Venerdì 20 gennaio 2017 a Mirandola è stato presentato il documentario del regista Giuliano Bugani sulla rivolta in atto contro le chiusure e i depotenziamenti degli ospedali in alcune regioni d’Italia, e sul referendum consultivo, il primo in Italia, tenutosi a Mirandola il 13 dicembre 2014. (Nell’immagine un particolare dell’articolo dedicato da Il Resto del Carlino)

Segue la trascrizione riveduta dell’intervento di Flavio Tabanelli, membro del Movimento Solidarietà, con il quale ha sollevato la questione dello scontro tra le politiche consapevolmente maltusiane e le politiche di credito pubblico produttivo del “Nuovo Paradigma” internazionale, scontro che si trova più in alto e alle spalle delle più facili polemiche e delle accuse di corruzione di singoli amministratori.

Non sono d’accordo con l’idea di non lottare più per quel che [l’Ospedale] era in passato. Anche perché ciò cui stiamo assitendo è un processo epocale che sta terminando. Vediamo quel che succede a livello internazionale. Questo sistema di cose, l’austerità che in oltre quarant’anni ha tagliato negli ospedali, nelle scuole, nelle carceri, ecc. sta finendo: bisogna gestire in un certo modo il passaggio a un mondo nuovo.

Mi fa piacere partecipare a questi incontri, però combatto con il mio movimento internazionale dalla fine degli anni Novanta contro questo fenomeno dell’austerità imposta e i nostri documenti sul sito movisol.org datano già al 2005 le nostre lotte contro il taglio alla sanità negli Stati Uniti e qua [parliamo qui di documentazione su Internet, poiché il movimento di LaRouche combatte da ben prima, come i lettori di vecchia data sanno bene].

Guardiamo le scuole: abbiamo scuole di frazione costruite alla fine dell’Ottocento…

Abbiamo le ferrovie di Cavour, ancora sostanzialmente quelle: ne aggiunsero un po’ Giolitti e Mussolini, poi ne abbiamo smantellate negli anni Sessanta, in alcuni tratti..

Abbiamo un’incapacità ormai pluridecennale di fare quel che [i nostri predecessori] fecero a fine Ottocento con costi enormi rapportati a quelli di oggi, considerando tutta la tecnologia che abbiamo oggi [vedi un esempio].

Quindi, potrei anche dire: “rinunciamo a un certo di tipo d’ospedale qui”, ma se ci fosse un treno veloce che mi porta[sse] a Baggiovara [L’Ospedale di Baggiovara, a Sudovest di Modena, dista da Mirandola 40 km]. Ma non c’è neanche quello! [I trasporti ferroviarii da Mirandola a Modena furono soppressi nel 1964] O ci fossero dieci elicotteri, non uno…

Pertanto il discorso, secondo me, è pretendere di “tornare al passato”, tra virgolette, cioè tornare allo spirito che in passato ci diede tutte queste infrastrutture. Infrastrutture che stiamo togliendo un pezzo alla volta, nell’incapacità generale di capire quel che ci sta accadendo.

Tuttavia ci stiamo svegliando, anche se [spesso] ci svegliamo, come è successo adesso in Abruzzo, grazie alle tragedie. [In Abruzzo] erano tutte cose prevedibili.

Quando ci fu il terremoto qui, come ricordano alcuni miei amici qui presenti accolsi Napolitano con un cartello con il quale chiedevo la separazione bancaria e l’emissione di credito produttivo in barba al Trattato di Maastricht. Parliamo di, ormai, cinque anni fa. Non andai a manifestare per un malessere personale. Come [ora] posso dirvi, per inciso, che sono andato con la mia bimba morsa da un cane al Pronto Soccorso e mi hanno detto: “vada a Carpi”. E io ho detto: “Come, ‘vada a Carpi’? Io sono venuto qui perché devo essere assistito qui” [L’Ospedale di Carpi dista da Mirandola 25 km]. E poi han trovato il modo di farmi parlare con una pediatra.. Di questi esempi personali tutti potremmo parlare… Io andai a manifestare davanti a Napolitano con un cartello che diceva esattamente quel che serve: dobbiamo ritornare alla capacità di investimenti in tutti i settori, perché altrimenti questa distinzione tra privato e pubblico non si capisce più quale sia… poi quando vanno in crisi le banche deve essere il pubblico a rimetterle in piedi, giusto?… quando andava in crisi la FIAT era il pubblico a rimetterla in piedi, però i profitti erano privati… dobbiamo capire come risolvere il problema tornando ai principii…

Chiudo con questo: se andiamo a riascoltare le registrazioni fatte del Consigliere per la Sanità di Nixon (torniamo indietro un bel po’) quando si accingevano a privatizzare, questo consigliere disse che il progetto non era far costare meno le prestazioni, [ma] il progetto era ridurre le prestazioni [stesse], cioè smettere di curare la gente!

Che cosa vuol dire questo? Lo capiamo… non tutti conoscono questi aspetti della storia del pensiero umano… vi sono delle correnti di pensiero, la principale è quella del reverendo anglicano Thomas Robert Malthus, che affermano che siamo troppi sul pianeta. E vi sono persone, che tengono al momento le leve del potere, sufficientemente folli da credere che siamo effettivamente troppi sul pianeta e che decisero quarant’anni fa di impostare la politica in maniera diversa, in maniera maltusiana, o neomaltusiana come diciamo oggi [vedi per esempio “Ci risiamo: il Club di Roma continua a preparare l’apocalisse, mentre dice di ‘prevederla’”] Cioè “dobbiamo ridurre le prestazioni [sanitarie], dobbiamo togliere le infrastrutture.. perché siamo troppi, e non avrebbe senso… la scuola? Mah, se anche funziona male…” Io lo dico provocatoriamente ai giovani che incontro: “Sapete perché siete disoccupati? Perché non è previsto che sopravviviate, nel breve termine”. [Non è previsto] da certe persone che fanno [tale] politica, che la impongono ai nostri assessori, i quali spesso non se ne rendono neanche conto, ma per galleggiare adottano la tecnica del sofista: “faccio un cosa e con giri di parole ti dico che non la sto facendo… te la racconto… ma dovendo rispondere alle esigenze di taglio che sono imposte e volendo restare qui sulla poltrona, le faccio ma ti dico che non le sto facendo..”

Il discorso è questo: bisogna tornare a ragionare sui principii, sugli aspetti morali. Riscoprire… il ruolo del pubblico qual è, sostanzialmente? Quello di ottenere le cose in larga scala a basso costo: ferrovie, aeroporti, porti, scuole, ospedali, carceri, ecc. Se noi passiamo tutto ai privati, non avremo mai la forza dell’economia di scala per soddisfare i bisogni a basso costo. Non possiamo più permetterci di mantenere questa economia usuraia.

Ma non scoraggiamoci, poiché questo sistema è arrivato alla fine. La Brexit, Donald Trump – che a molti non piacerà, ma ha detto cose particolari che la stampa non riporta e che richiamano i vecchi principii –, il nostro “No” alla riforma costituzionale, che cosa dicono? Forse non sappiamo bene che cosa sta succedendo. Però siamo tutti quanti stufi.
Il segreto, al momento, è cominciare a lavorare sul nuovo mondo, cominciare a impostare il passaggio sul nuovo mondo.
È per questo che, quando facevo parte del Comitato contro l’autostrada [Cispadana], se non sbaglio otto anni fa ormai, parlavo di treni a levitazione magnetica, di cui oggi si parla un po’ sui giornali. Allora era ritenuto un po’ come un visionario… C’è tutta una serie di altre tecnologie a disposizione, ma che sono nei cassetti. In tutti i settori dobbiamo estrarre i cassetti e dimostrare che le cose si possono fare. E dire: “Dovete voi, che siete al governo o ai varii livelli del potere di decidere, dimostrarci che tutta questa roba non è valida”.

Dobbiamo cambiare completamente. La Cina lo sta facendo, la Russia pure, il Brasile pure.. L’Egitto ha aperto il Secondo Canale di Suez e qui il governo ha dormito. Non ha neanche detto: “Questa è una grande occasione!” Andate a vedere che cosa diceva Cavour quando si doveva ancora aprire il primo Canale di Suez: “Quando sarà aperto, dovremo far trovare l’Italia con le ferrovie pronte per trasportare le merci” (vedi anche “Il raddoppio del Canale di Suez rilancia il Ponte di Messina”).

Dobbiamo cambiare completamente. Dobbiamo rifarci ai grandi campioni del pensiero, anche nostri, italiani, del passato. E cominciare a pianificare e lavorare su questa programmazione. Non abbatterci e dirci: “non ce la faremo più, non possiam torniamo indietro”. Anche perché l’alternativa che cosa vuol dire? Vuol dir morire! Morire prima… La vita media sta già calando! Per forza! Chiudiamo gli ospedali, o mangiamo peggio, o dobbiamo consumare più ore della nostra vita quotidiana per fare le stesse cose (per spostarci di qua e di là, stancandoci di più), ecc.

A una futura discussione!

Grazie a tutti.

Per approfondimenti

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“Anche l’Europa ha bisogno delle 4 leggi di LaRouche”

Per la storia delle privatizzazioni: “La distruzione dello Stato Sociale attraverso la catastrofe delle liberalizzazioni-privatizzazioni in Italia” (2007).