In una videointervista di 40 minuti che verrà mandata in onda dal LaRouchePAC, Marco Zanni, leader del gruppo Identità e Democrazia al Parlamento Europeo e portavoce della Lega per la politica estera, ha denunciato la frode del MES, che non si propone di salvare gli stati ma le banche, e il Green New Deal, pronunciandosi a favore della separazione bancaria (Glass-Steagall) come alternativa a entrambi.
“Vi sono forti segnali di stress, ad esempio la crisi di liquidità e del mercato repo negli Stati Uniti. Abbiamo avuto problemi anche in UE poiché la BCE si rifiuta di dar conto del vero ammontare della massa di illiquidità (livello 3) nei bilanci delle banche europee. Le istituzioni europee, pertanto, peccano nel non comunicare i veri rischi insiti nel sistema finanziario. Mettono ancora una volta l’enfasi sulla sostenibilità dei debiti pubblici, ma il debito dei governi europei, in particolare del governo italiano, sono perfettamente sostenibili. La verità è che vi sono grandi rischi nel settore privato, ma l’UE e la BCE si rifiutano di pubblicare adeguatamente o di considerare opportune azioni destinate ad affrontare quei grandi rischi che sono diventati evidenti a tutti, ora.

Le istituzioni europee non reagiranno; non metteranno sul tavolo proposte concrete. Come sa, il MES è un meccanismo inutile e complicato, tipico dei processi decisionali dell’UE. Abbiamo uno strumento già in vigore, che potrebbe garantire la stabilità finanziaria del sistema finanziario: si chiama BCE. Non abbiamo bisogno di una rete di salvataggio chiamata MES; dovrebbe occuparsene la BCE.

Un altro problema è la normativa. Nel 2010 fu emanata una marea di norme e regole, che tuttavia non affrontano il problema. L’intenzione sottostante è semplicemente quella di creare dei cuscinetti finanziari, che non sono però sufficienti a garantire la stabilità del nostro sistema finanziario. Stiamo creando dei meccanismi per assorbire una crisi finanziaria, ma la storia mostra che è impossibile calcolare a priori le conseguenze di una crisi finanziaria. Per quanti cuscinetti di capitale imponiamo alle banche, non saranno sufficienti ad affrontare la prossima crisi finanziaria”.
“Il modo giusto è quello di agire per impedire la crisi. Lavoriamo dal 2014, io ho lavorato al Parlamento Europeo e nelle istituzioni europee per tutelare le parti sane delle nostre banche separandole da quelle di cui non abbiamo bisogno, ovvero il debito speculativo che alimenta una gigantesca bolla finanziaria nel nostro sistema. La storia dimostra che alla fine questa bolla scoppierà, e saranno i contribuenti a dover pagare per gli errori e le speculazioni dei banchieri”.
Il caso della Banca Popolare di Bari indica gli errori nella supervisione ma “è anche un esempio di come i manager mandino in bancarotta un istituto di credito rincorrendo alte rendite e investimenti ad alto rischio per ottenere alti bonus. Dimostra che le autorità devono intervenire con la giusta preparazione”.
La finanza verde è la nuova bolla? “Verde è il colore del denaro, c’è qualcosa dietro tutto questo. Questa schizofrenia verde è qualcosa che dobbiamo valutare meglio, non si basa su dati concreti, non si basa su un approccio pragmatico, ed è propaganda pericolosa. La settimana scorsa la presidente dell’UE Ursula von der Leyen ha presentato il suo Green New Deal che è uno dei pilastri del suo programma per i prossimi cinque anni, e non sono rimasto sorpreso nel vedere che dietro questo muro verde si nasconde la finanza speculativa”.
(Nella foto Marco Zanni alla Regione Lombardia con Liliana Gorini, presidente di MoviSol, e Massimo Richard Kolbe Massaron durante la consegna delle 217 firme per Glass-Steagall che ha portato al Congresso USA nel novembre 2018).