L’imminente rischio di bancarotta di Deutsche Bank certamente non è l’unica causa potenziale di una nuova crisi sistemica del sistema bancario transatlantico, che sarebbe di diversi ordini di grandezza più letale della crisi del 2008, ma offre una leva unica per impedire che il collasso si traduca in caos.

Dietro all’SOS lanciato dall’economista capo di Deutsche Bank, David Folkerts-Landau, per un programma europeo di 150 miliardi di Euro per ricapitalizzare le banche, si intravede il pericolo, apertamente discusso nei media finanziari internazionali, di insolvenza dell’intero sistema bancario europeo, poggiato su una montagna di almeno 2000 miliardi di Euro di prestiti inesigibili (“NPL”). Deutsche Bank, con un totale di 55 bilioni di Euro di valore nozionale di contratti derivati e un fattore di leva di 40:1, che supera quello di Lehman Brothers ai tempi del suo collasso, rappresenta il tallone d’Achille più pericoloso del sistema. La metà del bilancio di Deutsche Bank, il cui titolo è crollato del 48% negli ultimi 12 mesi ed è ora solo all’8% del suo valore di picco, è fatto di derivati cosiddetti Level 3, quasi 800 miliardi di Euro di titoli senza una valutazione di mercato.

Forse molti sono rimasti sorpresi dalla proposta fatta da Lyndon LaRouche il 12 luglio, che Deutsche Bank sia salvata attraverso un’iniezione di capitale una tantum, in ragione delle implicazioni sistemiche della sua minacciata insolvenza. Né il governo tedesco con il suo PIL di 4 bilioni di Euro, né l’Unione Europea con un PIL di 18 bilioni di Euro, sarebbero capaci di controllare l’effetto domino di una bancarotta disordinata.

L’iniezione di capitale una tantum, ha spiegato LaRouche, è una mera misura d’emergenza che deve essere contestuale a un immediato riorientamento della banca, nel senso della sua tradizione prevalente fino al 1989, sotto la guida di Alfred Herrhausen. Per sovraintendere a questa operazione, dovrà essere istituito un comitato di gestione che verifichi la legittimità e le implicazioni delle passività, e completi il suo lavoro entro un dato periodo di tempo. Tale comitato dovrà anche redigere un nuovo business plan, basato sulla filosofia bancaria di Herrhausen, ed esclusivamente orientato agli interessi dell’economia reale della Germania.

Alfred Herrhausen fu l’ultimo banchiere industriale creativo e morale della Germania. Tra le altre cose, propose la cancellazione del debito impagabile dei Paesi in via di sviluppo, così come il finanziamento a lungo termine di progetti di sviluppo ben precisi. Nel dicembre del 1989 avrebbe presentato a New York un piano per l’industrializzazione della Polonia, coerente coi criteri usati dalla Kreditanstalt fuer Wiederaufbau (KfW) per la ricostruzione della Germania nel dopoguerra, e avrebbe [così] proposto una prospettiva completamente diversa rispetto alla cosiddetta “politica delle riforme”, o terapia d’urto, di Jeffrey Sachs [e del Fondo Monetario Internazionale].

Herrhausen fu assassinato il 30 novembre 1989 dalla “terza generazione della RAF” la cui esistenza deve ancora essere provata. Accadde venti giorni dopo la caduta del Muro e solo due giorni dopo che il Cancelliere Helmut Kohl, che aveva Herrhausen tra i suoi più stretti consiglieri, ebbe presentato il suo programma in dieci punti per superare gradualmente la divisione della Germania. Il cui prodest di quell’attentato terroristico resta una delle questioni più fatali della storia moderna della Germania, che deve ancora essere chiarita, con urgenza.

I successori di Herrhausen introdussero un cambiamento paradigmatico nella filosofia della banca, che portò Deutsche Bank nel mondo selvaggio della massimizzazione del profitto a tutti i costi, e in numerosi intrecci legali punibili e non punibili, che finora sono stati evitati dai responsabili, nel nome del ‘too big to fail’.

La trasformazione di Deutsche Bank in una banca d’affari globale con la più alta esposizione in derivati, unita alla simultanea stretta creditizia nei confronti delle piccole e medie imprese tedesche, è sintomatica della follia che ha portato alla catastrofe attuale.

Dobbiamo agire con determinazione, ma non nel modo proposto da Folkerts-Landau, cioè non con la stessa medicina che sicuramente ucciderebbe il paziente. Pur essendo gestita negli ultimi anni da Londra e New York, Deutsche Bank è troppo importante per l’economia tedesca, e quindi per la Germania, e dunque per il destino di tutta l’Europa. La sua riorganizzazione nello spirito di Alfred Herrhausen è dunque la chiave per superare la crisi bancaria, ma anche per sventare il pericolo di guerra.

L’assassinio di Herrhausen è rimasto impunito. Tuttavia esistono “i vendicatori di Ibico, che giudicano ciò che è nascosto alla vista”, che sono il soggetto della poesia di Schiller “Le gru di Ibico”. Le Erinni hanno iniziato la loro terribile danza (1).

Spetta ora a tutti coloro che, oltre alla famiglia, hanno sofferto per l’assassinio di Herrhausen, quindi ai rappresentanti delle piccole e medie imprese, dell’economia tedesca [in generale] e dei rappresentati nelle istituzioni del popolo tedesco, di onorare il suo lascito e di cogliere questa grandiosa occasione, che è loro offerta, di salvare la Germania.

di Helga Zepp-LaRouche

(1) Le gru di Ibico, poesia di Friedrich Schiller

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