Il generale de Gaulle e Pierre Mendès France furono concordi nel constatare che il “regime dei [grandi] partiti” era responsabile della disfatta del 1940. Ecco il motivo per il quale la V Repubblica fu fondata sul principio per il quale l’elezione presidenziale è un “incontro di un uomo con la nazione” e non la scelta di un rappresentante di un clan o di un partito.

Di conseguenza l’elezione presidenziale differisce dalle altre elezioni politiche proprio nel finanziamento. Anche se un candidato raccoglie meno del 5% dei voti, infatti, le sue spese vengono rimborsate, con un tetto di 800 mila euro (8 milioni, se viene superata la soglia del 5%).

Ciò consente a un privato cittadino di candidarsi senza essere sostenuto dal denaro di un grande partito. L’assenza di una ricchezza personale non deve essere di ostacolo: il cittadino può contrarre un prestito bancario, sapendo che le sue spese saranno rimborsate dallo Stato e potrà pertanto restituire alla banca quanto speso.

Negli ultimi quarant’anni, tuttavia, il regime dei partiti ha continuato a ordire la riduzione, se non la soppressione, del principio di uguaglianza di trattamento dei candidati presidenziali.

Allorché colui che si presenta come il beccamorto della V Repubblica, Jean-Luc Melenchon, annunciò di aver raccolto le 500 firme di sostegno necessarie per essere candidato presidenziale, aggiunse di aver ottenuto due prestiti per un totale di 8 milioni di euro presso alcune “banche cooperative”. Alcuni ritennero a quel punto che le elezione presidenziali francesi sfuggessero al regime dei grandi partiti e che esistano dunque ancora delle banche che conducano il leale gioco della repubblica.

Cheminade privato del credito

È vero esattamente il contrario, come ha potuto constatare un rappresentante della campagna del candidato Jacques Cheminade, dopo aver interpellato il sistema bancario alla ricerca di prestiti. Dato che il Crédit coopératif gode della reputazione di banca dei “piccoli” candidati, è stato sollecitato, dopo che altre banche avevano negato il loro sostegno.

Dopo aver consultato gli alti funzionarii in organigramma, il consulente finanziario contattato ha annunciato semplicemente che “la banca si rifiuta di accompagnare un candidato non sostenuto da un partito presente in Parlamento”.

Tutto chiaro: nessun finanziamento agli indipendenti come Jacques Cheminade. Questa risposta poco cooperativa è stata data fingendo di ignorare che, contrariamente a quanto accade durante altre elezioni come le legislative, in questo caso delle presidenziali la banca non corre alcun rischio di credito dal momento che le 500 firme di presentazione sono state certificate dal Consiglio Costituzionale.