Mentre dall’inizio del 2014 le notizie sono dominate dalla crisi strategica in tutto il mondo, continua la battaglia internazionale per separare il sistema bancario dalla bisca finanziaria, eliminando i titoli tossici.

Negli Stati Uniti, il disegno di legge per il ripristino del Glass-Steagall Act, presentato alla Camera dei Rappresentanti col numero HR 3711, identico a quello presentato al Senato dalla Senatrice Elizabeth Warren (e 10 cofirmatari) ha ora 11 cofirmatari. L’altro disegno di legge simile presentato alla Camera da Marcy Kaptur è stato sottoscritto da altri 79 congressisti.

A livello degli stati, mozioni che chiedono alla Camera ed al Senato di approvare i disegni di legge per il ripristino della Glass-Steagall sono state presentate nel 2012 in sedici parlamenti statali. Esse devono essere ripresentate nel 2014, cosa che è già accaduta in numerosi stati. Queste mozioni hanno un impatto notevole sui parlamentari eletti a livello nazionale, perché riflettono le pressioni provenienti dalla base.

Una convinta sostenitrice della separazione bancaria è Nomi Prins, ex managing director a Goldman Sachs, ex senior managing director alla Bear Stearns a Londra, stratega a Lehman Brothers ed analista della Chase Manhattan Bank. In un’intervista esclusiva concessa all’EIR l’8 gennaio, la signora Prins ha dichiarato che la Volcker Rule non affronta i problemi. Benché si supponga che regoli il trading in conto proprio, “la natura della cartolarizzazione, dei derivati complessi, della loro distribuzione tramite il meccanismo del ‘market making’, dei rami assicurativi, di quelli di consulenza, tramite ogni tipo di entità nell’ambito dell’arena bancaria sotto l’ombrello di una singola holding bancaria – tutto ciò sfugge alla regolamentazione della Volcker Rule nella sua forma attuale”.

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21st Century Glass-Steagall Act, HR 3711