Il Presidente Donald Trump incontrerà oggi e domani il Presidente cinese Xi Jinping in Florida, ed è stato annunciato che il Segretario di Stato Rex Tillerson sarà a Mosca l’11 e 12 aprile. Il potenziale di una storica svolta che metta fine alla geopolitica e dia il via ad un nuovo paradigma di pace attraverso lo sviluppo non è mai stato così grande come in questo momento storico.

Non deve quindi sorprendere che l’Impero Britannico stia lanciando misure disperate miranti a trascinare gli Stati Uniti in una nuova guerra coloniale, come fece per il Vietnam, l’Iraq, la Libia, e ora la Siria. L’intento non è solo quello di distruggere un’altra nazione del sud ovest asiatico, ma di impedire alla sua ex colonia, gli Stati Uniti, di formare una partnership con Russia e Cina, che metterebbe fine alla divisione imperiale del mondo tra est ed ovest, ponendo fine alle premesse stesse dell’Impero.

A questo fine è stata creata un’atrocità in Siria questa settimana, con l’uso di armi chimiche nella città di Khan Sheikhoun nella provincia di Idlib, da parte di terroristi, o come indicano le prove raccolte dai russi, a seguito di un legittimo attacco aereo siriano contro un deposito di armi di Al Qaeda che ha distrutto accidentalmente un impianto di armi chimiche usato dalle milizie di Al Qaeda, rilasciando un agente mortale che ha ucciso decine di persone, inclusi bambini. Questa analisi degli eventi è stata confermata all’EIR da una fonte ben informata dell’intelligence militare americano che ha fonti sul campo in Siria.

Immediatamente, i britannici, i francesi e, disgraziatamente, anche gli Stati Uniti hanno proposto una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU in cui si dichiara il governo siriano pienamente responsabile e si chiede una serie di sanzioni. Come sempre, non è stata presentata alcuna prova. Ricordiamo che nel 2013 un attacco di armi chimiche a Ghouta, un sobborgo di Damasco in mano ai ribelli, fu immediatamente attribuito al Presidente Assad, e fu utilizzato da Obama per preparare un attacco militare su vasta scala alla Siria, nell’ambito della sua politica di “cambio del regime”, che avrebbe ridotto la Siria nella stessa condizione devastata di Iraq e Libia, sotto il controllo di fazioni terroristiche in guerra l’una con l’altra.

L’allora Capo degli Stati Maggiori riuniti americani, il Gen. Martin Dempsey (nella foto), intervenne per fermarlo evitando al mondo un’altra guerra, che sarebbe degenerata presto in una guerra globale con la Russia. A quell’epoca, Putin intervenne per esigere la distruzione delle armi chimiche siriane, e fu ascoltato. Fu dimostrato dall’Organizzazione dell’ONU per la Prevenzione delle Armi chimiche che in effetti Al Qaeda e ISIS possiedono armi chimiche e i mezzi per produrne altre, e le hanno usate.

Se i britannici riuscissero a trascinare il Presidente Trump in un’altra guerra, nonostante le ripetute promesse di Trump di non coinvolgere gli Stati Uniti in altre guerre di cambio di regime e che gli Stati Uniti torneranno a cooperare con la Russia per affrontare la vera minaccia, il terrorismo, non c’è dubbio che questo condurrebbe rapidamente a una guerra mondiale.