Chi non si spiega la politica anti-russa del Cancelliere tedesco Angela Merkel può trovare una risposta ai suoi interrogativi nella figura del consigliere di politica estera della Bundeskanzlerin, Christoph Heusgen.

L’agenzia EIR spiega al riguardo: Heusgen è un agente della politica di “regime change” di Tony Blair, una politica che egli ha contribuito ad elaborare per l’Unione Europea assieme all’ex consigliere di Blair Robert Cooper, prima di essere chiamato a Berlino nel 2005. Il suo mandato nella capitale tedesca è stato quello di ribaltare la politica anti-guerra e di amicizia con la Russia stabilita dal Cancelliere Gerhard Schroeder, e di fare da contrappeso all’allora (e attuale) ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier, continuatore di quella politica.

Dopo che Schroeder aveva detto “nein” alla guerra in Iraq e si distanziò, assieme al Presidente francese Jacques Chirac, dai paesi europei che aderirono alla “coalizione dei volenterosi” diretta dall’asse angloamericano nel 2002, la Commissione UE si mobilitò per riassorbire l’opposizione e impedirla nel futuro. Heusgen e Cooper, lavorando assieme sotto il Rappresentante di Politica Estera e di Sicurezza dell’UE Javier Solana, stilarono rapidamente, in consultazione con Washington, quella che divenne la Strategia di Sicurezza Europea (ESS), adottata dall’UE alla fine del 2003. Quel documento di dodici pagine impegna l’UE all’intervento militare preventivo qualora siano minacciati i “diritti umani” o la “democrazia” in qualsiasi parte del mondo. Esplicitamente bersagliati sono i paesi “all’est dell’Unione Europea” che non si sottomettono alla definizione UE del “buon governo”.

Come principale consigliere di politica estera di Angela Merkel, Heusgen si è adoperato per realizzare la strategia ESS, come egli ha dichiarato in alcune interviste. Attualmente egli è impegnato nel tentativo di neutralizzare un importante ostacolo alla sua politica, il Petersburger Dialog, un forum istituzionale per consultazioni russo-tedesche.

Il concetto dietro alla ESS è quello che lo stesso Cooper ha chiamato “imperialismo liberale”. Nel suo libro The Breaking of Nations: Order and Chaos in the Twenty-First Century, uscito nel 2003, Cooper scrisse: “La più lungimirante forma di espansione imperiale è quella dell’Unione Europea. La risposta post-moderna europea alle minacce è estendere sempre più il sistema di impero cooperativo”.

Nel 2001, Cooper aveva catalizzato un’intensa discussione in Gran Bretagna con la sua proposta di muoversi verso un nuovo tipo di imperialismo. In un articolo scritto per la rivista Prospect nell’ottobre di quell’anno, intitolata The New Empire, Cooper aveva scritto che “sembrano esserci tutte le condizioni per un nuovo imperialismo”. Di fatto, Cooper ha contribuito decisamente al famoso discorso di Blair a Chicago nel 1999, in cui l’allora Premier britannico espose la teoria di una nuova era di interventismo globale dietro il pretesto delle ragioni umanitarie. Tutto ciò consente di affermare che la mano che esegue la politica di guerra imperiale europea è tedesca, ma il cervello è britannico.