Ora che l’inchiesta dell’Inquirente Speciale Mueller è stata screditata dall’emergere della rete di corruzione che l’ha ispirata, gli istigatori britannici del golpe tentano il Piano B, chiedere l’impeachment di Donald Trump perché “mentalmente incapace”, conformemente al 25esimo emendamento. Tale emendamento stabilisce che se membri del governo giungono alla conclusione che il Presidente “è incapace di far fronte ai poteri e agli obblighi del suo mandato”, egli può essere sostituito dal Vicepresidente. Dai primi giorni della sua presidenza, i media dell’Impero britannico, quali il London Spectator, il Guardian e la BBC, accusano Donald Trump di essere mentalmente ed emotivamente instabile, sollecitandone l’impeachment o addirittura l’eliminazione fisica.

Roger Stone, amico di lunga data di Trump e uno dei principali strateghi dietro la sua vittoria elettorale, ha lanciato l’allarme sul fatto che l’establishment anti-Trump punta a questo. Una delle principali iniziative in questo senso è lo squallido libro di un giornalista specializzato in pettegolezzi, Michael Wolff (a sinistra nella foto), che ha riempito per giorni le cronache dei media. La diatriba anti-Trump di Wolff, che scrive per l’Hollywood Reporter e varie pubblicazioni britanniche, dal titolo Fire and Fury, sostiene di basarsi su un accesso illimitato alla Casa Bianca e ai suoi dipendenti. L’autore sostiene che tutti coloro che sono associati a Trump, inclusi i membri della sua famiglia, dicano che sia “come un bambino”, incapace di concentrarsi, e che abbia un costante “bisogno di immediata gratificazione”.

Prima che fosse pubblicato il libro, un capitolo è stato recensito dal Guardian, dando la stura a una serie di frenetici attacchi contro Trump. In un’intervista alla BBC, Wolff parla del 25esimo emendamento, dicendo che tutti intorno a Trump ritengono che “sia incapace di esercitare il suo mandato”. Nel riassunto dell’intervista, la BBC scrive che il comportamento di Trump ha portato “a diagnosticare a distanza una serie di patologie, dall’Alzheimer al disturbo narcisistico della personalità”.

Il resoconto di Wolff è stato messo in dubbio, per via delle menzogne che ha pubblicato in passato. In una recensione al libro “Burn Rate”, che Wolff scrisse sull’esperienza del lancio fallito di un’impresa start-up, tredici persone che cita nel libro sostengono che abbia “inventato o cambiato le loro citazioni”. Wolff stesso ha ammesso che il suo nuovo libro non contiene la verità, scrivendo all’inizio: “Molti dei resoconti di quello che è accaduto alla Casa Bianca di Trump contrastano l’uno con l’altro; molti, per dirla alla Trump, sono baldly untrue (chiaramente non veri). Questi conflitti, e questa elasticità con la verità, o con la realtà, sono il filo conduttore del libro. Talvolta ho lasciato che i protagonisti offrissero la loro versione, consentendo al lettore di giudicarli. In altri casi, tramite la coerenza tra le versioni e le fonti di cui cominciavo a fidarmi, ho preferito una versione degli eventi che ritenevo vera”.

Allen Dershowitz, noto costituzionalista, ridicolizza questi tentativi di destituire il Presidente, dicendo che se non ci piace la politica di qualcuno “inveiamo contro di lui, facciamo campagne contro di lui, ma non usiamo il sistema psichiatrico contro di lui”. Farlo è “semplicemente pericoloso”.