Con il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, governo ed esponenti dell’establishment britannico hanno visto infrangersi le mire imperiali della “Global Britain”. Per il ministro della Difesa Ben Wallace, l’accordo con i talebani, iniziato dall’allora presidente Donald Trump nel febbraio 2020, era un “accordo marcio”. In un’intervista al Daily Mail dell’8 agosto, ha rivelato che il Regno Unito ha cercato di convincere altri paesi membri della NATO a restare anche se gli Stati Uniti si fossero ritirati, ma non ha trovato sostegno.
La critica dell’ex primo ministro Tony Blair, pubblicata sul suo blog il 21 agosto, è ancora più dura. Secondo Blair, “non avevamo bisogno di farlo [il ritiro]. Abbiamo scelto di farlo. L’abbiamo fatto in obbedienza ad un imbecille slogan politico sulla fine delle ‘guerre permanenti'”. Blair teme in particolare le ripercussioni per i disegni imperiali di Londra: “La Gran Bretagna, fuori dall’Europa e subendo la fine della missione in Afghanistan da parte del più grande alleato con poca o nessuna consultazione… rischia di essere relegata alla serie B delle potenze globali”.
Per chi non lo ricordasse, fu proprio Tony Blair a inaugurare l’era delle “guerre permanenti” nel 1999, in un discorso al Chicago Council of World Affairs in cui parlò delle prove inventate che convinsero l’allora presidente Bush a dichiarare guerra all’Iraq e fu sempre Blair a mandare le truppe britanniche in Afghanistan, quando era premier.
I principali media britannici hanno dato grande risalto alla valutazione di Blair, che è condivisa da molti tra coloro che temono che gli Stati Uniti possano rompere con la politica imperiale della Gran Bretagna. Il Sunday Times riferisce inoltre che “i ministri hanno avvertito che la Gran Bretagna dovrà stracciare la sua politica estera dopo la debacle in Afghanistan, mentre si moltiplicano gli scoppi d’ira per la decisione dell’America di tagliare la corda”. L’articolo cita un ministro che ha denunciato l'”isolazionismo” americano e ha detto che il governo dovrà “rivedere” la politica estera e di difesa perché Washington non sarebbe più un alleato affidabile.
“L’America ha appena dimostrato al mondo che non è così desiderosa di svolgere un ruolo globale”, ha detto il ministro. “Le implicazioni di questo sono assolutamente enormi”. Ha anche sollevato interessanti riferimenti storici: “Gli Stati Uniti dovettero essere trascinati a calci e urla nella prima guerra mondiale. Si presentarono in ritardo alla seconda guerra mondiale e ora tagliano la corda in Afghanistan”.
L’ex comandante delle truppe di Sua Maestà in Afghanistan, il col. Richard Kemp, è stato ancora più acido. Secondo lui, Biden non andrebbe semplicemente incriminato, ma “trascinato di fronte alla corte marziale per aver tradito gli Stati Uniti d’America e le forze armate”.
Anche nell’Europa continentale ci sono state critiche simili alla politica degli Stati Uniti, a riprova dell’influenza della geopolitica britannica sul continente.