Come colui che, cadendo dall’alto di un grattacielo, sostiene che tutto va bene perché non ha ancora toccato terra, il 14 aprile il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso che l’inflazione non è ancora così alta da giustificare una svolta nella politica monetaria. Ricordiamo che le cifre ufficiali di marzo davano una media del 7,5% nell’Eurozona, con punte di 7,6% in Germania, 9,3% in Belgio, 9,8% in Spagna, 11,9% in Olanda, e 15% il Lituania. Ciò non preoccupa la BCE, che ha deciso di non anticipare lo stop del principale programma di acquisto titoli (APP), previsto per il terzo trimestre dell’anno, e nessun aumento dei tassi d’interesse prima di “qualche momento” successivo. Inoltre, la BCE continuerà a reinvestire nei titoli APP già acquistati a scadenza, nonché in quelli del programma PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program) e deciderà se aiutare paesi con maggiore esposizione debitoria scavalcando le regole del capital key.
La BCE continua a sostenere il carattere “transitorio” dell’inflazione, prevedendo una media del 6% per il 2022 e una “normalizzazione” al 2,4% nel 2023
I dati reali parlano un altro linguaggio. I prezzi alla produzione in Germania hanno registrato un aumento del 30,9% su base annua; prima o poi questo si trasferirà inevitabilmente nei prezzi al consumo. Ma persino la proiezione di inflazione a due cifre potrebbe rivelarsi ottimistica.
Contrariamente alle bugie della BCE (“L’aggressione russa in Ucraina… impatta l’economia… I prezzi dell’energia e delle materie prime in salita riducono la domanda e frenano la produzione”), le radici dell’inflazione risiedono nella scellerata politica monetaria della BCE, della Fed e delle altre banche centrali occidentali, come abbiamo sempre sostenuto.
Come abbiamo documentato in precedenza, gli hedge funds imperversano sui mercati delle materie prime da almeno un anno, con guadagni fino al 30% nei primi due mesi dell’anno. L’iperinflazione dei titoli finanziari sta esondando negli asset fisici, come aveva previsto Lyndon LaRouche nel suo famoso grafico della “tipica funzione di collasso”.
Come risultato, la “povertà energetica”, annunciata dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen nel luglio 2021, è diventata una realtà in tutti i paesi europei. Bloomberg ha usato questo termine in un articolo del 20 aprile: “I CEO dell’energia dicono al parlamento che ‘la povertà energetica’ seppellirà le famiglie sotto i debiti”. L’articolo cita i manager del settore energetico secondo cui milioni di famiglie britanniche non potranno pagare le bollette o ridurranno drasticamente i consumi di elettricità. La frase infelice del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi sui condizionatori ha fatto il giro del mondo, dimostrando il disprezzo per i cittadini da parte di chi è responsabile di questa crisi.