Polonia e Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), notoriamente sotto influenza britannica, hanno bocciato la proposta franco-tedesca di un vertice dell’UE con il presidente russo Vladimir Putin. La proposta era stata formulata il 23 giugno, a quanto pare con grande sorpresa della maggior parte degli altri stati membri dell’UE. Angela Merkel ha spiegato il giorno dopo in un discorso al Bundestag, che dopo aver accolto con favore il vertice Biden-Putin, “anche l’UE deve creare dei schemi per dei colloqui”, aggiungendo che “non c’è altro modo per risolvere i conflitti”.
La Polonia e i tre Paesi baltici non sono d’accordo. La dichiarazione finale del vertice dell’UE, che è stata rivista e corretta fino alle due del mattino, ha comunque tentato di coprire la frattura aperta, minacciando nuove sanzioni economiche se Mosca dovesse persistere in “attività maligne, illegali e distruttive”, si legge nella dichiarazione: “Il Consiglio europeo si aspetta che la leadership russa dimostri un impegno più costruttivo e politico e cessi le azioni contro l’UE e i suoi Stati membri, così come contro i paesi terzi”.
Dopo la sconfitta dell’iniziativa congiunta della cancelliera Merkel e di Emmanuel Macron, la Merkel ha dichiarato ai giornalisti: “Personalmente avrei desiderato un passo più coraggioso, ma anche questo va bene e continueremo a lavorare”. In risposta al comunicato dell’UE, il ministero degli Esteri russo ha osservato che l’Europa è stata “tenuta in ostaggio dagli integralisti”.
La domanda ora è: che cosa faranno Francia e Germania, vista la sconfitta della proposta di dialogo con Mosca? Macron in particolare farebbe bene a concludere che la Francia dovrebbe perseguire la diplomazia con la Russia in modo indipendente, soprattutto perché non ci si aspetta nessuna iniziativa importante da parte della Cancelliera tedesca uscente. Tuttavia, a questo punto sembra probabile che a settembre il candidato della CDU Armin Laschet sarà eletto nuovo Cancelliere e si dice che sia molto più disposto di Angela Merkel a rilanciare la cooperazione con Mosca. Emmanuel Macron dovrebbe attenersi a ciò che ha già detto dopo il vertice UE del 26 maggio, quando ha dichiarato ai giornalisti: “Con la Russia, la politica delle sanzioni progressive su situazioni congelate non è più efficace… Penso che siamo in un momento di verità nel nostro rapporto con la Russia, che dovrebbe portarci a ripensare i termini della tensione che decidiamo di mettere in atto.”
La dichiarazione dei leader dell’UE è tanto più deplorevole in quanto è arrivata solo tre giorni dopo che il settimanale tedesco Die Zeit aveva pubblicato un articolo di Vladimir Putin sull’80° anniversario dell’attacco nazista contro l’Unione Sovietica il 22 giugno 1941. Nell’articolo, il presidente russo ha sottolineato che la Russia è “aperta, nonostante il passato”, alla cooperazione economica, culturale e politica con gli europei. Ha notato che alla fine della guerra fredda, Mosca sperava che “il sogno di Charles de Gaulle di un unico continente – non solo in senso geografico ‘dall’Atlantico agli Urali’, ma anche culturalmente e civilmente ‘da Lisbona a Vladivostok’ – [sarebbe] diventato una realtà”.
Invece, la NATO si estende verso est da tre decenni e l’Occidente “ha sostenuto attivamente il colpo di stato armato anticostituzionale in Ucraina” nel 2014. Ciononostante, la Russia rimane “a favore del ripristino di una partnership globale con l’Europa”, intorno ai “molti argomenti di interesse reciproco”.
(L’articolo di Putin è disponibile in inglese al link: http://en.kremlin.ru/events/president/news/65899).