La Francia è minacciata. Non dobbiamo cedere alla dittatura della paura. Conservare la ragione significa mantenere l’unità nazionale per combattere il terrorismo ovunque si manifesti e soprattutto non tollerare più l’ambiente in cui esso prospera.


 

La lotta al terrorismo coinvolge le forze di polizia e i servizi d’intelligence. Essi devono considerare assai seriamente il rischio corso da noi, ovunque e in ogni attimo della propria attività. Non vi sono, tuttavia, lupi solitari, ma piccole e medie imprese del terrorismo più o meno sotto certe influenze. Dagli altri Paesi europei dobbiamo esigere un controllo alla frontiere degno di questo nome, poiché siamo in guerra. In casa nostra, dobbiamo mettere fine a qualunque incitazione alla violenza, comprese le immagini propagate tramite i videogiochi violenti, di cui i terroristi sono assai spesso degli adepti e che contribuiscono a produrre anime disturbate.


 

L’auspicabile cambiamento d’ambiente richiede il coinvolgimento della nostra politica generale. Dobbiamo chiedere conto all’Arabia Saudita e al Qatar, di cui alcune istituzioni e famiglie finanziano e hanno finanziato il terrorismo “salafita”. Dobbiamo chiedere conto alla Turchia di Recep Tayyip Erdoğan, che fa un doppio gioco e si rende in tal modo complice. Dobbiamo bloccare qualunque “partenariato di riferimento” con questi Paesi.


 

Dobbiamo inoltre esigere una inchiesta sul ruolo degli ambienti bancari, in particolare britannici, che sono serviti da cinghia di trasmissione del denaro servito ai terroristi di Al-Qaeda e dello Stato Islamico (ISIS/ISIL). Sono i falsari che alimentano i traviati criminali.


 

Dobbiamo anche evitare che il dibattito venga trasformato in un’opposizione all’immigrazione e all’Islam, il che equivarrebbe a cadere nella trappola che ci è stata tesa. Combattere, in particolare, con tutte le nostre forze l’antisemitismo, significa sostenere il dialogo tra le civiltà, tra le culture e le fedi.


 

Diciamolo brutalmente: nella strategia del caos che minaccia la Francia e l’Europa, l’oligarchia finanziaria attizza il fuoco del terrorismo islamico – gli accordi tra il sistema di Londonistan e l’Arabia Saudita ne sono il sintomo – facendo appello alla lotta all’Islam, come lo fanno il movimento di Pediga in Germania e ambienti simili in Francia, compresi alcuni del Fronte nazionale. La Francia è “una certa idea”, un patto firmato con la libertà del mondo e non un sovranismo svuotato, come quello dell’Ukip in Gran Bretagna e l’Alternativa per la Germania, di fatto associato a Pegida.


 

È soltanto in un mondo senza la City e Wall Street, e animato dallo spirito della Nuova Via della Seta su scala mondiale, nello spirito dello sviluppo reciproco, che potrà essere realmente combattuto il terrorismo. La Francia può e deve essere un pilastro di questo nuovo mondo.