A seguito della pubblicazione della lista di proscrizione, lo Schiller Institute ha diffuso una dichiarazione firmata da 35 personalità (https://movisol.org/25-personalita-da-tutto-il-mondo-denunciano-le-liste-di-proscrizione-ucraine-usa-e-nato-in-cui-vengono-presi-di-mira-come-agenti-di-putin/). In aggiunta, molte delle persone elencate hanno emesso una propria dichiarazione, alcune chiedendo al proprio governo e altre istituzioni di agire nei confronti di Kiev. Alcuni esempi:
Stati Uniti: L’ex ispettore dell’ONU Scott Ritter ha denunciato il fatto che la lista sia finanziata dai contribuenti americani, come abbiamo riferito. Egli ha anche confrontato il principale sostenitore di quei finanziamenti, il sen. Chuck Schumer, col fatto che la lista prende di mira i suoi avversari politici come Diane Sare, dello Schiller Institute, che sfiderà Schumer alle elezioni di novembre, o il sen. Rand Paul, che aveva chiesto di nominare un ispettore che vigilasse sui 40 miliardi di dollari approvati dal Congresso. Diane Sare, ha scritto Ritter, “è stata presa di mira dal Centro Contro la Disinformazione, finanziato da Schumer e sostenuto dal Dipartimento di Stato, come ‘terrorista dell’informazione’ che dovrebbe essere processata come ‘criminale di guerra’ a causa della sua posizione pubblica che critica la narrazione prevalente sul conflitto ucraino. Proprio così, Schumer ha contribuito a creare le strutture organizzative che hanno attaccato la reputazione di una candidata che lo sfida per il seggio al Senato, minacciandola di violenza politica e altro per il ‘reato’ di aver criticato Schumer sul tema dell’Ucraina”. L’articolo di Ritter è stato riprodotto integralmente sul sito del sen. Rand Paul.
Germania: il parlamentare di sinistra Andrej Hunko (foto) ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’interno e del Lavoro, Nancy Faeser e Hubertus Heil, chiedendo se i due avessero affrontato la questione della lista di proscrizione contro personalità tedesche come la nota attivista dei diritti civili Alice Schwarz, durante la loro recente visita a Kiev. Lo scrittore Wolfgang Bittner, anche lui relatore a iniziative dello Schiller Institute, ha sottolineato l’importanza della presenza del capogruppo socialdemocratico al Bundestag, Rolf Mützenich, molto vicino al Cancelliere Scholz. “Il governo tedesco è tenuto a protestare presso il governo di Zelensky per la discriminazione contro i cittadini tedeschi, tra cui il capogruppo parlamentare della SPD, e a cessare ogni aiuto all’Ucraina. La lista del CCD deve essere immediatamente cancellata”, ha scritto Bittner in un lungo articolo pubblicato sul popolare blog progressista NachDenkSeite.
Il direttore del blog, l’ex speechwriter di Willy Brandt Albrecht Müller, ha scritto nell’introduzione che la lista “è un procedimento inaccettabile alla luce dell’atmosfera incendiaria e della violenza che potrebbe istigare contro i membri della lista. Se non si può fare affidamento sul ministro degli Esteri, spetta al Cancelliere di agire”.
Danimarca: il ministro degli Esteri Jeppe Kofold dovrà comparire di fronte alla Commissione Esteri del parlamento per rispondere ad un’interrogazione della parlamentare Marie Krarup (indipendente). In particolare, al ministro è stato chiesto se “la lista sia un’espressione del rispetto della libertà di espressione della democrazia e di altri valori” e se il sostegno danese all’Ucraina con armi e denaro possa essere ulteriormente giustificato.
Italia: La parlamentare europea Francesca Donato ha chiesto al presidente del PE di “valutare attentamente la situazione: l’autoritarismo di Kiev non è compatibile con lo status di candidato all’ingresso nell’Ue” e la sindacalista Alessia Ruggeri ha denunciato la lista ucraina e promosso le iniziative di pace dello Schiller Institute in diverse interviste a Database Italia.