L’obiettivo di una strategia nazionale contro la pandemia di Coronavirus deve essere il controllo completo della diffusione del virus. Il prerequisito è che tutte le persone infette vengano identificate e poste in stretta quarantena, come sta facendo il governo slovacco. Solo se sappiamo chi è effettivamente infetto possiamo prevenire la diffusione incontrollata del virus in autunno e in inverno. Altrimenti c’è il rischio di un crollo del nostro sistema sanitario, che infermieri, medici e personale di assistenza non saranno in grado di affrontare in questo momento.

Inoltre, abbiamo bisogno di un piano dirigista almeno a livello europeo, o meglio ancora a livello globale, per invertire le politiche irresponsabili seguite finora. L’obiettivo di tutti noi deve essere quello di eliminare completamente il virus della SARS-CoV-2 e non di “convivere con il virus”. Per questo motivo l’attuale esitante politica di isolamento parziale e gli sforzi solitari di alcuni governi, tra cui quello tedesco e quello italiano, stanno inasprendo con negligenza la crisi economica, finanziaria e sociale della società.

Per fare questo, abbiamo bisogno di una rapida panoramica dell’estensione della pandemia e del numero effettivo di persone contagiate per poter adottare contromisure efficaci. Questo può essere ottenuto solo attraverso tamponi di massa, che devono essere eseguiti in modo rapido, efficace e affidabile. I mezzi di scelta per questo sono i test rapidi che sono ora disponibili.
La partecipazione è volontaria e si può presumere che la maggioranza della popolazione vi prenderà parte per il proprio interesse. Chiunque rifiuti il test deve essere messo in quarantena per 14 giorni.
Il personale necessario per l’esecuzione dei tamponi deve essere formato professionalmente.
I prerequisiti logistici per i test di massa devono essere creati a livello locale con il sostegno del governo nazionale e di quello regionale.
Occorrerà comunicare in modo convicente alla popolazione come procedere per i tamponi di massa, al fine di ottenere un quadro il più possibile unitario.

La strategia seguita finora ha fallito

Misurata rispetto a questi requisiti, la strategia seguita finora per i tamponi è del tutto inadeguata, con l’obiettivo prioritario di “trattare solo i casi sintomatici di Covid 19, proteggere i gruppi vulnerabili e prevenire la diffusione del coronavirus SARS-CoV-2”. Tutti sanno che è estremamente difficile e dispendioso in termini di tempo per i singoli individui ottenere un tampone quando si sospetta un contagio. Ci sono troppo pochi centri che lo eseguono, file di ore ai drive in, e le regole su chi viene effettivamente sottoposto a tampone e chi ne sostiene i costi variano da regione a regione e talvolta da un ufficio sanitario all’altro, cosicché questa confusione burocratica da sola significa che molti tamponi necessari non vengono eseguite e i contagiati continuano inconsapevolmente a diffondere il virus.

Inoltre, la politica del governo sul Covid-19 è stata incompetente fin dall’inizio. Il governo ha avuto sei mesi per prepararsi alla seconda ondata, che era stata prevista, e non ha mosso un dito per farlo: mancano i tamponi, mancano i reagenti, manca il personale in grado di eseguire i tamponi, mancano medici e infermieri nei pronto soccorso e nelle terapie intensive.

Nella loro incompetenza, il governo e le altre agenzie statali stanno costantemente inseguendo gli sviluppi della pandemia e, in ultima analisi, trasferendo la responsabilità sulla popolazione, soprattutto perché il numero di persone infette è di nuovo aumentato massicciamente all’inizio di ottobre. E le conseguenze economiche di questa rincorsa e dei ritardi nell’affrontare di petto la pandemia sono visibili a tutti.

Ci sono alternative

Che esistano alternative è dimostrato dai paesi che perseguono una strategia di tamponi di massa e dichiarano la protezione della popolazione come una priorità assoluta.
L’esempio della Cina: a metà ottobre 2020, tutti i nove milioni di abitanti della metropoli di Qingdao sono stati sottoposti a tamponi in cinque giorni dopo che dodici nuovi contagi erano stati scoperti in un ospedale della megalopoli. Una settimana dopo era chiaro: non è stata trovata neanche un’altra persona infetta tra i nove milioni di abitanti. Quando è scoppiata la pandemia, a Wuhan erano già stati ordinati test di massa e adottate severe misure di isolamento, che hanno portato al riuscito contenimento del virus.
A giugno sono stati effettuati test di massa per il virus anche nella capitale Pechino dopo un’epidemia dell’agente patogeno in un mercato alimentare.


L’esempio della Slovacchia: Il 26 ottobre 2020 è stata completata la prima fase di test di quasi tutta la popolazione slovacca per il Coronavirus. Nel giro di tre giorni, sotto l’egida del Ministero della Difesa, tutti i residenti di età superiore ai dieci anni sono stati sottoposti ad un tampone rapido antigenico in quattro distretti particolarmente colpiti al confine con la Polonia. Nei prossimi fine settimana, seguirà il resto del paese – tamponi per un totale di cinque milioni di persone. Solo in questa prima fase, sono stati identificati circa 6.000 potenziali portatori del virus, che in circostanze normali non sarebbero stati affatto notati.
Tutti i paesi europei dovrebbero seguire questi esempi e sottoporre a tampone l’intera popolazione oltre i dieci anni di età, eventualmente anche più volte, per non avere solo un’istantanea dell’attività infettiva.
Naturalmente, un test di massa di oltre 80 milioni di persone in Germania è un compito mastodontico in termini di organizzazione e logistica, ma è l’unico modo per tenere sotto controllo la diffusione incontrollata del virus. Ciò che ha funzionato in Cina ed è possibile in Slovacchia dovrebbe essere fattibile anche qui. Indossare una mascherina che copra naso e bocca e rispettare tutte le altre norme igieniche continuerà naturalmente ad essere assolutamente essenziale fino a quando il virus non sarà effettivamente eliminato.
I tamponi di massa dovrebbero cominciare nelle regioni più colpite dal virus (Lombardia, Campania, Lazio) e proseguire nelle città più popolate e poi in tutto il paese, così come sul confine con altri paesi e negli aeroporti.

Preferibilmente vengono utilizzati i tamponi rapidi, che danno un esito dopo 15 minuti. Chiunque risulti positivo viene sottoposto ad un tampone molecolare per confermare il tampone rapido meno affidabile. Di grande aiuto sono i laboratori mobili, minibus grandi come un’ambulanza, in grado di valutare immediatamente l’esito dei tamponi. Chiunque risulti positivo sarà sottoposto a due settimane di quarantena a casa o altrove, in modo da spezzare le catene del contagio. Deve essere garantita la fornitura di cibo e di altri oggetti importanti alle persone in quarantena.
Anche i singoli focolai di contagio devono essere combattuti allo stesso modo.

Per poter effettuare i test di massa sono necessari investimenti significativi nelle attrezzature del personale e nella logistica delle autorità sanitarie. Anche i laboratori devono essere rafforzati e la produzione di test rapidi deve essere aumentata in modo massiccio. Occorrerà il supporto dell’esercito, una missione molto più sensata rispetto alle manovre militari provocatorie ai confini con la Russia nell’ambito della NATO.
Se seguiremo il modello slovacco, dove sono stati dispiegati 50.000 aiutanti dei dipartimenti governativi come la polizia, i vigili del fuoco, la protezione civile ecc. per effettuare i test, dovremo mobilitare circa 1,2 milioni di aiutanti in Germania, ed altrettanti in Italia. I disoccupati, gli studenti, le persone che hanno lasciato il servizio attivo nel settore medico e sociale devono essere formati in corsi accelerati per riempire le strutture degli uffici sanitari e delle autorità locali.
Investire in una strategia di test di massa non solo contribuirà a migliorare le strutture del nostro sistema sanitario nel lungo periodo, ma sarà anche molto più produttivo e orientato agli obiettivi, rispetto alla continuazione e all’aumento della spesa pubblica a sostegno dei settori economici in difficoltà, che, a seguito delle misure di blocco, gravano pesantemente sulle casse dello Stato sotto forma di sussidi o prestiti che non potranno mai essere rimborsati.
Inoltre, molti cittadini sono sconcertati e infastiditi dal continuo altalenarsi dei DPCM del governo e dei semi-lockdown, che rischiano di diventare un lockdown nazionale per l’incompetenza del governo e del sedicente comitato tecnico-scientifico, che di scientifico ha solo il nome. I test di massa possono prevenire un altro lockdown, che avrebbe conseguenze gravissime per la nostra economia già così duramente colpita, e può spianare la strada ad un ritorno a condizioni normali.

Sono necessari anche investimenti nelle scuole, per prevenire i contagi. Al posto della semplice ventilazione spesso suggerita, che non è possibile in molti edifici, in tutte le aule dovrebbero essere utilizzate unità mobili di purificazione dell’aria, che filtrano in modo affidabile quasi tutti i virus dell’aria. È preferibile utilizzare dispositivi di questo tipo che aumentino anche l’umidità nei locali, minimizzando ulteriormente il rischio di contagio.

Con la strategia delineata contro la pandemia di Coronavirus, sarà di nuovo possibile dare il via ad una ripresa economica duratura e riconquistare la fiducia della popolazione nella competenza e nelle intenzioni morali e di benessere pubblico del governo, urgentemente necessarie per superare questa grave crisi. Un’attenzione e un’attenzione particolare deve essere prestata alle giovani generazioni, che rappresentano il futuro della nostra società, e alle generazioni più anziane, che hanno reso possibile la sopravvivenza della nostra società attuale.
Questa dichiarazione, scritta dal dott. Wolfgang Lillge (foto), medico e candidato del BueSo, Movisol tedesco, alle elezioni a Berlino, è stata tradotta dal tedesco ed adattata alla situazione italiana da Liliana Gorini, presidente di MoviSol.
Ecco l’originale tedesco

https://www.bueso.de/erklaerung-covid-19-deutschland-besiegen-massentests-china-slowakei