Il vertice del Dialogo Quadrilaterale sulla Sicurezza (Quad), tenutosi il 24 settembre alla Casa Bianca, pochi giorni dopo l’annuncio del patto di sicurezza tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti (AUKUS), ha giustamente sollevato serie preoccupazioni a Mosca e Pechino. Il Quad è il “dialogo strategico” tra Stati Uniti, India, Giappone e Australia, rilanciato nel 2017.
Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, ha definito il patto AUKUS il “prototipo di una NATO asiatica” che perseguirà politiche anti-Cina e anti-Russia. Infatti, pensatoi britannici e statunitensi discutono apertamente della necessità di una NATO asiatica per contrastare la presunta aggressività cinese e gli “intenti maligni” della Russia.
E benché i membri dell’amministrazione Biden minimizzino l’idea che i due patti siano parte di un’alleanza militare contro qualche nazione, essi sono parte integrante di un cambiamento geopolitico per contenere, se non contrastare, entrambi questi paesi, dopo il ritiro degli Stati Uniti e della NATO dall’Afghanistan.
L’hanno dichiarato esplicitamente i leader militari statunitensi e il primo ministro australiano Scott Morrison, che nel programma di notizie americano Face the Nation il 26 settembre ha affermato che, se Pechino si sente minacciata dall’AUKUS, questo “è proprio quello che vogliamo”. Infatti, una caratteristica centrale dell’AUKUS è la creazione di una forza di sottomarini nucleari in Australia, che punta a rimediare all’attuale mancanza di piattaforme dell’esercito statunitense per il lancio di missili nucleari contro il territorio cinese.
Per quanto riguarda il Quad, secondo il sito web “Breaking Defense”, la riunione dei quattro leader alla Casa Bianca ha incluso un pacchetto di guerra finanziaria/economica sottilmente mascherato. Una sezione del comunicato finale solleva la necessità di superare le “vulnerabilità della filiera industriale” causata dalla dipendenza dalla Cina, che, tra le altre preoccupazioni, ha un impatto diretto sulla sicurezza informatica e chiede anche la creazione di un “ecosistema di telecomunicazioni diverso, resiliente e sicuro” per contrastare Huawei e ZTE, accusati di operare nel campo del 5G come agenti di guerra cibernetica del governo cinese.
Si noti che l’iniziativa “Global Gateway” annunciata dalla Commissione europea sostiene di offrire un’alternativa all’Iniziativa Belt and Road della Cina, ma implica anche un rafforzamento militare nell’area indopacifica.
La questione più profonda che si pone ai pianificatori militari cinesi e russi è stabilire quale sia l’intento finale del cosiddetto “Asia Pivot”, avviato ma non realizzato dall’allora presidente Obama. Se giungeranno alla conclusione, come indicano i commenti di Patrushev, che esso rappresenti lo spostamento verso una capacità offensiva, allora la soglia dello scontro nucleare è significativamente abbassata. Questo, a sua volta, solleva uno scetticismo legittimo sull’intenzione dichiarata dal presidente Biden di porre fine all'”era delle guerre permanenti”. (Nella foto, AUKUS, alias Orcus, il dio degli Inferi).