Lunedì 8 gennaio, circa centomila trattori e altri veicoli sono scesi in strada nelle grandi città di tutti i sedici stati della Germania, in una protesta di dimensioni mai viste prima e ampiamente sostenuta dalla popolazione. Si è trattato dell’apertura di una “settimana d’azione”, indetta per preparare il terreno al prossimo tavolo negoziale col governo, previsto per il 15 gennaio a Berlino. Gli agricoltori chiedono che in quella sede si discuta seriamente del valore dell’agricoltura e del danno procurato dagli ideologi “verdi”.
Pertanto, i tentativi del governo e dei media mainstream di screditare il crescente fermento sostenendo che dietro c’erano “estremisti di destra” sono totalmente falliti e, con ogni probabilità, si ritorceranno loro contro. Come sottolineano i leader della protesta, questa non riguarda solo il ripristino dei sussidi statali che il governo intende tagliare, ma anche l’inversione delle politiche dell’Unione Europea contro il settore agricolo in generale. Il sentimento generale è stato riassunto da un attivista: “Questa è solo la punta dell’iceberg, a dire il vero, perché siamo tutti uniti nel volerci liberare dei politici che stanno cercando di liberarsi di noi”.
Nel corso della giornata, Helga Zepp-LaRouche ha definito la protesta “incredibilmente importante per la Germania, perché molti degli imprenditori agricoli che hanno preso il coraggio di farsi avanti hanno affermato molto chiaramente di difendere gli interessi, non solo della categoria, ma di tutta la Germania, contro un governo che molti hanno definito produttore di spazzatura totale. Molte voci sottolineano il fatto che l’intera politica agricola non è fatta dal governo, ma dalla Silicon Valley, da Wall Street, da BlackRock e dai cartelli internazionali”. Insomma, la “realtà parallela” artificiale che i politici e i media mainstream hanno cercato di creare è crollata.
Il Büso (Movimento di Solidarietà per i Diritti Civili guidato da Helga Zepp-LaRouche) era sul campo, con manifesti che recitavano “Trattori invece di carri armati!” e distribuivano volantini intitolati “Spade in vomeri”, che chiedevano di convertire le capacità militari-industriali per la produzione di beni necessari ad uno sviluppo economico pacifico.
Gli agricoltori hanno ricevuto il sostegno di quattro amministratori statali gestiti dalla SPD (Brandeburgo, Bassa Sassonia, Meclemburgo, Sassonia-Anhalt), che chiedono al governo nazionale di annullare i previsti tagli ai sussidi e di rilasciare garanzie pubbliche sugli investimenti effettuati dagli agricoltori. Altre categorie che hanno partecipato alle proteste sono gli autotrasportatori e i conducenti di autobus, gli insegnanti e i medici, tutti colpiti dai tagli; tagli che invece hanno risparmiato il bilancio della difesa e della “protezione del clima”.
La protesta in Germania è seguita con attenzione in altri Paesi, in particolare nei Paesi Bassi e in Francia (che ha una tradizione di proteste molto energiche) ma anche negli Stati Uniti, dove autorevoli rappresentanti del settore agricolo in contatto con lo Schiller Institute hanno inviato un telegramma di sostegno ai manifestanti tedeschi, intitolato: “Let the Tractors roll!”.