Pubblichiamo il dossier dell’EIR sulle liste di proscrizione del Centro Ucraino per la Lotta alla Disinformazione (CCD), e le sue “hit list” per assassinare personalità a livello internazionale, inclusa Darya Dugina, la cui foto è stata pubblicata dal sito di Myrotvorets con il volto cancellato e la scritta “liquidata”. 31 delle 70 personalità internazionali incluse nella lista di proscrizione del CCD, a cominciare da Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, sono relatori di conferenze dello Schiller Institute sull’urgenza di una nuova architettura di sicurezza e sviluppo che scongiuri una guerra nucleare. Come dimostra il dossier, queste liste di proscrizione sono vere e proprie “hit list”, promosse e finanziate dalla NATO e dal Dipartimento di Stato USA, ed è quindi urgente aprire un’inchiesta sul CCD e i suoi collegamenti col governo britannico e americano.

È necessaria un’azione internazionale rapida e decisa per imporre la chiusura del Centro Contro la Disinformazione (CCD), che opera sotto l’egida del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina. Una lista di proscrizione pubblicata dal CCD il 14 luglio 2022, che elenca oltre 70 importanti giornalisti, accademici, politici, militari e altri professionisti di 22 Paesi come “propagandisti del Cremlino”, è una lista nera che rappresenta una grave minaccia per la sicurezza personale di coloro che vi sono nominati.

L’Executive Intelligence Review ha appena confermato che almeno quattro delle persone indicate dal CCD sono incluse nella lista dei “criminali da eliminare” pubblicata dalla banda dichiaratamente fascista “Myrotvorets” in Ucraina: la fondatrice e presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche; il portavoce dello Schiller Institute, Harley Schlanger; l’ex ufficiale della CIA ed attivista contro la guerra, Ray McGovern, cofondatore dei Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS), che ha partecipato a molte conferenze dello Schiller Institute; e l’ex congressista statunitense e precandidata democratica alla presidenza, Tulsi Gabbard. A quanto ci è stato riferito, la lista Myrotvorets ha accumulato quasi 200.000 nomi da quando è stata avviata nel 2014 e, date le difficoltà nell’utilizzo del suo motore di ricerca, anche altre persone della lista nera del CCD potrebbero essere nella lista di Myrotvorets.

Myrotvorets (“Costruttore di pace”) – il cui sanguinoso curriculum di omicidi è ben noto a livello internazionale (si veda l’exposé dell’EIR https://larouchepub.com/eiw/public/2022/eirv49n17-20220429/eirv49n17-20220429_061-neo_nazis_war_crimes_and_the_the.pdf) cita l’individuazione da parte del CCD di tre delle quattro personalità citate (Zepp-LaRouche, Schlanger e Gabbard) come giustificazione per impartire un ordine di uccidere. In breve, chiariscono che il CCD è una delle “fonti” che indica le persone da colpire, e Myrotvorets procede a chiederne l’eliminazione. Molte delle oltre 70 persone che compaiono nella lista diproscrizione del CCD del 14 luglio erano già state elencate individualmente, cioè inserite in un elenco di nomi, mesi prima dal CCD. Ciascuna delle quattro personalità citate sopra (Zepp-LaRouche, Schlanger, McGovern e Gabbard) è apparsa sulla lista di Myrotvorets non più tardi del 1° giugno 2022.

Anche la giornalista russa Darya Dugina, figlia del controverso filosofo e politico eurasiatista Aleksandr Dugin, assassinata il 20 agosto, era nella lista dei bersagli di Myrotvorets. Il 23 agosto, l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzia, ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che le “autorità competenti” russe hanno identificato la “responsabile affiliata al battaglione nazionalista ‘Azov'” e ha mostrato una foto di Dugina “dal famigerato sito Myrotvorets, che, ha detto, “si vanta apertamente del suo assassinio – come potete vedere, la foto di Darya è sovrastampata con la scritta ‘liquidata’”.
Si tratta di un vero e proprio “Ministero della Verità” orwelliano. Il Center for Countering Disinformation (Centro Contro la Disinformazione) presenta l’orrendo reggimento neonazista Azov come “simbolo della lotta ucraina” per unificare la società ucraina intorno all'”odio per la Russia”. Secondo loro i miliziani del battaglione Azov sono le “forze di pace”. Invece le personalità internazionali che discutono della possibilità di raggiungere una rapida fine del conflitto tra Ucraina e Russia, usando la diplomazia per cercare di negoziare invece di mandare altre armi, o che sostengono che l’Ucraina non può e non deve schiacciare militarmente la Russia, o che esprimono la preoccupazione che i tentativi di farlo potrebbero portare a una guerra nucleare globale e alla fine della specie umana, vengono definiti colpevoli di “crimini di guerra” e meritano di essere eliminati, scrive il CCD. Questi “propagandisti del Cremlino” devono essere dichiarati “terroristi dell’informazione” e subire sanzioni internazionali e processi come criminali di guerra.
Benché il CCD operi sotto l’egida dell’Ufficio della Presidenza, non è il “Ministero della Verità” dell’Ucraina, bensì della NATO globale. Il CCD è una creazione interamente di proprietà dei governi degli Stati Uniti e del Regno Unito e dell’alleanza NATO (con l’Unione Europea doverosamente al seguito). Il CCD è stato creato su loro richiesta. È finanziato e coordinato dal Dipartimento di Stato americano, dall’intelligence britannica e dalla NATO su ogni iniziativa che prende.
Di fronte alle pressioni internazionali, l’11 agosto il CCD ha rimosso la lista nera dal suo sito ufficiale. Le prove sono state cancellate, ma non l’operazione. La lista nera principale è ancora pubblicata sul sito Telegram in lingua ucraina del CCD, che dal 12 agosto ha indicato altri due giornalisti stranieri come “apologeti del Cremlino” sul suo canale Telegram (l’americano Ben Swann e l’italiano Dominico Quirico).
Il mondo non obbedisce a sufficienza alla narrazione della NATO globale su chi è democratico e chi è dittatoriale, e l’operazione della lista nera del CCD mira a creare un precedente internazionale per il controllo del pensiero dittatoriale di stampo nazista a livello globale. Come mostriamo di seguito, la lista nera del CCD è stata avviata, infatti, per dare il via a una campagna internazionale volta a proibire la libertà di parola e la ricerca della verità come “terrorismo informativo” ai sensi del diritto internazionale. Si tratta di un tentativo di eliminare il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, con tutto ciò che ne consegue.
La seguente descrizione di cosa sia il CCD, a chi risponda e quale sia il suo compito, chiarisce che la chiusura del CCD e delle relative operazioni di Myrotvorets in Ucraina è necessaria per difendere il diritto alla libertà di parola ovunque, e in particolare per trovare una soluzione pacifica e negoziata alla crisi ucraina, prima che questa scateni la Terza Guerra Mondiale termonucleare.

Chi vuole la pace è la minaccia
Il 14 luglio, il CCD ha pubblicato una lista nera centralizzata con il titolo “Relatori che promuovono narrazioni conformi alla propaganda russa”. Nei mesi successivi al 24 febbraio, il CCD aveva pubblicato sul suo canale Telegram attacchi individuali contro la maggior parte delle persone citate in questa lista nera, ma qui sono stati consolidati in un unico elenco, pubblicato sotto la voce “Rapporti” del sito ufficiale.
Gli analisti del CCD sostengono di aver scoperto “più di cento … stranieri al servizio della propaganda del Cremlino”, ha riferito il CCD sul suo canale Telegram in lingua ucraina due giorni dopo. Quando è stata esaminata per la prima volta da chi scrive il 25 luglio, la lista conteneva 78 nomi, che qualche tempo dopo sono stati ridotti a 72 senza alcuna spiegazione, sollevando la domanda: Anche altre persone senza nome sono state prese di mira?
I primi 31 nomi della lista, con la fondatrice dello Schiller Institute Helga Zepp-LaRouche in testa, erano persone di spicco di diverse nazionalità, competenze e punti di vista che avevano in comune il fatto di essere intervenuti in una o più conferenze internazionali online organizzate dallo Schiller Institute nella prima metà del 2022 sull’urgenza di stabilire una nuova architettura internazionale di sicurezza e sviluppo.
Anche altre personalità sulla lista si sono distinte per aver detto la verità, criticando l’opprimente “narrazione” della NATO in Occidente, volta a sostenere la guerra contro la Russia fino all’ultimo ucraino.
In una dichiarazione, “Stranieri al servizio della propaganda del Cremlino”, pubblicata su Pravda.com.ua il 29 luglio, Andriy Shapovalov, direttore ad interim del CCD, ha dichiarato quanto segue:
Relatori simpatizzanti del regime di Putin hanno operato nell’interesse del Cremlino, portando regolarmente le narrazioni della propaganda russa nei media europei e americani nel corso di dibattiti accademici e pubblici.
Ha indicato come gli oppositori più pericolosi coloro che
con il pretesto di una “visione alternativa della guerra”… dichiarano di sostenere l’Ucraina e di condannare l’aggressione russa, ma cercano di convincere l’Ucraina ad avviare “negoziati” e si oppongono alla fornitura di armi al nostro Paese. [Parlano di una guerra per procura tra la NATO e la Russia e temono che il mondo stia provocando Putin fino a scatenare una guerra nucleare.
Il CCD deve agire, scrive Shapovalov, in quanto
il legame e l’affiliazione dei suddetti commentatori con la Federazione Russa non sono evidenti per molti stranieri. Questo può fuorviare i lettori e i telespettatori, e il pubblico può percepirli come obiettivi e indipendenti.


E’ ‘obbligatorio’ definire ‘il terrorismo dell’informazione’ come un crimine di guerra
Secondo il suo sito, il CCD ha due responsabilità principali all’interno del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina: “combattere il terrorismo dell’informazione” e coordinare questo compito con le agenzie internazionali (“partner”). In pratica, ciò significa che il CCD ha il compito di individuare i nemici per le rappresaglie e di coordinare tali operazioni con le agenzie nazionali ed estere.

Il 28 marzo 2022, il CCD ha pubblicato un documento in cui si definisce il “terrorismo dell’informazione”, un “crimine contro l’umanità commesso per mezzo di strumenti che influenzano la coscienza”. La sua proposta è sbalorditiva: creare il precedente che chiunque eserciti il proprio diritto alla libertà di parola e di pensiero nel momento in cui gli interessi finanziari occidentali stanno stabilendo una NATO globale come unico governo mondiale, può essere perseguito come “terrorista”.
Il CCD dichiara esplicitamente questa intenzione nell’introduzione alla dichiarazione del 28 marzo sul “Terrorismo dell’informazione”. Scrive:
Di concerto con il Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina e i suoi partner internazionali, [il CCD] sta prendendo l’iniziativa di stabilire questo termine nella pratica internazionale.
“Il terrorismo dell’informazione”, afferma all’inizio, è “un crimine contro l’umanità”. Conclude: il CCD “invita la comunità internazionale a unirsi di fronte al terrorismo dell’informazione” e specifica quattro misure da adottare:

1. “La comunità internazionale deve riconoscere ufficialmente il terrorismo dell’informazione e dichiarare la Russia uno Stato infoterrorista. L’infoterrorismo deve essere equiparato al terrorismo vero e proprio e richiedere misure adeguate per contrastarlo”.
2. Chiunque sia associato in qualsiasi modo all'”infoterrorismo”, compresi “redattori, cameraman, scrittori, presentatori, ecc.”, deve essere trattato come “terrorista dell’informazione”.
3. Il finanziamento, esplicito o implicito, di atti di terrorismo informativo “sarà vietato sia dalla legge internazionale che da quella nazionale” e coloro che saranno sorpresi a commetterlo saranno trattati “come complici dei terroristi dell’informazione”. Il CCD non spiega cosa si intenda per “finanziamento implicito”.
4. “A questo fine, è obbligatorio stilare una lista di individui che sponsorizzano il terrorismo dell’informazione (società, persone giuridiche o fisiche, organizzazioni pubbliche, ecc.) e di Stati sponsor del terrorismo dell’informazione)… al fine di ulteriori sanzioni”. Viene citata come modello la lista americana degli Sponsor di Stato del Terrorismo.

Stabilire un precedente internazionale
Il CCD prende di mira le persone pensanti da mesi. Stilando una lista nera, come ha fatto il 14 luglio, il CCD e i suoi sponsor internazionali hanno fatto la loro mossa per “stabilire questo termine – terrorismo dell’informazione – nella pratica internazionale”.
Il 14 luglio, il giorno in cui è stata resa nota la lista nera, il direttore ad interim del CCD Shapovalov ha presentato questo piano a una tavola rotonda internazionale sul “contrasto alla disinformazione” co-sponsorizzata dall’Accademia nazionale del famigerato Servizio di sicurezza ucraino (SBU) e dal Civilian Research and Development Fund Global (CRDF Global), un’organizzazione legata al Dipartimento di Stato americano che si presenta come “organizzazione non governativa”. Altri due co-sponsor sono stati una ONG il cui nome si traduce dall’ucraino come “Accademia internazionale dell’informazione” e il “Cluster nazionale ucraino per la sicurezza informatica”, quest’ultimo un’operazione congiunta di Regno Unito, Stati Uniti, NATO, CCD e altre agenzie statali ucraine, come documentiamo di seguito.
La tavola rotonda del 14 luglio è stata finanziata dal Dipartimento di Stato – il salvadanaio, a quanto pare, per tutto ciò che riguarda le operazioni di “contrasto alla disinformazione” in Ucraina. Da parte straniera sono intervenuti sette rappresentanti delle agenzie estere che controllano il CCD, a cominciare dal vice capo del Government Sector Resilience Team del National Cyber Security Centre del GCHQ (Government Communications Headquarters) britannico, Matt Carey; due rappresentanti della sede centrale della Public Diplomacy Division della NATO a Bruxelles, Beata Patašova e Larisa Latsko; due cogestori del CRDF-Global, Mykhailo Verych e Abigail Stow-Thurstone; e il membro del team di comunicazione strategica dei Servizi europei per gli affari esterni, Katarzyna Sumislawska.
A queste persone Shapovalov ha presentato la proposta del CCD sul terrorismo dell’informazione. Secondo i brevi resoconti della tavola rotonda pubblicati dallo stesso CCD e dall’Accademia Nazionale dei Servizi di Sicurezza dell’Ucraina, Shapovalov ha detto ai partecipanti che “le persone che diffondono deliberatamente disinformazione sono terroristi dell’informazione”, soggetti a processo come “criminali di guerra”. Ha proposto di modificare la legislazione attuale, perché “i terroristi dell’informazione devono sapere che dovranno rispondere alla legge come criminali di guerra”.
Criminali di guerra? Le pene per i crimini di guerra variano, ma secondo l’articolo §2441 del Codice USA:
Chiunque, all’interno o all’esterno degli Stati Uniti, commetta un crimine di guerra, in una qualsiasi delle circostanze descritte nella sottosezione (b), sarà multato ai sensi del presente titolo o incarcerato a vita o per un qualsiasi periodo di anni, o per entrambe le cose, e se la vittima muore, sarà anche soggetto alla pena di morte.
Gli altri relatori ucraini hanno parlato in termini altrettanto minacciosi contro la libertà di parola. Il capo dell’Accademia dell’SBU, Andriy Chernyak, ha esortato a discutere della “base legale” necessaria per “combattere le notizie false”. Ihor Solovei, capo del Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza dell’informazione del Ministero della Cultura, ha spiegato ai partecipanti che per combattere la disinformazione non bastano il monitoraggio e il fact-checking, ma è necessario “bloccare i contenuti ostili e poi creare contenuti alternativi” e “educare i media”.
Solovei ha minacciato direttamente di violenza coloro che infrangono la narrazione, dichiarando che “tutte le persone che lavorano nel campo della propaganda russa sono criminali tanto quanto coloro che girano per l’Ucraina con fucili d’assalto”.
Oksana Dyhnich, la produttrice televisiva aggressivamente anti-russa di Starlight News e ICTV (Ucraina), che a giugno è stata insignita dell’Ordine al merito di terzo grado dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha ammonito che “la guerra, compresa quella dell’informazione, non può essere vinta con i ‘guanti bianchi'”.

Ucraina: al servizio della NATO, anche sulla disinformazione
Il mantra sull'”Ucraina democratica, indipendente, sovrana e prospera” sostenuta dagli Stati Uniti, è iniziato col golpe di Maidan del 2014, favorito dall’allora Assistente Segretario di Stato per gli Affari Europei ed Eurasiatici Victoria Nuland. (L’attuale ambasciatore statunitense in Ucraina, Bridget Brink, è una protetta della Nuland).
La NATO ha iniziato a plasmare la “sfera dell’informazione” dell’Ucraina nel 1997, con l’istituzione di un Centro nazionale di informazione e documentazione (NIDC) a Kiev, a seguito della firma della Carta per la partnership tra NATO e Ucraina nello stesso anno.
Dopo il colpo di Stato di Maidan del 2014, tuttavia, le attività della NATO in Ucraina nella sfera dell’informazione sono decollate, come riportato in un Fact Sheet della NATO del 2016:
La NATO fornisce consulenza e finanzia attività ucraine di diplomazia pubblica, rapporti con i media e comunicazioni strategiche, contribuendo a migliorare la capacità dell’Ucraina di contrastare la propaganda.
La firma della “pietra miliare” NATO-Ucraina Strategic Communication Partnership Roadmap nel settembre 2015 ha permesso alla NATO di consigliare al governo ucraino di “porre le comunicazioni strategiche al centro di una strategia nazionale”. Nel dicembre 2020, la direttrice del NIDC Ucraina Vineta Kleine (dalla Lettonia) si vantava che la NATO “aveva rafforzato la resilienza dell’Ucraina in risposta alle campagne di disinformazione”.
Allo stesso tempo, la NATO e il Dipartimento di Stato hanno iniziato a rafforzare il controllo sui media ucraini “per migliorare la capacità dell’Ucraina di contrastare la propaganda”. La NATO ha sostenuto l’Ukraine Crisis Media Centre e il giornale Kyiv Post “per quanto riguarda i rapporti fattuali”, formando al contempo funzionari governativi e attivisti della società civile in materia di comunicazione. Nel 2018, l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) ha avviato un “Programma Media” in Ucraina per “potenziare i media locali”, che il progetto “Countering Disinformation” del National Endowment for Democracy, creato dal Congresso statunitense, elogia come “la più grande attività di sviluppo dei media nella storia dell’Ucraina”.
Il controllo diretto del governo degli Stati Uniti sulla sicurezza informatica e sulla sicurezza “delle informazioni” dell’Ucraina è gestito, almeno pubblicamente, dalla Civilian Research and Development Foundation Global e dalla sua operazione “Countering Disinformation and Cyber Security”. La storia della CRDF Global in Ucraina risale al 1997, quando ha aperto il suo primo ufficio al di fuori degli Stati Uniti a Kiev, per fungere da hub per l’Europa orientale e l’Eurasia. A questo punto, ovunque il governo ucraino abbia un’operazione di “contrasto alla disinformazione e alla sicurezza informatica”, si può contare di trovare la CRDF Global a tenergli la mano.
Pur definendosi “un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro”, la CRDF Global è in realtà “un’organizzazione sponsorizzata dallo Stato”. Fondata su iniziativa del Congresso degli Stati Uniti, inizialmente finanziata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e dal mega-speculatore globale e promotore della legalizzazione delle droghe George Soros (ciascuno per un ammontare di 5 milioni di dollari, come ha riferito la National Science Foundation nel settembre 1995), la CRDF Global oggi è finanziata dal Dipartimento di Stato, dal Dipartimento della Difesa, dalla Defense Threat Reduction Agency (DTRA) del Dipartimento della Difesa, dal governo del Regno Unito e dal Counter Proliferation & Arms Control Centre del governo del Regno Unito, oltre a fondi provenienti da note fondazioni “private”.
È guidata e gestita principalmente da persone con un lungo pedigree nel complesso militare-industriale statunitense. Il suo presidente, Ken Myers, è stato il direttore più anziano della Defense Threat Reduction Agency (DTRA) e del Centro di Comando Strategico degli Stati Uniti per la lotta alle armi di distruzione di massa (dal 2009 al 2016), prima di lasciare l’incarico per entrare a far parte della Pacific Architects and Engineers (PAE), uno dei principali appaltatori del Dipartimento di Stato e del governo degli Stati Uniti. (L’amministratore delegato Michael Dignam ha recentemente lasciato PAE per CRDF Global).

Il lungo braccio dell’intelligence britannica
Nel maggio 2020, CRDF Global ha nominato un cittadino britannico, Duncan Thomas, come nuovo direttore regionale per l’Europa e l’Eurasia. Tra le qualifiche di Thomas per il lavoro c’è un precedente periodo di “gestione di iniziative di cambiamento strategico” per i Crown Agents della Regina. (Ulteriori informazioni sui Crown Agents sono disponibili qui: [[https://larouchepub.com/eiw/public/1997/eirv24n34-19970822/eirv24n34-19970822_010-crown_agents_the_queens_managers.pdf]]
Il Capitano della Royal Navy Karen McTear è attualmente a capo dell’Ufficio di collegamento della NATO in Ucraina, posizione che ha assunto nel gennaio 2022. Conosce bene il territorio ucraino, essendo stata per quasi tre anni addetta alla Difesa britannica nell’Ucraina post-Maidan (agosto 2014-giugno 2017). La sua presentazione al forum che celebrava il 25° anniversario della firma della partnership della NATO con l’Ucraina (un evento organizzato dall’Ukraine Crisis Media Centre, sostenuto dalla NATO), lo scorso 9 luglio, ha esaminato la cooperazione NATO-Ucraina “notevolmente aumentata” dopo il golpe di Maidan, compreso il suo ruolo nella definizione del “contrasto alla disinformazione”.
Il Regno Unito ha deciso di diventare “il boss mondiale della censura su Internet” ben prima dell’attuale fase di guerra vera e propria contro la Russia attraverso la procura della NATO in Ucraina. Le operazioni su questo fronte sono state intensificate di pari passo con l’escalation di azioni provocatorie e ostili della NATO contro la Russia in vista di uno scontro diretto.
Nel marzo 2020 è stata istituita la Counter Disinformation Unit (CDU) del Regno Unito, che opera nell’ambito del Dipartimento per il Digitale, la Cultura, i Media e lo Sport come sforzo “dell’intero governo”. Tutte le capacità di monitoraggio e analisi del governo sono state centralizzate per “affrontare le sfide della disinformazione e dell’informazione errata”. A quanto riferisce Politico il 4 aprile 2022, tra le sue operazioni c’era anche la 77a Brigata dell’esercito britannico, secondo l’ex ministro del digitale Caroline Dinenage. Quest’ultima è l’unità di guerra informativa dell’esercito britannico creata nel 2015, che prende il nome e il simbolo dall’omonima unità della seconda guerra mondiale di Orde Wingate, specialista in “terrore contro il terrore” dell’intelligence militare britannica.
La “disinformazione” e le “fake news” sono state all’ordine del giorno della visita ufficiale del Presidente Zelensky a Londra il 7 e 8 ottobre 2020, ha riferito l’Agenzia ucraina indipendente di informazione (UNIAN). Durante la visita a Londra, Zelensky ha incontrato l’allora primo ministro Boris Johnson, ha firmato il primo accordo di partnership strategica tra Regno Unito e Ucraina, ha incontrato i “reali” a Buckingham Palace e ha tenuto un incontro non annunciato con i funzionari dell’MI6 dell’intelligence britannica. L’unico resoconto ufficiale dell’incontro con l’MI6 è stato fornito dallo stesso Presidente Zelensky qualche giorno dopo, quando è trapelata la notizia dell’incontro. Zelensky ha riferito che l’incontro si è svolto presso la sede dell’MI6, è durato due ore e che il contrasto alla disinformazione e alle fake news è stato uno degli argomenti discussi. Gli altri, ha detto, erano “affari di Stato” e non potevano essere discussi.
Il Regno Unito si è assicurato di includere la cooperazione sulla sicurezza informatica e il “potenziamento delle comunicazioni strategiche per contrastare la disinformazione” come uno dei principali punti all’ordine del giorno del “Memorandum di cooperazione trilaterale”, che i ministri degli Esteri di Polonia, Ucraina e Regno Unito hanno concordato di stilare alla riunione del 17 febbraio 2022.
Nelle stesse settimane prima dell’inizio della guerra, il Ministero degli Esteri britannico ha messo in piedi una nuova operazione di contro-disinformazione rivolta specificamente a Russia e Ucraina. La cellula di informazione governativa, dal nome orwelliano, opera tra il Foreign, Commonwealth and Development Office e il Ministero della Difesa, ma, secondo quanto riferito, è composta anche da personale dell’Home Office, del Cabinet Office e del Department for Digital, Culture, Media & Sport. Secondo un entusiastico articolo del 20 marzo del Telegraph:
I ministri e i funzionari considerano lo sforzo di contro-disinformazione come un elemento vitale del sostegno che la Gran Bretagna sta fornendo all’Ucraina….
Il lavoro di routine dell’unità consiste nell’identificare la disinformazione russa e nel prendere provvedimenti per smascherare il materiale falso. Oltre a creare nuovi contenuti da diffondere online, i funzionari dell’unità forniscono consulenza ai dipartimenti governativi, tra cui al numero 10 di Downing Street, e alle ambasciate e ai governi all’estero. I rapporti del GIC sono stati distribuiti a circa 30 alleati della NATO e dell’UE, nonché all’Australia e alla Nuova Zelanda, che sono membri della partnership di intelligence “Five Eyes”.


Nasce il CCD
Entro il 2020, una fitta rete di progetti di “fact-checking” e di caccia alla disinformazione era stata costruita in tutta l’Ucraina grazie al finanziamento e alla “consulenza” di questi governi stranieri. Erano ora necessarie operazioni più centralizzate da parte ucraina per l’escalation dell’offensiva anti-Russia.
Il CRDF riferisce che all’inizio del 2021, il CRDF Global e il Centro di coordinamento nazionale per la sicurezza informatica (NCCC) del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa ucraino (NSDC), “con il supporto dell’Ufficio del coordinatore dell’assistenza statunitense all’Europa e all’Eurasia del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti”, hanno istituito il Cluster nazionale per la sicurezza informatica per fungere da “piattaforma di coordinamento che unisce le risorse, le capacità e le competenze del NSDC e del CRDF Global, delle organizzazioni governative, dei partner internazionali e del settore privato”.
Da allora si sono tenuti tredici “National Security Cluster”, finanziati dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, a cui ha talvolta partecipato David Allen Schaefer, Senior Assistance Coordinator presso l’Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina, tutti coordinati da CRDF Global. Poco dopo, sono state create altre due agenzie governative specificamente incentrate sull’aspetto della “disinformazione” della sicurezza informatica.
Il CCD, tuttavia, è “un’istituzione chiusa che non cerca una copertura mediatica completa delle sue attività”, ha specificato Kleine della NATO. Secondo Liubov Tsybulska, la prima responsabile del Centro per la comunicazione strategica e la sicurezza dell’informazione del Ministero della Cultura in Ucraina, il centro CCD è stato progettato fin dall’inizio per essere “molto simile” nelle funzioni al Centro di eccellenza per le comunicazioni strategiche della NATO in Lettonia.
Tsybulska è stata intervistata quando era a capo del “Gruppo di analisi delle minacce ibride” del Crisis Media Center ucraino, finanziato da governi stranieri.


Il compito del CCD: puntare il dito su personalità da assassinare
Il Centro per la lotta alla disinformazione è stato lanciato ufficialmente durante una riunione del 6 aprile 2021 convocata dal capo dell’Ufficio del Presidente Andriy Yermak e dal segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa Oleksiy Danilov per presentarlo alla “comunità internazionale”. Erano presenti gli ambasciatori del Gruppo dei 7 Paesi, oltre a Finlandia e Israele, e i capi delle missioni dell’Unione Europea e della NATO in Ucraina. La pianificazione ufficiale per il Centro è iniziata un anno prima, ma Yermak ha detto ai diplomatici che l’idea di creare il Centro “veniva discusssa dal 2014”. Ha sottolineato che il CCD funzionerà come “un hub internazionale” che si coordinerà con “partner stranieri”.
L’inaugurazione non è stata una sorpresa per i rappresentanti stranieri presenti; molti erano stati coinvolti nella sua creazione, come abbiamo indicato sopra. L’Ucraina non è nuova alle operazioni di “contrasto alla disinformazione”.
Andriy Shapovalov, capo ad interim del CCD dall’agosto 2021, è stato moltoesplicito in un’intervista concessa il 24 febbraio 2022 a informator.ua: il compito del CCD è quello di preparare le potenziali hitlist contro i nemici dello Stato nel campo della guerra dell’informazione per il famigerato Servizio di Sicurezza ucraino, l’SBU.
Shapovalov si è vantato:
[Il CCD identifica] le campagne di disinformazione nelle fasi iniziali….
Siamo le persone che guardano i canali televisivi ucraini e occidentali 24 ore su 24, 7 giorni su 7, monitorano i social network e i siti web, seguono le informazioni sui canali televisivi di propaganda della Federazione Russa, leggono i canali Telegram ogni giorno, conducono analisi e previsioni. Vediamo il quadro mediatico completo dell’Ucraina nel mondo e ne informiamo il NSDC….
Consegniamo tutto ciò che troviamo di utile e interessante all’SBU e, presumibilmente, ai partner internazionali con i quali ha il compito di collaborare.

Appena un mese dopo la fondazione del CCD, Victor Medvedchuk, leader del partito di opposizione Piattaforma per la Vita, con un grosso potere al Parlamento con oltre il 13% dei voti alle elezioni del 2019, è stato arrestato e accusato di tradimento. Il Presidente Zelensky ha usato una nuova formulazione inquietante per giustificare la mossa: L’Ucraina deve “combattere il pericolo dell’aggressione russa nell’arena dell’informazione”.
Shapovalov rivendica con orgoglio il ruolo del CCD nel mettere a tacere i canali televisivi ucraini che non aderiscono alla “narrazione” ufficiale. “Il blocco di questi canali è il risultato del nostro lavoro”, si è vantato Shapovalov, che ha presentato questa censura come un esempio di come operano il CCD e il NSDC.
‘Vi beccheremo ovunque siate’
Tuttavia, le liste di hitlist del CCD non cercano rappresaglie solo contro gli ucraini. “Raccogliamo prove di discorsi di odio contro l’Ucraina da utilizzare nei tribunali internazionali”, ha dichiarato Shapovalov a Informator.ua.
Mikhailo Podolyak, uno stretto collaboratore del Presidente Zelensky, ha difeso aggressivamente l’inclusione di “rappresentanti di Stati stranieri” nella lista nera del CCD come “assolutamente giustificata”, rispondendo ad un giornalista indiano gli ha chiesto di giustificare l’inclusione di tre indiani nella lista del CCD, uno dei quali è l’ex presidente del National Security Advisory Board indiano, P.S. Raghavan.
Nello scambio, pubblicato dall’indiano ThePrint, Podolyak ha definito la lista nera come una lista di “lustrazione militare”. “Lustrazione” è il termine originariamente usato ai tempi dell’Impero romano per indicare la purificazione o la “pulizia”, che è stato adottato nell’Ucraina post-2014 per riferirsi alle epurazioni di funzionari, politici, ecc. ucraini che non erano d’accordo con la “rivoluzione” di Maidan.

Nell’Ucraina orwelliana di oggi, rifiutare di rigurgitare la propaganda anti-russa è considerato “corruzione”. Tra i compiti designati della NAZK ci sono quindi sia la ricerca di “collaboratori” e di beni di persone e stranieri sanzionati, sia il lavoro per ottenere sanzioni internazionali contro altri. L’agenzia invia le sue liste di persone e società “identificate per le sanzioni” al Ministero degli Affari Esteri ucraino, all’Ufficio del Procuratore Generale e all’SBU, “così come ai diplomatici di Stati Uniti, Unione Europea, Gran Bretagna, Canada e altri Paesi della coalizione per le sanzioni”.
Al momento, la stragrande maggioranza, ma non la totalità, degli oltre 18.000 individui e delle 4.000 entità citate nella lista dei ricercati per le sanzioni sembra essere russa e ucraina. Finora, nessuno dei “propagandisti” internazionali indicati dal CCD è stato inserito nella lista.
In particolare, Polina Lysenko, la donna nominata a capo del CCD al momento della sua fondazione, è arrivata al CCD dal suo incarico di capo del Dipartimento di Cooperazione Legale Internazionale e Recupero Beni presso l’Ufficio del Procuratore Generale. In precedenza, era stata consulente di un vicedirettore del NAZK per tre anni.


Che fine ha fatto la libertà di parola?
Una lettura del canale Telegram in lingua inglese del CCD rivela la prospettiva orwelliana che guida questa operazione. La discussione sulla realtà non è ammessa. Se non fosse così grave, la loro stupidità farebbe ridere.
A maggio, il senatore Rand Paul e il colonnello Douglas Macgregor sono stati accusati dal CCD di aver partecipato a una “PSYOP russa”, sostenendo la necessità di cessare i finanziamenti all’esercito ucraino. Tale argomentazione potrebbe “gettare gli ucraini in uno stato di disperazione”. Allo stesso modo, il col. Richard H. Black è stato preso di mira per aver attaccato l’espansione della NATO e aver spiegato il punto di vista della Russia su di essa. “Vi avvertiamo!”, ha annunciato il CCD. “Tali dichiarazioni sono un elemento del PSYOP del nemico, che sta cercando di convincere l’Occidente dell’inutilità di aiutare l’Ucraina”.
Il seminario dello Schiller Institute del 26 maggio 2022, “Esperti militari e di sicurezza statunitensi ed europei avvertono: La follia dei politici rischia di provocare una guerra nucleare”, ha fatto impazzire il CCD. Dopo il seminario, il CCD ha denunciato la fondatrice dell’Istituto, Helga Zepp-LaRouche, perché aveva organizzato “una discussione internazionale sulla nuova architettura di sicurezza mondiale e sulla minaccia della Terza Guerra Mondiale”. È stata accusata di aver “promosso la retorica russa nello spazio informativo occidentale per oltre 10 anni”. Come? Affermando realtà ovvie come il fatto che “la NATO, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono in conflitto con la Russia”, che stando al CCD sarebbe solo una “narrazione del Cremlino”.
Questo attacco, pubblicato sul canale Telegram del CCD il 28 maggio, è stato seguito il giorno successivo da un attacco sotto la sua rubrica “Stop Infoterror”, contro tutti i partecipanti alla stessa conferenza dello Schiller Institute. In questo caso, il francese Center for Intelligence Research, il col. Richard Black, l’italiano Gen. Leonardo Tricarico (ret.) e lo Schiller Institute tedesco sono stati etichettati come “fedeli esperti occidentali” della Russia. La presunta “prova” di questa accusa? Che i relatori “hanno promosso la narrativa dell’imminente vittoria [della Russia] e la necessità per l’Ucraina di fare concessioni” e “hanno concluso che lo scontro con la Russia è dannoso per la Germania e l’UE”.
“Tutte queste affermazioni sono manipolative!”, ha scritto il CCD.
Harley Schlanger, portavoce dello Schiller Institute e della LaRouche Organization, incluso nella lista nera del 14 luglio, era già stato individuato dal CCD dopo una discussione del 31 maggio sulla PressTV iraniana. Il CCD si è indignato perché ha osato dire che “le sanzioni contro la Russia porterebbero alla distruzione di tutti i Paesi occidentali” e che l’Ucraina deve negoziare con la Russia.
“Queste dichiarazioni sono una manipolazione! Gli esperti occidentali del Cremlino, vista la sconfitta dell’esercito russo al fronte, stanno ora cercando di convincere l’Ucraina a negoziare a condizioni favorevoli per la Russia”, ha scritto il CCD.

I nazisti della NATO
Torniamo al punto di partenza: il CCD viene usato per colpire e minacciare le persone riflessive che hanno il coraggio di parlare contro il pericolo della guerra e del ritorno del nazismo.
Nei mesi di marzo e aprile di quest’anno, durante la battaglia di Mariupol, nella Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), il CCD ha pubblicato sul suo canale Telegram una serie di dichiarazioni che esaltavano il Reggimento Azov e altre unità neonaziste incorporate nell’esercito ucraino. Uno di questi post promuoveva un breve video in stile propaganda di guerra, in cui si esaltava il “contributo” dell’Azov alla guerra contro il Donbass dal 2014 come eroico, e il Reggimento Azov oggi come i migliori combattenti dell’esercito ucraino.
Ogni riferimento alla ben documentata ideologia nazista dell’Azov è ipso facto “propaganda russa”.
In una delle sue difese delle forze Azov, il CCD ha scritto:
La demonizzazione dei battaglioni di volontari ucraini da parte della russia è sistematica. Nel 2014, al centro della propaganda russa c’era il Battaglione del Settore Destro, nel 2022 il Battaglione Azov. [Questi attacchi portano a mettere in dubbio il coraggio e la resistenza dei militari, [perché il Reggimento Azov] è una delle unità più forti della Guardia Nazionale Ucraina. Credete nelle nostre Forze Armate!
Secondo i leader russi, gli ucraini avrebbero dovuto odiare i mitici nazisti, mentre la società del nostro Stato si consolidava nell’odio verso putin e la russia, L’obiettivo principale è dissacrare Azov come una sorta di simbolo della lotta ucraina.
[Nell’originale Russia e Putin sono a lettere minuscole].