Il dott. Michele de Gasperis (foto), presidente dell’Istituto Italiano OBOR (One Belt One Road) ha sottolineato in un’intervista esclusiva all’EIR l’effetto strategico stabilizzatore della Belt and Road Initiative (Nuova Via della Seta) e ha confutato le accuse alla Cina di “diplomazia del debito”.

De Gasperis, che ha organizzato una riuscita Esposizione OBOR alla Fiera di Roma dal 15 al 17 maggio, sostiene tra l’altro che “Il concetto di ‘diplomazia del debito’ è generalmente esposto in maniera completamente distorta, o meglio è un argomento di quelle classi dirigenti senza competenza che vanno a sottoscrivere un debito, molto spesso, superiore alla propria effettiva capacità di restituzione, lasciando l’onere della restituzione stessa al governo che gli andrà a succedere. In questo scenario fatico a individuare la colpa del creditore, di chi concede il debito, ma vedo invece come detto l’incapacità gestionale di chi il debito lo sottoscrive. Si torna quindi al problema della conoscenza: il nostro Istituto ha un Centro Studi attivo proprio per fornire questi strumenti per le PMI, ma è a disposizione anche delle Istituzioni interessate”.

Alla domanda se fosse d’accordo con Helga Zepp-LaRouche, quando la presidente dello Schiller Institute sostiene che la BRI sia un fattore politicamente stabilizzante della situazione strategica, un “Nuovo Paradigma”, De Gesperis ha risposto: “Sono d’accordo, poiché a mio modo di vedere la BRI, prima ancora di essere un sistema di cooperazione economica, è un sistema di cooperazione culturale e di pacificazione tra i popoli. Personalmente ho partecipato a molti incontri con colleghi di altri Paesi coinvolti nel programma, e posso testimoniare che l’abbattimento delle barriere culturali e il favorire la reciproca conoscenza sono stati grandi facilitatori delle attività imprenditoriali. Come sempre accade i popoli anticipano le scelte dei Governi, e a prescindere dalle convenienze politiche del momento in realtà le persone, la cultura e l’economia già si sono mossi. Molte cose tra Italia e Cina si erano messe in moto ben prima – anche in maniera inconsapevole – della pubblicità che il programma ha avuto in Italia negli ultimi mesi, a ulteriore riprova dell’esigenza della promozione e di conoscere meglio il progetto”.

De Gasperis ha anche auspicato una collaborazione con iniziative filo-BRI in altri Paesi europei. “La nostra missione – afferma – è sostenere e salvaguardare il sistema produttivo nazionale italiano, ma sappiamo anche che è solamente unendo le forze con altri Paesi che possiamo avere delle ricadute positive in termini generali”.
L’intervista completa è stata pubblicata sul numero 23 del settimanale in lingua inglese Executive Intelligence Review.

L’intervista in inglese sulla rivista Executive Intelligence Review