Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo di Claudio Giudici, presidente di Uritaxi, in risposta a: “Liberalizzazioni, lo scatto che serve per battere le lobby” di Giavazzi e Alesina

Chi scrive è quello che Giavazzi e Alesina considererebbero un “potente” lobbista, dal valore di circa 150mila euro – essendo questo il valore medio dell’investimento per una licenza taxi -, preoccupato da quelle che egli considera una serie di (vere e potenti) lobby, dal valore di qualche decina di miliardi di euro. Si pensi in particolare a Uber, che oggi dovrebbe avere un valore di circa 50miliardi di dollari, dopo il crollo di valore registrato sul mercato secondario in seguito ai numerosi scandali che l’hanno riguardata.

A dire dei due professori, le lobby operanti nei mercati regolamentati mirano a mantenere queste regole; può essere vero come no. Si pensi infatti al settore del noleggio con conducente che in buona parte vuol modificare queste regole. Però dovrebbero aggiungere anche che le lobby al di fuori di questi mercati, mirano a deregolamentarli per spadroneggiarli. Infatti, grazie al mix dato dall’assenza di regole e di potenza finanziaria, che i competitor più piccoli non hanno, queste riescono in breve tempo a predare interi settori.

Alla luce di questo, da tassista, provo a rivolgermi ai genitori di cui Giavazzi e Alesina parlano in chiosa del loro editoriale, i quali, a causa della mancata liberalizzazione dei prodotti farmaceutici, non avrebbero la possibilità di trovare l’aspirina in autogrill.
Proprio alcune sere fa, come raccontato sul mio profilo Facebook, mi è capitato un caso analogo. Un genitore rumeno, in seguito ad un attacco di asma del proprio bambino di tre anni, si è messo, verso la mezzanotte, alla ricerca della più vicina farmacia di servizio notturno, e di un taxi per far ritorno dal proprio bambino. Appena salito sul mio taxi, mi chiede di poter correre, spiegandomi cosa stesse succedendo al suo bambino. Così, ho corso davvero, con le doppie frecce e sfanalando di continuo, e in un attimo l’ho portato dal suo bambino.

Questa storia però, ci insegna proprio il contrario rispetto a quanto da auspicato dai due professori. In Italia abbiamo la fortuna che sia farmacie che taxi siano settori a regime amministrato. Il legislatore, al fine di tutelare il diritto alla salute ed al movimento dei cittadini, obbliga farmacie e taxi ad essere presenti in ogni ora e giorno dell’anno. Quel genitore, senza tale obbligo imposto a questi due settori, non avrebbe avuto la possibilità di trovare a quell’ora una farmacia aperta ed un taxi operativo. Questo perchè, operare di notte, oltre che scomodo è anti-economico. E sono obblighi anti-economici come questi, che, minando la sostenibilità economica di tali attività, a scopo di controbilanciamento, giustificano il numero chiuso. E questo, senza considerare l’opportunità che a vendere medicinali – non cover per lo smartphone… – vi sia personale qualificato, proprio come ad effettuare trasporto persone, essendo in gioco in entrambi i casi il diritto all’incolumità e alla salute delle persone.

E quando Giavazzi e Alesina parlano di grandi “rivoluzionari” della deregulation, citando Bill Clinton, è di grandissima attualità una delle riforme avutesi sotto di lui. Nel 1999 egli abroga definitivamente lo standard della separazione tra banche d’affari e banche d’investimento (Glass Steagall Act). Dopo oltre sessant’anni di stabilità del settore bancario americano e mondiale, grazie a questo standard introdotto sotto Franklin Delano Roosevelt e ripreso in tutto l’Occidente, ad appena otto anni dalla sua abrograzione, scoppia la più grave crisi finanziaria dell’epoca moderna. Il collegamento tra la deregulation dei mercati finanziari e la crisi finanziaria è stato messo nero su bianco dal Rapporto Angelides, frutto del lavoro dell’omonima Commissione d’inchiesta sulla crisi finanziaria, voluta dal Congresso Usa nel 2011. Non è un caso che oggi, il ripristino del principio della separazione bancaria sia stato inserito nelle piattaforme programmatiche sia dei Democratici che dei Repubblicani americani, appunto per ri-regolamentare il settore finanziario.
Quindi, a parte l’economia, alla base di certe letture, vi è un problema di modello sociale che si possa o meno concepire. Medicine, trasporti e finanza trattate come delle cover?

Claudio Giudici

Presidente Nazionale Uritaxi (Unione di Rappresentanza Italiana dei Tassisti)