“Se la Turchia reagisse al recente attacco terroristico che ad Ankara ha mietuto ventotto vittime, chiedendo alle sue truppe di invadere la Siria settentrionale con il sostegno dell’aeronautica saudita, per combattere formalmente i curdi, ma più credibilmente per ‘salvare’ i gruppi ribelli, dal Fronte Al Nusra allo Stato Islamico, da essa sostenuti, ciò costituirebbe un pericolo immediato di un conflitto tra le forze turche e l’esercito siriano assistito dalla Russia. Con questo, assisteremmo a uno scontro tra un membro della NATO, la Turchia, e la Russia”. Ciò potrebbe condurre a una guerra mondiale termonucleare!, ha sostenuto Helga Zepp-LaRouche, presidente il Movimento Solidarietà tedesco (BüSo), in un articolo del 19 febbraio su Neue Solidarität.

La signora LaRouche fa notare che i principali sostenitori dello Stato Islamico, del Fronte Al-Nuṣra, di Al Qaeda e della Fratellanza Musulmana, sono alleati degli Stati Uniti: Turchia, Arabia Saudita e Qatar.

L’approccio della Cancelliera tedesca Angela Merkel è dunque “totalmente sbagliato”: per risolvere la crisi dei migranti non è il caso di affidarsi principalmente alla Turchia.

“Il sostegno di Erdogan ai gruppi terroristici”, argomenta Zepp-LaRouche, “è una delle ragioni per cui i migranti fuggono”.

La proposta della Merkel di creare in Siria una zona vietata al sorvolo (no fly zone), cui corrisponderebbe in terra un luogo di pace per i profughi, “è stata immediatamente respinta dal Pentagono, per l’ovvia ragione che una tale zona potrebbe essere invasa con mezzi militari”, che accrescerebbero il pericolo di scontri con l’aviazione russa.

Al vertice dell’UE con la Turchia previsto per i primi di marzo, ha proseguito Zepp-LaRouche, “il primo punto all’ordine del giorno dovrebbe essere la cessazione di ogni sostegno turco e saudita di quei gruppi di terroristi”.

Contemporaneamente, “devono essere corrette numerose falle nell’UE”. La chiusura delle frontiere in alcuni Paesi orientali e centrali significa la fine degli accordi di Schengen e, de facto, dell’unione monetaria, mentre le concessioni appena accordate alla Gran Bretagna hanno il solo fine di impedire l’uscita di Albione dall’Unione Europea.

Contestualmente abbiamo il collasso finanziario e l’impotenza delle banche centrali nazionali. In questa situazione, Zepp-LaRouche è convinta che “la sola maniera di risolvere i problemi dell’Europa – il pericolo di guerra, la crisi dei profughi, l’imminente implosione del sistema finanziario transatlantico, la crisi d’identità in Europa – è cooperare con la Cina, la Russia, l’India e altre nazioni per estendere la Nuova Via della Seta fino all’Asia Sudoccidentale e, per quella regione, all’Africa. Il fondamento è in quanto ha stabilito il Presidente cinese Xi Jinping nella sua recente visita in Arabia Saudita, in Egitto e in Iran.

“Alla Sig.ra Merkel rimane una sola possibilità di proseguire la propria politica sui profughi, inizialmente approcciata in modo corretto. Deve dedicarsi allo sviluppo economico dell’Asia Sudoccidentale e dell’Africa, invece di concludere ambigui accordi con la Turchia. Ciò richiede una rottura con gli assiomi del modello economico neoliberista e un’inversione di rotta politica, come avrebbero fatto Konrad Adenauer e Charles de Gaulle”.

“La Germania ha il potenziale e il compito storico di superare il forte pericolo di guerra, lavorando insieme alla Cina, alla Russia e all’India per portare la Nuova Via della Seta nelle regioni da cui i migranti fuggono, sfuggendo fame e guerra. Che lei assuma un ruolo di guida o rimanga un pezzo dello scacchiere imperiale anglo-americano sarà la misura del suo cancellierato e, ancor più importante, da questo dipenderà molto probabilmente il futuro dell’umanità”.

Zepp-LaRouche conclude il suo articolo sottolineando il bisogno urgente di porre fine all’economia del casinò, con la separazione tra banche ordinarie e banche d’affari, e con gli investimenti produttivi. “Per questo, non abbiamo bisogno di alcuna burocrazia sovrannazionale a Bruxelles, ma di un’alleanza tra nazioni sovrane” unite tra loro da una missione comune per sviluppare il mondo intero.