Detto questo, LaRouche ha mostrato cautela: “Dove ci porterà e quanto lontano non è ancora chiaro. Preparatevi a scoprirlo”. Ha poi aggiunto: “Ricordate, avete duramente colpito il diavolo. Ed il diavolo non vi ringrazierà per questo!”.


Benché tutta l’amministrazione Obama si sia mobilitata per esercitare pressioni sul Congresso affinché approvasse il veto, e benché la monarchia saudita abbia speso 9,4 milioni di dollari nel tentativo di influenzare l’esito del voto, la sconfitta del Presidente Obama e dei suoi amici sauditi è stata schiacciante. Le menzogne secondo le quali il JASTA avrebbe compromesso gli interessi internazionali americani sono state respinte da una coalizione bipartisan, decretando la principale sconfitta politica di Obama da quando si è insediato alla Casa Bianca.


Il dibattito che ha preceduto il voto in entrambe le camere è durato circa due ore, durante le quali da una parte è stato ribadito il diritto delle famiglie dell’11 settembre ad essere risarcite ed ottenere giustizia, dall’altra sono state smontate le bugie di Obama secondo le quali il JASTA avrebbe aperto le porte alla possibilità di ritorsioni, da parte di governi stranieri, nei confronti di funzionari, multinazionali e diplomatici americani. I principali promotori del JASTA, tra i quali i senatori Charles Grassley e Charles Schumer ed i congressisti Robert Goodlatte e Jerome Nadler, hanno ripetutamente specificato che la legge in oggetto si limita a rimediare ad una scappatoia nella legislazione in vigore dagli anni ’70, permettendo ai cittadini americani di citare in giudizio governi stranieri la cui responsabilità in attacchi terroristici in territorio americano venga dimostrata. Questa breccia ha permesso al Regno dell’Arabia Saudita di svicolare per quindici anni dalle loro responsabilità negli attentati dell’11 settembre; grazie al voto di ieri questa situazione è terminata.


Nuove opportunità strategiche


Questa iniziativa bipartisan può, e deve, proseguire, per approvare altre leggi fondamentali già depositate in entrambe le camere. La principale e più urgente, considerato l’approssimarsi di un collasso del settore finanziario nettamente peggiore del crac del 2008, è la legge Glass-Steagall, per porre fine alla follia delle “banche troppo grandi per fallire”. La Deutsche Bank, la banca più esposta in derivati a livello mondiale, è prossima al collasso, e con lei, come conseguenza, l’intero sistema bancario trans-atlantico.


Ripristinare la legge Glass-Steagall è il primo passo indispensabile per rilanciare la ripresa dell’economia reale incentrata su grandi progetti infrastrutturali, ricerca e sviluppo, ed in particolare rivitalizzare l’ormai defunto programma spaziale della NASA. Investimenti del genere creerebbero milioni di nuovi posti di lavoro produttivi. In Eurasia questi investimenti sono promossi dall’iniziativa del Presidente cinese Xi Jinping “One Belt, One Road”; il Presidente russo Vladimir Putin si è unito all’iniziativa coinvolgendo l’Unione Economica Eurasiatica e secondo l’opinione dell’ex ambasciatore americano Chas Freeman questo sarebbe il più grosso progetto infrastrutturale mai concepito nella storia dell’uomo.


Invece di sabotare il progetto della Nuova Via della Seta, come finora ha fatto l’amministrazione Obama, gli Stati Uniti dovrebbero aderire al programma “One Belt, One Road”, trasformandolo di fatto in un vero Ponte Terrestre.


Per la prima volta da molto tempo a questa parte, il Congresso americano si è espresso con un’unica voce, difendendo gli interessi del popolo americano. La legge JASTA andrà a beneficio di tutti gli americani, in particolare i familiari delle vittime ed i sopravvissuti degli attacchi dell’11 settembre.


Questo voto offre un barlume di speranza, che lo stesso spirito di interesse nazionale possa essere velocemente commutato in altre azioni vitali per la sopravvivenza e prosperità degli Stati Uniti e del mondo intero.