Il presidente della Duma russa Sergej Nariškin ha concesso a Izvestija una intervista pubblicata il 30 luglio, sull’anniversario dei Cannoni d’agosto, ovvero dell’ingresso in guerra, il 1 agosto 1914, della Russia a fianco della Serbia, nella quale ha avvertito con decisione che “una terza guerra mondiale potrebbe essere l’ultima per l’umanità”.

“Se ci verrà imposta la logica della Guerra Fredda, dovremo rispondere in modo appropriato. E bisognerebbe essere molto cauti nell’usare termini quali “ridividere il mondo’ o ‘terza guerra mondiale’. Sia nella nostra patria, sia all’estero. Una terza guerra mondiale potrebbe essere l’ultima per l’umanità. E il rafforzamento delle capacità di difesa della Russia, incluse le decisioni assunte dalla Duma, è inteso proprio al fine di evitare una tale guerra”.

Presentando l’intervista, Russia Today ha riportato che “il parlamentare russo ha anche deprecato i tentativi di ripetere nel mondo contemporaneo la politica neo-coloniale” e ha affermato che ciò in parte avviene poiché vi sono “reazioni deboli ai crimini contro la pace e l’umanità” e v’è “tolleranza delle ideologie fasciste e razziste”.

Russia Today cita direttamente Nariškin:

“Molti conflitti militari sono cominciati con la silenziosa connivenza con l’idea che vi sia la superiorità di un popolo rispetto agli altri… Le principali nazioni occidentali fanno finta di non vedere, proprio come cercano di non notare le tendenze neo-naziste e la glorificazione dei collaboratori di Hitler”.

Stando a Russia Today, Nariškin avrebbe anche sostenuto che:

“l’accordo suggerito dall’Unione Europea all”Ucraina – quello di ottemperare a certi obblighi senza godere di corrispettivi diritti – può essere descritto soltanto come uno status coloniale”.

Ha escluso la possibilità che la Crimea torni all’Ucraina e, contrariamente a quanto affermato da altri esponenti del governo russo, che vi sarà

“una fusione delle due unioni regionali – l’Unione Economica Eurasiatica e l’Unione Europea… [poiché la Russia] è sempre stata e rimarrà sempre nella comune famiglia del popolo europeo”.