Come Jacques Cheminade ha sottolineato in due interviste a RT dopo il primo turno delle elezioni presidenziali francesi il 23 aprile, il risultato è “stato una vittoria per la Borsa e per le megabanche”, come dimostra l’aumento del 4% dei titoli azionari a Parigi il giorno dopo. Ma è solo “una vittoria temporanea” perché il sistema è rimasto in piedi e “andiamo verso un periodo difficile”.

Da una parte c’è un pericoloso nazionalismo “che è la specialità della famiglia Le Pen”, ha detto Cheminade, e dall’altra “c’è l’impero finanziario che ha sponsorizzato Emmanuel Macron”, mentre i partiti politici tradizionali (repubblicani e socialisti) sono stati respinti.
Decisive saranno le elezioni politiche previste per l’11 e 18 giugno. “È chiaro che il nuovo Presidente non avrà una maggioranza al Parlamento”.

A questo punto è probabile che Emmanuel Macron sconfiggerà Marine Le Pen per due ragioni, oltre al sostegno di cui gode tra i media dominanti: 1) la popolazione francese teme che la politica anti-immigrazione della Le Pen scateni una guerra civile in un Paese che ha tra i 6 e i 9 milioni di abitanti di origine nordafricana, e 2) è molto forte la paura di una rottura col sistema attuale, in particolare tra i pensionati che hanno votato massicciamente per Macron e Fillon e che sono legati al sistema dell’Euro come l’impiccato alla corda…

Tuttavia, non si può escludere una vittoria della Le Pen in tempi così convulsi. Soprattutto da quando ha ribaltato la sua posizione sull’euro nel tentativo di accalappiare i voti di Fillon. I sondaggi più recenti indicano che la corsa si fa più serrata.

Quel che è emerso dal primo turno è un pattern simile a quello che ha condotto alla vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti. C’è una chiara linea di demarcazione tra i poveri che hanno votato Le Pen e i ricchi che hanno scelto Macron. Le aree che hanno votato massicciamente per Marine Le Pen sono la vecchia cintura industriale francese, al collasso da 30 anni, le miniere di carbone e le industrie tessili al Nord, l’industria siderurgica a Est, al confine con la Germania, e giù fino alla costa mediterranea. Sono aree in cui abitano molti immigrati affluiti per lavorare nell’industria.

Coloro che hanno votato per Macron vivono invece nelle aree più benestanti della Francia: dalla Bretagna e Bordeaux a Ovest fino a Lione e Grenoble a Est. In termini di categorie sociali, il punteggio maggiore alla Le Pen è arrivato dagli operai, il 37%, contro il 16% per Macron. Il voto più basso per la Le Pen viene dalla classe media, il 14%, mentre tra questi ceti Macron ha fatto il pieno, il 33%! Macron ha vinto nelle grandi città, mentre Le Pen nelle aree rurali e nella periferia più povera.

Andando oltre i giochi politici, Cheminade ha detto a RT che la sua “missione è di fungere da catalizzatore per una vasta alleanza in Francia contro il mondo del denaro. Internazionalmente, la Francia deve allearsi con i BRICS, e con la visione del Presidente Xi Jinping, condivisa da Vladimir Putin, di un sistema win-win nel mondo”. Cheminade ha anche chiesto che vengano abolite le sanzioni contro la Russia, e che la Russia faccia lo stesso verso la Francia.