Nonostante gli sforzi per costruire un muro di silenzio intorno al memorandum pubblicato il 24 luglio dai Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS), che dimostra, prove forensi alla mano, che non c’è stato nessun tentativo di “hacking” russo nelle elezioni presidenziali americane del 2016, la notizia ha fatto il giro del mondo, aprendo un grosso squarcio nella narrativa creata da coloro hanno inscenato il tentativo di golpe contro il Presidente Trump.

Il punto di svolta potrebbe essere stato l’articolo pubblicato il 9 agosto dall’autorevole rivista The Nation, a firma di Patrick Lawrence e dal titolo “Un nuovo rapporto solleva grossi interrogativi sull’episodio di hackeraggio al DNC lo scorso anno.” L’articolo di The Nation, rivista molto letta negli ambienti progressisti negli Stati Uniti, chiede l’apertura di un’inchiesta.(https://www.thenation.com/article/a-new-report-raises-big-questions-about-last-years-dnc-hack/)

L’articolo di Lawrence ha condotto alla pubblicazione di una serie di articoli sul memo dei VIPS tra i media cosiddetti “non-mainstream”, inclusi quelli filo-Trump quali Breitbart News e Newsmax, siti di sinistra ed “anti-establishment” quali Consortium News, e perfino un’agenzia mainstream, Bloomberg News, nonché da parte di decine di blog, con centinaia di migliaia di lettori. L’articolo di Bloomberg è particolarmente degno di nota, in quanto il 16 giugno 2017 un Bloomberg Report era giunto alla conclusione che i russi fossero “molto più coinvolti nelle elezioni presidenziali americani di quanto riportato finora.” Il 10 agosto, invece, cita il memo dei VIPS, che confuta decisamente le conclusioni tratte dal precedente articolo.

Il Democratic National Committee (DNC, la Direzione del Partito Democratico USA) è stato costretto a pubblicare una “smentita” molto debole, in cui si sostiene che gli enti di intelligence americani sostengono l’accusa di hackeraggio da parte del “governo russo” e che qualunque tentativo di negarlo è “solo l’ennesima teoria del complotto come quelle promosse da Trump e dalla sua amministrazione”.

Il fatto che il memo dei VIPS cominci a trapelare sulla stampa è il risultato della campagna del LaRouchePAC, a partire da un breve video pubblicato il 25 luglio, ripreso lo stesso giorno in un’intervista del portavoce di LaRouche Harley Schlanger al sito youtube di SGT Report, che ha più di 85.000 visitatori. Il 29 luglio è seguita un’intervista del LaRouchePAC al fondatore dei VIPS Ray McGovern, che ha preceduto la pubblicazione dell’articolo di The Nation.

Non si tratta soltanto di far emergere la verità, ma di ribaltare l’intento del golpe, che è quello di sabotare i tentativi di Trump di stabilire rapporti di cooperazione strategica ed economica con la Russia e con la Cina. Lyndon LaRouche (nella foto) ha dichiarato che fermare il golpe contro la Presidenza è una questione di sicurezza nazionale, e ha chiesto che i colpevoli del tentato golpe vengano incriminati e imprigionati, altrimenti andremo verso una prospettiva di guerra nucleare con la Russia. Alla stessa conclusione è giunto in un articolo del 9 agosto su The Nation il Prof. Stephen Cohen, esperto di Russia, che si chiede “che razza di Partito Democratico è mai questo, uno in cui l’avversione verso Trump e Putin supera di gran lunga le questioni di sicurezza nazionale americana?”.