Il primo ottobre si è tenuta la prima riunione della Task Force Cina del governo italiano, di cui abbiamo dato precedentemente notizia. Alla riunione hanno partecipato oltre trecento tra membri del governo, giornalisti, imprenditori, accademici e altri. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Michele Geraci (a sinistra nella foto), ideatore e presidente della Task Force, si è detto “molto soddisfatto” del lancio del nuovo organismo, che si prefigge il compito di sviluppare le relazioni economiche con Pechino.

“L’obiettivo della Task Force – recita un comunicato del MISE – è sviluppare, sotto il coordinamento del MISE, un approccio sistemico nei confronti della Cina per affrontare tutti gli aspetti della collaborazione bilaterale, a partire dal commercio e dagli investimenti reciproci, per estendersi alla cooperazione scientifica, alle infrastrutture, alla cooperazione culturale, al turismo e ai trasporti, secondo uno schema che parte dal presupposto che anche la Cina agisce come un unico, solido sistema nei suoi rapporti internazionali”.

“Tra i risultati già ottenuti dalla Task Force rientrano la firma da parte del Vice Presidente Di Maio del Memorandum of Understanding tra Italia e Cina sulla cooperazione in Paesi terzi (che potrà schiudere interessanti prospettive di un approccio sinergico, per esempio, in Africa) e la firma dell’accordo tra il MISE e la Provincia del Sichuan per rafforzare la collaborazione sul piano della promozione del commercio e degli investimenti bilaterali. Altri negoziati in corso tra Italia e Cina sul piano bilaterale, come il Memorandum su Belt & Road Initiative, stanno beneficiando di questo rinnovato clima di collaborazione strategica”.

La Task Force sarà suddivisa in vari gruppi di lavoro, ciascuno dei quali avrà due coordinatori, presenti nei due Paesi con lo scopo di stabilire un doppio flusso di informazioni, da Cina a Italia e da Italia a Cina.
“Noi fungiamo da stimolo e da indirizzo”, ha dichiarato Geraci, “ma è l’input dei singoli nei differenti gruppi di lavoro ciò che determinerà il successo della Task Force e la sua efficacia nello sforzo del nostro Governo di cogliere le opportunità che la Cina di oggi presenta. Anche in Cina abbiamo avuto segnali di interesse per questa Task Force, come ricordato dall’Ambasciatore cinese sia durante la prima riunione dell’altro ieri sia durante la festa nazionale cinese di qualche giorno fa. Vorrei chiudere con una citazione di Confucio: ‘Quando spira il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento’. Mi auguro che ogni gruppo di lavoro si ponga come un mulino al servizio dell’Italia nei suoi rapporti con la Cina”.

Nel dare notizia dell’evento, Bloomberg ha commentato: “Il governo italiano straccia gli sforzi del governo precedente per limitare gli investimenti cinesi nei settori strategici, favorendo lo sviluppo dei rapporti con Pechino attraverso un ruolo nel grande programma cinese di infrastrutture mondiali”.
A supporto di questa constatazione, Bloomberg cita Geraci che fa notare che nell’UE “ci sono 28 diverse economie con 28 diversi interessi”. Ma niente paura: l’Italia svilupperà la cooperazione con la Cina “nell’ambito delle nostre alleanze con l’UE e la NATO”. Riguardo ai presunti rischi di incorrere nella “trappola del debito” accettando finanziamenti cinesi, il sottosegretario ha ironizzato: “I nostri amici europei hanno già un bel po’ di debito italiano”, aggiungendo che un Paese del G7 delle dimensioni dell’Italia non deve temere gli investimenti cinesi.