di Leonardo Magrini

Il candidato governatore della Toscana per Democrazia Diretta, Gabriele Chiurli, ha presentato ieri una denuncia contro le più alte cariche dello Stato per le cessioni di sovranità avvenute dalla ratifica del Trattato di Maastricht ad oggi. I reati ipotizzati sono “Attentato contro la integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato” (art.241 c.p.) e “Intelligenze con lo straniero a scopo di guerra contro lo Stato italiano” (art.243 c.p.).

Se denunce simili erano già state presentate nel 2012 dall’avvocato Paola Musu e l’anno scorso dall’avvocato Marco Mori, è la prima volta che un Consigliere regionale si spinge a tanto. L’esposto è stato redatto dallo stesso Mori, oggi candidato nelle fila di Democrazia Diretta, ed è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Firenze. Nei prossimi giorni verrà ripresentato nelle altre Procure della Toscana, oltre che in quella di Roma.

Nel testo dell’esposto vengono citati esplicitamente Matteo Renzi e Giorgio Napolitano, Mario Monti e Gianni Letta, oltre a tutti i parlamentari responsabili della ratifica dei trattati europei. Anche il Presidente Sergio Mattarella viene chiamato in causa per aver firmato l’Italicum e si chiede alla Procura di far luce se anche questo sia un fatto eversivo. Molto probabilmente la denuncia non sortirà alcun effetto se non quello, ci auspichiamo, di aprire un dibattito serio sulle implicazioni del “più Europa”. Considerando il tenore delle discussioni politiche nel Belpaese sarebbe sicuramente un risultato apprezzabile.

Gabriele Chiurli gestisce un forno in un borgo vicino ad Arezzo. Nell’ultima tornata elettorale fu il primo escluso nelle file della Lega ma entrò in Consiglio Regionale nel 2013 per sostituire un Consigliere deceduto. Avendo preso le distanze dal Carroccio, entrò a far parte del gruppo misto, costituendo in seguito Democrazia Diretta con l’amico di sempre Gianfranco Verdelli. Nei due anni trascorsi in Regione affrontò spesso tematiche nazionali, chiedendo una commissione d’inchiesta sulle responsabilità della finanza nella crisi, chiedendo al Governo di respingere il TTIP ma soprattutto facendo approvare una proposta di legge sulla separazione bancaria. Il ddl oggi giace in buona compagnia in Parlamento (sono sette tra Camera e Senato), in attesa di una discussione che difficilmente sarà promossa da chi tutela gli interessi della finanza sulla pelle dei cittadini. Interessante l’articolo pubblicato recentemente da Marcello Foa nel suo blog indipendente su Il Giornale: “Il fornaio che può far perdere Renzi in Toscana“.

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