Quanto descritto sopra costituisce il tema di una proposta che lo Schiller Institute sta diffondendo a livello internazionale, intitolata “Se vuoi evitare di congelarti a Natale e morire di fame in primavera, ferma la grande truffa dello choc del gas”.
L’attuale choc del gas naturale “non solo ti priverà dei risparmi, ma creerà anche un’onda d’urto che distruggerà l’economica fisica da cui dipende la stessa sopravvivenza dell’umanità. Zinco e alluminio, per produrre i quali è richiesta grande quantità di energia, improvvisamente si producono in perdita. Quel che è peggio, la produzione di fertilizzanti il cui prezzo è raddoppiato e persino triplicato negli USA e in Europa, si è arrestata. Gli agricoltori sono alla disperata ricerca degli ingredienti per il raccolto dell’anno prossimo e dei mezzi con cui pagarli. Senza fertilizzanti, le rese crolleranno del 40% e la qualità potrebbe scendere al livello del cibo per gli animali!
“Permettere una tale distruzione dell’agricoltura nel momento in cui il World Food Program parla di carestie di “dimensioni bibliche”, quando 23 milioni di afghani e centinaia di milioni nel mondo sono minacciati dalla fame, significa accettare il genocidio. I governi devono mettere i mercati sotto controllo”.
Preparatevi a fare la fame l’anno prossimo, se sarete sopravvissuti all’inverno senza riscaldamento. O unitevi a noi nel mobilitare la volontà politica per applicare le soluzioni concrete:
“1. Allacciare subito il gasdotto Nord Stream 2 alla rete europea in modo da attingere a 55 milioni di metri cubi di gas naturale dalla Russia;
2. Escludere gli operatori finanziari dalle borse dell’energia e dei prodotti agricoli e porre un limite alla volatilità delle quotazioni;
3. Togliere ogni sostegno pubblico alle banche speculative. Come avvenne con la legge Glass-Steagall nel 1933 negli USA, separarle dalle banche ordinarie di raccolta e di deposito e di credito all’economia reale;
4. Sostituire i meccanismi dei mercati a pronti con contratti a lungo termine tra nazioni. I prezzi del cibo e dell’energia non devono essere determinati dagli speculatori e dai “mercati”, ma dagli Stati nazionali impegnati in accordi di sviluppo reciproco a lungo termine. Questa era l’intenzione originale di Franklin Delano Roosevelt a Bretton Woods e il terreno tracciato da De Gaulle in Francia ed Enrico Mattei in Italia;
5. Stabilire “Nuovi accordi di Bretton Woods”, negoziati tra le grandi potenze e il G20, per creare credito per la ricostruzione dell’economia fisica, partendo dalle infrastrutture di base e dai sistemi sanitari e scegliendo come obiettivi prioritari Paesi in emergenza come Afghanistan, Haiti ed altri”.