Nel tentativo disperato di conquistare la maggioranza dei voti al Senato per convocare altri testimoni nel processo di impeachment contro Trump, la dirigenza del Partito democratico faceva affidamento su qualcuno che fino a ieri consideravano un arcinemico. Parliamo di John Bolton (foto), campione dello schieramento neocon e dei falchi che vogliono l’intervento militare in Siria, Iran e Corea del Nord (tanto per nominare gli ultimi in ordine di tempo) e si oppone al ritiro dall’Asia Sudoccidentale proposto da Trump.
Sfortunatamente, per qualche motivo Trump lo aveva nominato consigliere per la sicurezza nazionale per un certo tempo, salvo poi licenziarlo nel settembre 2019. L’indimenticabile consigliere ha ora scritto un libro nel quale sostiene che Trump avrebbe veramente minacciato Zelens’kyj di ritirare gli aiuti militari se il Presidente ucraino si fosse rifiutato di indagare sul rivale democratico Joe Biden. Quest’accusa è la base principale dei capi d’accusa spiccati contro Trump dalla Camera dei Rappresentanti.
Gli stessi democratici nel 2005 si rifiutarono di approvare Bolton ambasciatore, a causa di “mancanza di credibilità” (Adam Schiff), e molti fecero riferimento al ruolo svolto nell’avallare i falsi dossier sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Oggi, nel 2020, Bolton è diventato improvvisamente credibile, solo perché tutto è concesso pur di rovesciare Trump.
A parte queste considerazioni politiche, però, la questione più profonda in questo procedimento di impeachment è stata sollevata da Alan Dershowitz, famoso costituzionalista, docente di Harvard e democratico da una vita. Dershowitz ha sostenuto che, se fossero passati, i capi d’accusa contro Trump avrebbero abbattuto un pilastro voluto dai padri costituenti e avrebbero trasformato il sistema americano in una democrazia parlamentare di tipo britannico. Secondo la costituzione americana, il Presidente è eletto dai cittadini e può essere rimosso solo dal Senato e solo per gravi reati e per tradimento. Accuse come “abuso di potere” o “ostruzione del Congresso” sono temi eminentemente politici, ha martellato Dershowitz, e certamente non basi valide per un impeachment, anche se in un sistema parlamentare possono portare a un voto di sfiducia.
Anche se fossero vere le accuse contenute nel libro di Bolton (che non è ancora uscito) e Trump avesse posto delle condizioni per gli aiuti all’Ucraina, ciò non giustificherebbe l’impeachment, ha sostenuto Dershowitz. Un tale “do ut des” non costituisce un reato ma è tradizionalmente parte dei negoziati con le potenze straniere, come si fa anche in Europa.