Il 16 aprile la commissione dell’industria tedesca per i rapporti con l’Est (Ost-Ausschuss) ha pubblicato un rapporto di quindici pagine sulle conseguenze delle nuove sanzioni del Congresso americano contro la Russia, quantificate in perdite dirette delle imprese tedesche per centinaia di milioni (vedi http://www.ost-ausschuss.de/content/neue-us-sanktionen-gegen-russland).

In particolare, il mercato dell’alluminio sarà colpito duramente dato che la Russia ha finora soddisfatto il 30-40% della domanda europea. Le industrie dell’auto e dell’aeronautica sono i principali acquirenti di alluminio russo e saranno costrette ad aumentare i prezzi e a subire perdite.

Poiché le banche internazionali sono minacciate di sanzioni, sarà difficile in futuro ottenere crediti per accordi con controparti russe. Questo problema è già emerso nel caso dell’Iran, dove le banche private si sono rifiutate di garantire prestiti anche a imprese iraniane che non sono (o non sono più) colpite da sanzioni per contratti con imprese europee e tedesche, per timore di essere soggette ad azioni punitive dagli Stati Uniti.

I concorrenti cinesi, giapponesi e sudcoreani approfitteranno facilmente della situazione, osserva l’Ost-Ausschuss. Le banche cinesi, per esempio, sono relativamente immuni alle rappresaglie americane e possono continuare a elargire prestiti per progetti in Russia, come hanno fatto in Iran.

Il rapporto sottolinea anche che, poiché il testo delle sanzioni emesse dal Congresso americano il 6 aprile contiene molti punti non chiari, sarà richiesto un enorme lavoro burocratico per capire, caso per caso, se si applichino le sanzioni o no, aggiungendo stress sulle imprese europee. E, poiché in Russia obbedire alle sanzioni americane è un reato, quelle imprese potrebbero essere colpite due volte.

Anche la Camera di Commercio Russo-Tedesca e l’associazione degli ingegneri VDMA hanno criticato le nuove sanzioni.

Per quanto riguarda l’Ost-Ausschuss, essa formula sette richieste, delle quali solo la prima è decisiva: “Il governo tedesco e l’UE dovrebbero chiaramente prendere posizione contro un’applicazione extra-territoriale delle sanzioni americane e proteggere da esse le imprese europee”.

A conclusione del documento, essa esprime forte preoccupazione che “il rinnovato avvio della spirale delle sanzioni allontani [tutti] maggiormente da una soluzione politica dei conflitti con la Russia. È fin troppo evidente la necessità di una strategia di de-escalation politica. Vi sono troppi politici che causano conflitti o aderiscono alla linea dello scontro. Invece abbiamo bisogno di pontieri che mostrino coraggio nell’investire il proprio capitale politico nella riconciliazione. Come prima, vediamo il governo tedesco in un ruolo decisivo di mediazione”.