Giovedì 9 novembre Liliana Gorini, presidente di Movisol, è stata nuovamente intervistata da Marisa Sottovia a Radio Gamma 5, su due temi importanti per il mondo e per il nostro paese: il dibattito in corso sulla separazione bancaria e la visita di Trump in Cina, e le prospettive di crescita aperte anche per l’Italia dalla Nuova Via della Seta. Gorini ha ricordato agli ascoltatori che a seguito della campagna di Movisol, sono state raccolte in Italia, finora, 127 firme di parlamentari, consiglieri regionali ed altre pesonalità che chiedono a viva voce al Presidente Trump ed al Congresso di approvare in tempi brevi il Glass-Steagall Act, che come all’epoca di Roosevelt toglierà ogni garanzia di stato agli speculatori consentendo finalmente l’elargizione del credito a imprese e famiglie, duramente colpite anche nel nostro paese dopo il crac del 2008.

“Stiamo organizzando una delegazione di parlamentari che porti questa petizione al Congresso, a Washington, speriamo entro Natale” ha detto Gorini. “Ci sono due disegni di legge bipartisan al Congresso, uno al Senato, presentato dalla Sen. Warren e da Bernie Sanders, e l’altro alla Camera, presentato da Marcy Kaptur, democratica, e Walter Jones, repubblicano” ha ricordato Gorini. “Questa è una notizia importante” ha commentato Sottovia “significa che l’Italia potrà contribuire a una decisione in questo senso”.

Quanto alla visita di Trump in Cina, Gorini ha ricordato che i media danno una percezione molto sbagliata sia degli sviluppi in Cina che di Trump, con il Russiagate, e in realtà l’adesione degli Stati Uniti alla Nuova Via della Seta ed al progetto Belt and Road aprirà la strada non solo alla cooperazione economica con Cina e Russia, abolendo anche le sanzioni che hanno rovinato la nostra economia, ma anche alla pace, inclusa una soluzione al problema della Corea del Nord”. Ci sono state molte domande degli ascoltatori in particolare sul ruolo dell’Italia nella Nuova Via della Seta e nella cosiddetta Via della Seta marittina, ovvero gli investimenti che la Cina è pronta a fare per ampliare i porti di Trieste, Venezia ed anche in Sicilia. “Questi grandi progetti infrastrutturali rendono possibile la crescita e l’occupazione, non le chiacchiere dell’UE su una presunta ripresa che in realtà non esiste”.