Mentre alcune voci sane negli Stati Uniti continuano a protestare contro la politica di guerra, non risulta che il Presidente Obama presti loro attenzione. Chiaramente allarmato dalla crescente influenza di Russia e Cina nell’Asia Sudoccidentale (Medio Oriente), il Presidente americano ha chiaramente deciso di allinearsi ad Arabia Saudita e Turchia nel rilanciare la politica di cambiamento di regime contro il governo siriano di Baššār al-Assad.

Così, Kerry ha lanciato un ultimatum ad Assad a Ginevra. Mentre Kerry non ha parlato molto, i funzionari della Casa Bianca hanno fatto giungere un flusso continuo di indiscrezioni alla stampa sul fatto che Obama sarebbe pronto ad attivare il “Piano B” per la Siria se il cessate il fuoco non reggesse e se i colloqui di Ginevra fallissero. Questo “Piano B” consiste nel riarmare i combattenti jihadisti per rovesciare il governo di Assad. L’Arabia Saudita ha già spedito “manpads”, missili antiaerei a spalla forniti dagli USA, a gruppi ribelli siriani. Recentemente gran parte di quelle armi è finita nelle mani dei gruppi più radicali esclusi dai colloqui di pace, lo Stato Islamico e il Fronte al-Nuṣra, il ramo di Al Qaeda in Siria e Iraq.

E il 25 aprile, Obama ha annunciato il dispiegamento di altre 250 forze speciali in Siria, per combattere assieme ai ribelli appoggiati dagli USA, senza il permesso e contro la volontà del governo – una violazione della sovranità siriana secondo ogni standard. Il senatore americano Tom Kaine ha sollevato il tema in una recente audizione del Senato, quando ha chiesto come si possa “criticare l’incursione russa nella sovranità ucraina” quando gli Stati Uniti stanno incrementando le operazioni militari in Siria nelle stesse condizioni.

Un’altra chiara indicazione dell’attuale profilo di Obama è il ruolo che egli ha svolto nel sostenere il recente golpe del Presidente turco Recep Erdoğan contro il Primo ministro Ahmet Davutoglu. Anche se quest’ultimo è un rappresentante autorevole dei Fratelli Musulmani a livello internazionale, Erdoğan lo ha estromesso perché vuole accentrare i poteri.

Alla fine di aprile, il Presidente Obama è stato a Riad e Londra, rafforzando l’alleanza con il “mostro” anglo-saudita. Poi, il 6 maggio, il Pentagono ha ammesso per la prima volta in pubblico che ci sono truppe statunitensi che combattono fianco a fianco con i sauditi e i loro mercenari in Yemen. L’ONU e una miriade di organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato lo sterminio dei civili in Yemen, con scuole, cliniche, ospedali e altre installazioni civili che sono fatte bersaglio perché sotto il controllo degli Houthi.

La Casa Bianca ha anche fatto chiaramente capire che continuerà a tenere secretato il dossier sul ruolo saudita nell’undici settembre, la più grande atrocità terroristica mai compiuta su suolo americano.