L’EIR e lo Schiller Institute internazionale hanno avviato una serie di dibattiti sulla necessità di migliorare i rapporti tra il cosiddetto mondo transatlantico, la Russia e la Cina, per scongiurare il pericolo di guerra ed uscire dalla crisi economica e sanitaria. Il prossimo forum online (in inglese) si terrà il 27 febbraio alle ore 20 (vedi https://schillerinstitute.nationbuilder.com/20210227-roundtable-event) .

L’amministrazione Biden sta facendo capire chiaramente di voler mantenere la “visione del mondo unipolare” dei suoi predecessori negli ultimi trent’anni (con la parziale eccezione di Trump), come ha dichiarato lo stesso Presidente nel suo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco il 19 febbraio.

Il messaggio di Biden (qualcuno parlerebbe di minaccia) è stato chiaro e ripetuto: “L’America è tornata”. Ha sottolineato che il partenariato tra l’Europa e gli Stati Uniti “rimarrà la chiave di volta” dei rapporti futuri e che gli USA lavoreranno strettamente con i partner “da Roma a Riga” per affrontare le vaste sfide comuni”.

Queste sfide sono, ha spiegato, la Russia (che “attacca le nostre democrazie e usa l’arma della corruzione per distruggere il nostro sistema di governo”) e la Cina, dove “gli abusi economici e la coercizione [del governo] minano il sistema economico internazionale alle fondamenta”.

Ursula von der Leyen ha potuto contenere a malapena l’entusiasmo per le parole di Biden. La Presidente della Commissione UE ha attaccato la crescente “assertività” (sic) della Cina e il disprezzo della Russia per le “regole internazionali” ed ha offerto la massima cooperazione all’America sui due “temi principali” dell’agenda globale: i cambiamenti climatici e il Green Deal.

Anche il nuovo capo del Pentagono Lloyd Austin si è presentato ai colleghi della NATO il 17-18 febbraio promettendo il ritorno allo status quo ante Trump. Anch’egli ha posto Russia e Cina in cima alla scala delle minacce per l’Alleanza, seguite da terrorismo e sfide globali come il Covid e i cambiamenti climatici.